Provaci

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Sono nella mia camera d'albergo. Ho lo stereo acceso e la musica ad alto volume. Intanto mi faccio un bel panino. Sto morendo di fame.
Quando finisco di mangiarlo accendo il mio pc e decido di fare una videochiamata con i miei genitori. Aspetto che rispondano.

《Pronto?》
《Pronto? Papà non stai parlando al telefono.》 Lo prendo in giro.
《Alex! Quanto tempo! Come va, piccola?》
《Papà, credimi quando ti dico che sono esausta. Ma non del riparare macchine. Sono esausta dei piloti. Papà, ma tu hai visto bene in faccia Räikkönen?》
《Sì...》
《È insopportabile! Sempre serio. Scorbutico. Antipatico! Non lo sopporto!》
《Alex, ricorda sempre di portare rispetto.》
《Lo so...》 sospiro.

Parliamo un altro po' del più e del meno per poi chiudere la chiamata. Nemmeno lo avessi fatto di proposito, un secondo dopo sento bussare alla mia porta. Mi pulisco la maglietta dalle briciole di pane e cerco di sistemarmi i capelli il più possibile.
Apro la porta e il vedere Sebastian mi lascia spiazzata. Sgrano gli occhi e lo guardo.

《Non mi hai mai visto?》 Alza un sopracciglio.
《Non è questo... mi sorprende il vederti qui.》
《Sentimi bene.》

Inizia ad avanzare verso di me, fino a farmi arrivare al muro, mettendo le sue mani ai lati del mio viso. Inizia a parlare ma non lo ascolto. Sono concentrata sui suoi occhi. Quei due occhi azzurri... in grado di ipnotizzarti. Di non farti più pensare, come quando guardi il vuoto. Sono gli occhi più belli che io abbia mai visto. Sono fissi sui miei.

《Seb...》ne esce fuori un sussurro.
Smette di parlare.
《Allontanati...》lo guardo.

Sgrana un attimo gli occhi poi si allontana e mi sguarda, facendo un piccolo sorrisetto.

《Non mi hai proprio ascoltato, eh?》
《Sì. Ti ho sentito.》
《E cosa ho detto?》

Sussulto a quella domanda per poi abbassare la testa, imbarazzata. Ero troppo impegnata a guardarlo negli occhi per ascoltare le sue cazzate.

《Geh zum Abendessen mit mir aus.*

Rimango, di nuovo, spiazzata a quelle sue parole. Mi ha invitata ad uscire a cena... con lui.

《Hai battuto la testa, Vettel?》
《No, sono molto serio.》 Continua, sempre con il suo accento tedesco.

Il mio cuore perde un battito incrociando il suo sguardo. Ma che mi prende? Questo pomeriggio gli ho risposto con tanta prontezza e adesso sono una statua di sale. Le parole mi muoiono in gola. Non riesco a dire nulla. Stringo i pugni e scuoto la testa.

《Non voglio uscire con te.》
《Warum?*
《Perché non sei il mio tipo. E non mi va di uscire con uno come te.》
《Che vuol dire:"Uno come me"?》
《Egocentrico. Pieno di sé.》
《È una cena cordiale.》
《Non mi interessa.》 Lo guardo male.

Si avvicina di nuovo mettendomi le mani sui fianchi, avvicinando le sue labbra al mio orecchio destro. Una forte vampata di calore arriva alle mie guance e trattengo il fiato.

《Non hai idea di quante ragazze vorrebbero essere al tuo posto.》

Sento il suo respiro sul collo. Una serie di brividi mi attraversa la schiena e lui sembra averlo notato. Le sue labbra sfiorano le mie guance fino alle labbra e inizia a guardarmi, con la stessa intensità di prima. Il mio cuore sta impazzendo. Chi l'avrebbe mai detto che Sebastian Vettel mi facesse questo effetto? Sembra appena uscito da un computer. La barba corta, morbida. Le labbra rosee e piene. Gli occhi che somigliano molto a due pozzi profondi. Lo vedo abbassare lo sguardo per poi ritornare sui miei occhi e ghignare. Solo dopo pochi secondi mi ricordo di avere addosso una maglietta scollata. Lo spingo via e, per farlo, sbatto la testa contro il muro. Quando è lontano da me mi accarezzo la nuca sibilando dal dolore. Mi guarda strano e inarca un sopracciglio.

《Stupido! Aber für wen hältst du dich? Nur weil du so nett bist, hast du nicht das Recht, sich so an mich zu wenden! Es tut mir leid, deine Erwartungen zu enttäuschen, aber ich bin nicht in der Stimmung, Sex mit dir zu haben, jetzt oder nie!*》 Sbraito contro di lui.

Stringe i pugni, se gli sguardi potessero uccidere io sarei morta da un bel po'. Non ho paura, ma le gambe iniziano a tremare. Saranno i nervi. Mi avvicino a lui e lo spingo di nuovo.

《Vattene via! Vattene via, Sebastian!》 Urlo.
《Puttana!》
《Stronzo!》
《Troia!》
《Coglione!》
《Zoccola!》
《Vaffanculo, Sebastian. Non diventerò una delle tue vagine da collezione!》
《Bene.》
《Bene!》

Lo spingo fuori e gli sbatto la porta in faccia.

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Geh zum Abendessen mit mir aus.
Esci a cena con me.

Warum?
Perché?

Aber für wen hältst du dich? Nur weil du so nett bist, hast du nicht das Recht, sich so an mich zu wenden! Es tut mir leid, deine Erwartungen zu enttäuschen, aber ich bin nicht in der Stimmung, Sex mit dir zu haben, jetzt oder nie!
Ma chi ti credi di essere? Solo perché sei tanto bello non hai il diritto di rivolgerti così a me! Mi dispiace deludere le tue aspettative ma non sono in vena di fare sesso con te, né ora né mai!

Quel Tedesco Bastardo 《VETTEL》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora