Go Kart

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《Visto, non lo sai nemmeno tu.》

Sospiro e abbasso lo sguardo. Alex è sempre quella la storia, lui è un pilota e tu una semplice meccanica che ha il dovere di riparare la sua macchina. Stringo la staccionata ed evito di far uscire allo scoperto i miei veri sentimenti.

《Bene, io direi di iniziare a camminare verso la pista. Ci sarà confusione.》
《D'accordo...》

Rientro a casa e mi cambio per la serata. Mi guardo un attimo allo specchio, notando in quale orribile condizione sono ridotti i miei capelli. Passo le dita tra di essi, cercando di sistemarli. Stanno diventando lunghi.

《Dovresti lasciarli crescere.》

Salto, letteralmente, in aria. Guardo la porta, dove è appoggiato Seb.

《Non mi piacciono lunghi. E poi sarebbero un ostacolo per me, dato che lavoro con delle macchine, altrimenti dovrei tenerli sempre legati.》
《Ma se non fai un cazzo dalla mattina alla sera.》
《Ho la fortuna di non essere come te.》 Continuo a guardarmi allo specchio.
《Famoso, bellissimo, idolo delle folle.》 Ghigna.
《Pieno di sé, menefreghista, scorbutico ma soprattutto-》

Quando mi giro me lo ritrovo davanti, e la sua vicinanza mi toglie letteralmente le parole di bocca. Giuro, starei ore ed ore a fissarlo negli occhi. Sono davvero bellissimi.

《Soprattutto?》 Si avvicina di più.

Mi prendo qualche attimo prima di rispondere. Giusto il tempo di realizzare effettivamente che ho Sebastian Vettel a pochi centimetri dalla mia fantastica faccia.

《E soprattutto stronzo!》

Lo supero e scendo al piano inferiore. Sento che sarà una serata molto, come dire... imprevedibile? No. Movimentata? Nemmeno. Non so, ma sento che non sarà per niente tranquilla. La figura di mio padre davanti a me mi riporta alla realtà.

《Dove vai?》 Chiede curioso.
《Uhm... a fare un giro.》 Evito il suo sguardo.
《Sicura?》 Alza un sopracciglio.
《Sto uscendo con Seb.》 Dico a bassa voce.

Annuisce, senza aggiungere altro. Mi passo una mano tra i capelli ed esco, dopo aver preso le chiavi della mia auto. Un leggero vento fresco mi sfiora la pelle, facendomi venire i brividi. Un po' come fa Sebastian quando è troppo vicino.
Ma che vado a pensare?!
Mi do uno schiaffo sulla fronte e scuoto la testa.

《Sono stupida.》 Sussurro al vento.

Sospiro e appoggio la schiena contro la mia auto, aspettando Sebastian. Lui e l'essere puntuali sono molto amici. Sbuffo sonoramente e, nel frattempo, gioco con le mie chiavi. 

《Pensavo di aver detto di andare a piedi.》

Alzo lo sguardo e lo vedo, mentre litiga con la zip della sua felpa leggera. Continua ad imprecare in tedesco mentre quella cerniera continua a fare su e giù senza un pizzico di delicatezza. Alzo gli occhi al cielo e mi avvicino a lui.

《A trent'anni non sai ancora vestirti come si deve, Seb?》 Lo prendo in giro.
《Odio questa cosa.》
《Il fatto che non sai vestirti o la giacca?》 Continuo, con un piccolo ghigno sul viso.

Sta per dire qualcosa quando tiro su la zip della sua felpa, fino al suo collo. Sbuffa e distoglie lo sguardo. Trattengo una risata e lo guardo. Ha i capelli, come al solito, scombinati. Il tipico Sebastian Vettel che tutti vedono in televisione.

《Allora andiamo?》Chiede lui, alquanto scocciato.
《Se devi fare lo scorbutico, torno dentro.》
《È una minaccia?》 Alza un sopracciglio.
《Un semplice avviso. Oppure una minaccia. Prendila come ti pare.》 Incrocio le braccia.

Alza gli occhi al cielo e inizia a camminare. Sorrido dentro di me e lo seguo.

[...]

Il tragitto non è stato uno dei più conversati che abbia fatto. O meglio, è stato molto silenzioso. Continuavo a guardarmi intorno, cercando di intravedere qualche occhio indiscreto. Lui sembra averlo notato e ha accelerato il passo. Arrivati alla pista dei Go Kart, nessuno si presenta a dirci o darci niente. Mi guardo intorno. 

《Ehilà?》 Chiedo, al nulla a quanto pare.
《Non c'è nessuno.》

Mi giro di scatto, convinta di avere stampata in faccia un'espressione del tipo "Ma sei serio?".

《Volevi che nessuno ci guardasse, vedesse insieme? Eccoti servito.》
《Tu... non capisco.》
《Tu pensa solo a mangiare la mia polvere.》 Ghigna e mi passa un casco bianco dalla visiera trasparente.

Sorrido e, quando alzo lo sguardo, lo vedo mentre si sistema il casco sulla testa e va verso la piccola macchina. Non è poi così stronzo, quando vuole. Metto il casco, lo sistemo per bene e salgo sul Go Kart. È molto più piccolo delle mie Ferrari. Ha due pedali, freno ed acceleratore, un volante, ovviamente, e... sembra fatto di alluminio. Però il sedile è comodo. Rido, per nervosismo. Non ho mai provato a guidare nulla di questo genere. Cioè, sono salita mezza volta su un Go Kart, da bambina, ma poi basta. A volte salgo sulle Ferrari per vedere se il pilota sta comodo o meno, o per fare qualche foto che mi chiedono, a volte, i giornalisti, ma non ne ho mai guidata una. L'unica macchina che ho mai guidato è la mia fantastica BMW. Ho paura di farmi male. Non sono un tipo temerario... anzi, mi fa paura quasi tutto.

《Non hai mai corso a 150 in autostrada?》
《Questa non è un'autostrada, Seb.》
《Hai paura?》

Non rispondo. Sì che ho paura, ma il mio orgoglio è più grande di tutto quello che mi circonda.

《Certo che no.》
《Dai, ci andrò piano, non voglio farti piangere.》 Ride.

Alzo il dito medio verso la sua direzione. Ride ancora. Iniziano a tremarmi le gambe. Devo calmarmi! Faccio una serie di respiri profondi per poi partire, come giro di prova.
In pochi minuti capisco che velocità utilizzare quando faccio le curve. Non è poi così difficile... tenendo conto che vado a 50.
Arriviamo, di nuovo, dopo tre giri di prova, sulla linea di partenza. Al suo "via" partiamo. Stringo il volante e tendo le braccia.
Non appena urla il tanto atteso "via" entrambi partiamo. Lui, ovviamente più veloce di me, essendo un pilota si muove meglio di me. Abbiamo stabilito 5 giri. Siamo solo al secondo, ed io sono già stufa, però mi diverto a sbattere gli alettoni contro la parte posteriore del suo Go Kart. Quando sono di fianco a lui, nel rettilineo, lo sento ridere.

《Ah eccoti, finalmente!》

Rido e cerco di sorpassarlo. Il flashback del'incidente, con Hamilton, di Sebastian mi passa davanti gli occhi, costringendo il mio piede a fare pressa sul freno, sollevando un sacco di polvere e rovinando le ruote. Scendo velocemente dal Go Kart, buttando il casco a terra. Mi metto le mani tra i capelli cercando di tranquillizzarmi. La mia mente continua a portare a galla il ricordo che ho della macchina di Seb che gira su se stessa, dopo l'impatto con la ruota anteriore sinistra della Mercedes di Hamilton. 

《È solo un ricordo, cerca di calmarti!》 Continuo a ripetermi.
《Ehi, che ti è preso?》

Non rispondo, sono troppo impegnata a stabilizzare il mio respiro.

《Alex?》 Mi mette le mani sulle spalle.
《Ho... avuto un piccolo attacco di panico. Nulla di preoccupante.》
《Ja ja, ma tu stai tremando.
《È il freddo.》
《Alexandra, ad Abu Dhabi non c'è freddo.》

Quel Tedesco Bastardo 《VETTEL》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora