Scusami

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Un vuoto, dentro me, continua a crescere.
Cresce.
Cresce.
Fino a riempire tutti gli spazi.
Sebastian è ancora dietro la mia porta, lo sento respirare.

《Alex. Non è così.》
《Sì invece. Adesso vattene.》

Questa volta sento, davvero, i suoi passi allontanarsi. Mi siedo sul letto e metto le mani tra i capelli. Contemporaneamente mi arriva una chiamata.

Maurizio

Mi perdo a fissare il display.

"Rispondo?"
"Lascio stare?"

Nel frattempo, la chiamata termina, e lo schermo diventa nero, mostrando il mio riflesso. Pochi secondi dopo, riprende a vibrare. Questa volta lo afferro, senza vedere nemmeno chi è, e rispondo.

《Chi parla?》
《Sono io, stupida.》
《Räikkönen?》 Räikkönen?
《Sì. Proprio io.》
Excuse me, what the fuck?
《Sei ancora viva?》
《Che vuoi?》 Rispondo/domando fredda.
《Torna ai box.》
《Perché dovrei?》
《La mia macchina è andata fuori uso.》
《Ah.》
《Già. Quindi torna subito ai box.》
《...》
《Ci vediamo tra dieci minuti.》

Chiude la chiamata, ma io rimango con il telefono vicino all'orecchio. Non posso resistere al vedere una macchina rotta. Ma devo. Dio! Controllati! Ci sono altri meccanici oltre te ma... Kimi ha chiamato me! Cioè! Kimi Räikkönen ha chiamato me. Poso il telefono sul materasso e corro a darmi una sistemata. Non mi interessa se farò l'ipocrita davanti a tutti.

《Alex. Riparerai la macchina. Saluterai Maurizio. Gli dirai che ti vuoi licenziare e te me andrai senza guardarti indietro.》 Parlo con il mio riflesso.

Annuisco ed esco dalla mia stanza d'albergo, diretta verso i box.

[...]

Finito di riparare la macchina di Räikkönen, mi alzo, mi sciolgo i capelli e mi sistemo i vestiti.
Maurizio vuole uccidermi.
Mattia vuole soffocarmi.
Sebastian tra poco mi picchia.
Kimi... si fa i cazzi suoi.

《Finito.》 Affermo.
《Perfetto. Adesso spiegami perché te ne vuoi andare?》 Domanda Maurizio

Mi si bloccano le parole in gola. Non posso dire:"Per Vettel". Rovinerei la mia e la sua carriera. Una stretta allo stomaco mi costringe a portarmi le mani alla pancia. Inizia a venirmi da vomitare. Dio, odio questa sensazione di ansia. Guardo a terra e la sensazione di vomito avanza.

《Alex...?》
《I-io... non mi sento molto bene.》

Non permetto a Maurizio di finire che scappo verso il bagno. Mi tengo i capelli e mi sporgo verso la tavolozza di ceramica. Un forte bruciore alla gola mi annuncia l'arrivo di una scarica di merda. Che schifo.
Mi costringo a mettermi in ginocchio davanti al cesso. Un colpo di tosse dà il via a quella scarica schifosa.
Quando finisce la tortura sento due mani sulle mie spalle. Continuo a tossire e, quando mi calmo, asciugo quelle lacrime ai bordi degli occhi.

《Non ti vedo molto in forma.》
《Sta' zitto, Vettel.》

Mi pulisco la bocca con la manica della mia uniforme. Tiro lo sciacquone e mi siedo per terra. Noto il tedesco porgermi un bicchiere d'acqua. Lo prendo e li finisco in due sorsi.

《Quindi tieni più a Kimi che a me?》
《No. Sono una meccanica, devo per forza venire se una delle mie macchine si guasta.》 Lo guardo.

Si siede di fronte a me e mi guarda. Mi accarezza in modo dolce la gamba, come per darmi un minimo di conforto.

《Seb...》 sospiro.
《Fa silenzio. Ti farà male la gola.》

Annuisco e abbasso lo sguardo. Sento uno spostamento da parte sua. Adesso è affianco a me. Mi avvolge un braccio attorno alle spalle e mi fa poggiare la testa sulla sua spalla. Mi bacia dolcemente la testa stringendomi.

《Scusami...》

Quel Tedesco Bastardo 《VETTEL》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora