Capitolo 13-La diagnosi:

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Quando tornai a casa, Lip stava preparando la cena e Tommy aveva già il biberon tra le manine.

- Ehi, sto facendo delle bistecche. - mi disse Lip, baciandomi. - Lo sai che Tommy sta mettendo il primo dentino? -

Sorrisi felice e baciai la fronte del bambino. - Bravissimo amore! -

Dovevo parlare con mio marito della faccenda di Xan così inventai un scusa per allontanarla.

- Tesoro, mi sembra di aver visto della posta mentre venivo, me la prenderesti? - le chiesi, dandole la chiave della cassetta.

Una volta fuori, mi avvicinai a Lip. - Cosa hai deciso di fare con la madre? -

- Le ho detto di vederci davanti l’officina alla 23:00, le offrirò dei soldi per lasciarla in pace. - spiegò. - Tranquilla, sono miei, non nostri. -

- E credi che accetterà dei soldi invece che sua figlia? - domandai basita.

- Ne sono sicuro: è una battona, Nicole, l’ho seguita tutto il giorno. -

Forse non aveva tutti i torti e quindi lasciai che provasse quel tentativo, ormai mi ero abituata alla presenza di Xan.

Misi prima al letto Thomas e vedendolo sdraiato nella culla, notai che la malformazione del suo corpo iniziava a mostrarsi: le gambine, invece che esser dritte, andavano leggermente verso l’esterno, formandogli un arco.

Ma per me era bellissimo così com’era.

Dopo averlo accarezzato un po’, mi diressi da Xan sul divano per rimboccarle le coperte.

- Ti manca la tua mamma? - le chiesi.

- Voi siete fantastici... E vorrei rimanerci per sempre... - rispose. - Ma voglio bene alla mia mamma e vorrei tanto rivederla. -

Quelle sue parole mi commossero e, non solo mi fecero sentire la nostalgia dei miei genitori, ma mi facero anche capire che quella bambina aveva bisogno di sua madre.

- Ti avrebbe di venire in un posto con me? -

Quando arrivammo davanti all’officina, Lip stava per dare la busta con i soldi a quella donna.

- Ma quella è mia mamma! - esclamò Xan.

- Coraggio vai da lei. - le dissi.

Scese velocemente dalla macchina e corse ad abbracciare sua madre: una delle più belle scene che avessi mai visto.

Lip ne fu scioccato, arrabbiato e dispiaciuto alla stesso tempo: avevo già visto quello sguardo nei suoi occhi, quando gli avevo mentito sulla prima gravidanza.

Non mi pentivo di quello che avevo fatto.

- Grazie, grazie. - mi disse la donna, piagnucolando.

Avevo fatto la cosa giusta.

Mi asciugai una lacrima e portai i capelli all’indietro ma quando lo feci, notai qualcosa di strano e spaventoso.

Una  ciocca di capelli mi rimase in mano e temei il peggio.

Diario di Nicole

Mio caro Tommy, devi promettere a te stesso che non dovrai mai avere paura di niente.

La vita è stronza, ma tu combatti.
***
Quando mi svegliai il mattino dopo e mi voltai verso Lip, notai che stava tutto accucciato con lo sguardo basso.

- Ehi, stai bene? - gli domandai, abbracciandolo da dietro.

- Si... Hai fatto la cosa giusta. - rispose, baciandomi la mano.

Cercai di credergli e mi alzai. - Potresti portare Tommy all’asilo? Oggi non vado al lavoro, non mi sento molto bene. -

Non volevo dirgli che avevo intenzione di andare in ospedale per farmi visitare: non volevo allarmarlo, magari si trattava di una sciocchezza.

Successivamente, andai a casa Gallagher per cercare Debbie: era sempre con lei che andavo all’ospedale.

Era come se senza non riuscissi a sentirmi al sicuro.

- Ehi ciao, per caso hai qualche visita da fare? - le chiesi a bassa voce per non fami sentire dai fratelli.

- No, perché? -

- Ti dispiacerebbe accompagnarmi? -

- Certo, come no. -

Una volta arrivate, ci sedemmo in sala d’aspetto e iniziai a battere il piede a terra per il nervoso.

- Stai bene? Per cos’è la visita? - mi chiese Debbie.

- Devo fare una tac.-

- Ti sei fatta male? -

Scossi la testa e mi passai la mano nei capelli per farle vedere le ciocche che mi stavano cadendo: voltai lo sguardo perché quello rendeva tutto così reale.

Li sgranò gli occhi. - Credi di avere il cancro? -

- Mio padre ci è morto quando avevo 2 anni... forse è ereditario. - pensai.

Quando mi chiamarono in sala, l’ansia crebbe.

- Sono qui vicino a te. - mi disse Debbie, stringendomi la mano.

Le sorrisi prima che mi mettessero il camice e che mi sdraiai all’interno dell’enorme macchina.

Faceva un rumore insopportabile, ma che pian piano venne coperto dai miei mille pensieri: e se era tutto vero? Chi avrebbe pensato a Tommy? A Lip? Ad Ian? Sarei guarita?

Tutto d’un tratto la macchina se fermò ma non i battiti veloci del mio cuore.

Davanti a me avevo Debbie e un dottoressa dalla chioma bionda che guardavano i risultati sul monitor, al di la di un vetro.

Mi alzai e l’infermiera mi ridiede i vestiti.

Mi voltai poi verso Debbie: il suo sguardo non me lo sarei mai dimenticato.

Paura, pura paura.

Dispiacere.

Tristezza.

Tutto insieme.

Avevano trovato qualcosa e non sembrava niente di buono.

Scoppia a piangere senza rendermene conto.

Debbie corse da me per abbracciarmi.

- Sssh... vedrai, andrà tutto bene... -

Diario di Nicole.

Caro Tommy, quando ti dicono che andrà tutto bene, tu non crederci mai.

That's How It Goes. (E' così che va- Shameless Fanfiction.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora