Capitolo 6- E da lí iniziarono i guai:

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Avvisai Lip che avrei lavorato più del dovuto, se gli avessi detto che andavo ad una festa con Christian, sarebbe impazzito.

Dopotutto si trattava di qualche ora.

Salii in auto con lui e giungemmo ad una villa enorme nel North Side di Chicago.

Era interamente fatta in marmo, con una piscina rotonda e tante piante con colorati fiori.

Scesi dalla macchina più meravigliata del solito. - Oh Mio Dio. - 

- Sapevo che ti sarebbe piaciuta. - rise lui.

- Christian, questa e una città, non una casa! - commentai.

- Ti faccio fare un giro. - mi disse, prendendomi la mano.

Fu un gesto inaspettato, ma non mi diede fastidio.

Mi fece vedere una gigantesca sala da pranzo con un lungo tavolo in legno, l’argenteria luminosa, la palestra e una sala da ballo.

- A mia madre piace il valzer e qualsiasi tipo di ballo del 1900. - spiegò Christian.

Giungemmo poi in una stanza grande quanto la mia sala da pranzo: due letti, due armadi e due scrivanie, ma di colori diversi.

- Questa era la camera di mia sorella e me. - disse, aprendo il guardaroba femminile. - Prendi quello che vuoi, tanto non se ne accorgerà. -

C’era una pila di almeno 50 vestiti di tutti o colori.

Ne scelsi uno bianco con delle margherite disegnate, mentre dallo specchio sopra l’anta dell’armadio, vidi Christian cambiarsi poco più lontano da me.

Aveva messo più muscoli, di sicuro ne aveva qualcuno di più di Lip.

Ma perché stavo facendo quei paragoni?

Scossi la testa per togliermi quel pensiero, quando notai qualcosa di strano: non appena si tolse la canottiera, c'era un enorme livido sul fianco.

Mi voltai senza pensarci. - Che ti è successo? -

Lui capì che parlavo della ferita. - Oh, non è niente. -

- Sei sicuro? - domandai.

- Non preoccuparti. - continuò sorridendo. - In fondo a destra c’è il bagno, dovrebbero esserci dei trucchi. -

Quando andai in bagno trovai più di qualche trucco, ce ne erano una montagna: decisi però di optare solo per il mascara e il rossetto.

Nel tornare nella sala da pranzo, vidi che alcuni ospiti erano arrivati: tutti uomini d’affari vestiti di smoking.

Ci dirigemmo al tavolo e Christian mi passò un calice di vino bianco: era da un sacco di tempo che non toccavo alcool, ma non mi dispiaceva.

Bevvi un sorso e mi guardai intorno. - Sostanzialmente, quanto sei ricco? -

Lui ridacchiò. - Perché dobbiamo parlare sempre dei miei soldi? - 

Alzai le spalle. - Alla fine sei diventato proprietario di tutti quei palazzi? - domandai continuando a bere.

- No, non faceva per me... - sussurrò. - La verità è che mi aveva costretto lei. - rispose, facendo un cenno verso sua madre, in mezzo alla folla di uomini.

- Mi dispiace. -

- Ho continuato a fare quello che mi piaceva. -  continuò, quando improvvisamente mi accarezzo il labbro.

- Christian... - balbettai, allontanandomi.

- Ho promesso che non avrei fatto niente senza il tuo consenso Nicole... Hai solo il rossetto un po’ sbavato. - spiegò deciso.

Mi aggiustati arrossendo e dispiacendomi di aver pensato male.

- Quand’è che inizierai a fidarti di me? - sospirò poi, posando il vino. - Non avrei dovuto invitarti, scusa. - continuò, dileguandosi in camera.

Lo seguì piena di sensi di colpa. - Christian, aspetta! - esclamai, andandogli dietro. - Mi dispiace, scusa! - continuai, afferrandogli la giacca del vestito per bloccarlo. - Avevi ragione, avevo bisogno di uscire. - gli dissi, guardandolo negli occhi. - Grazie. -

Annuì come se stesse accettando le mie scuse. - Va bene. - continuò, poggiando la mano sulla sua.

- Devo tornare a casa... -

Prima che le cose si facessero troppo strane, tornai al negozio dovevo avevo lasciato l’auto e mi diressi a casa.

Trovai Lip a preparare la cena e Tommy dentro il seggiolone col biberon.

- Buonasera. - mi disse Lip, baciandomi.

- Ciao. - rispose sorridendo.

- Io e Tommy abbiamo una sorpresa per te. -
Lo tirò fuori dal seggiolino e lo posizionò a pochi metri da me. - Coraggio Tommy, va dalla mamma. -

Con fatica, ma camminando Tommy venne da me.

Inizia a piagnucolare come se avessi il ciclo e meravigliata lo strinsi a me. - Sei stato bravissimo amore mio! -

- E’ successo quando siamo tornati dall’asilo. - spiegò Lip.

Mi dispiaceva essermelo perso, ma ero felicissima.

That's How It Goes. (E' così che va- Shameless Fanfiction.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora