Alla carica

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Cosa?

《Mauro io non posso tornare.》 Mi sfrego le mani sulle braccia.
《Te lo sto chiedendo io. Impazzirò lì dentro.》
《Ma... e i giornalisti?》
《Ti interessa davvero la loro opinione?》

Mi interessa davvero?

《No!》 Rido.

Ride con me e mi alza da terra tenendomi per i fianchi. Oh cielo, come sono contenta! Ritornerò dalla mia famiglia! Kimi, Seb, Mattia, i miei colleghi, Lewis, Max, Nando e tutti gli altri piloti.

《Però non dire niente a nessuno, sarà il nostro piccolo segreto.》 Mi fa l'occhiolino.

Annuisco e corro da mio padre. Un po' come facevo da piccola. Correvo da mio padre felice.
Lo abbraccio felice.

《Grazie, grazie, grazie, grazie! Sei il papà migliore del mondo.》 Tiro su col naso.

Mi prende il viso e mi asciuga quella lacrima solitaria con il dorso della mano, sorridendomi. Mi bacia la fronte e mi stringe a sé. Maurizio mi tocca la spalla ed io mi giro verso di lui. Ha un sacchetto in mano, tutto rosso, con su stampato il logo Ferrari. Mi porge la busta rossa e mi sorride.

《Bentornata a casa.》

[...] dopo tre mesi.

Sono con Maurizio al Paddok d'Australia. Prima gara del Mondiale. Non c'è ancora nessuno e Mauro è andato a prendere due caffè, quindi è ancora più silenzioso. Quasi inquietante. Sono nascosta in un angolino del Paddok, così nessuno può vedermi subito. È bellissimo essere di nuovo qui. Dove tutto quello che ti circonda è rosso. Il profumo delle ruote nuove. Il riflesso del sole sulle auto lucide. Il caldo sole d'Australia. Poi... un rumore. C'è qualcuno che fischietta. Mi sporgo poco per vedere chi è.
Mattia.

《Psst!》

Il fischiettio di ferma e Mattia inizia a chiedere se c'è qualcuno. Tipico. Un tipo pauroso, lui. Molto fifone.

《Mattia.》 Sussurro.
《Alexandra?》

Esco lentamente dal mio nascondiglio e lo colgo alle spalle, facendolo spaventare a morte. Si gira di scatto e, dopo essersi sistemato gli occhiali, mi guarda.

《Sei... sei proprio tu!》
《In carne ed ossa.》
《Oh, per tutti i Santi, sei tu! Oh mio Dio, quanto mi sei mancata! Lurida bastarda che non sei altro. Non sparire mai più! Ti rinchiudo in carcere!》 Mi prende in braccio e mi stringe forte.
《Anche tu mi sei mancato Mattia.》 Rido.

La voce di Maurizio ci riporta alla terra ferma.

《Alex, nasconditi, sta arrivando gente. Mattia, fa come se non l'avessi vista. Dobbiamo inaugurare il nuovo Mondiale come si deve.》

Annuisco e ritorno nel mio angolino. Mattia si riprende e segue Maurizio. Kimi! Mi viene da ridere. Voglio proprio vedere la sua espressione quando mi vedrà. Forse rimarrà impassibile, come sempre. Oppure no. Pochi minuti dopo molti meccanici entrano nel Paddok e, per ultimo... Sebastian. Ai box c'è già molta confusione. Maurizio attira la loro attenzione con un colpo di tosse. Io inizio a morire di caldp, stando accovacciata qui.

《Ho un annuncio da darvi.》

Nessuno sembra respirare più.

《Quest'anno non dovremo assolutamente e per nessuna ragione sbagliare. Dobbiamo vincere! L'unica cosa che conta è vincere, dico bene Sebastian?》
《Ovvio.》 Risponde svogliato.
《Ma non è questo che volevo dirvi davvero. Mattia...》 Lascia la frase in sospeso.

Mattia annuisce e viene verso di me. Mi dà le spalle. Io prendo un bel respiro per poi uscire allo scoperto. Vedo Kimi sbarrare gli occhi e schiudere la bocca, abbozzando un mezzo sorriso. I meccanici sono tutti sorpresi. E Sebastian... lui è... una statua. Non respira.

《Ciao ragazzi.》 Sorrido timidamente, come se fosse il mio primo giorno qui.

In un primo momento nessuno si muove, poi il putiferio. Tutti corrono verso di me e mi abbracciano. Le loro voci si sentono ovunque e hanno attirato un sacco di giornalisti, ma questo non mi importa per niente.

《Mi siete mancati anche voi!》 Sorrido.

Mi ritrovo davanti a Kimi, dopo che la folla di meccanici si è dileguata. Mi squadra.

《Mi sei mancato anche tu IceMan.》 Sorrido e gli batto un lieve pugno sul petto.

Sorride e mi scombina i capelli. Maurizio arriva da dietro e mi abbraccia continuando a dirmi che è contento. Anche io lo sono. E molto. Continuo a guardare Seb che si sta praticamente torturando per non venire da me. Dato che non ha intenzione di venire, andrò io da lui.

《Tu sei Sebastian Vettel, non è vero?》

All'inizio non capisce, poi sorride e interpreta la sua parte. Come il primo giorno del mio arrivo in Ferrari.

《Sì, che vuoi?》
《Volevo solo vederti di persona.》 Cerco di imitare la timidezza dei primi giorni.
《Beh, adesso mi hai vista. Sparisci mocciosa.》 Ghigna.
《Sei una grande testa di cazzo.》Rido.
《Anche tu.》Sbuffa una risata. 《Sei tornata.》
《Sì, sono tornata. Adesso comando di nuovo io. Quindi ti conviene abbassare la cresta, Mr. Vettel.》Ghigno.
《Questo è da vedere.》 Sorride in modo malizioso.

Ed eccolo. Il tedesco di cui mi sono innamorata. Reprimo la voglia di abbracciarlo e sorrido. Un sorriso vero, diretto ad una persona vera, per me. Mi fa l'occhiolino e va verso Maurizio. Ridacchio e scuoto la testa. Sospiro, spensierata, e ritorno da Mattia.

Quel Tedesco Bastardo 《VETTEL》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora