Capitolo 23-Buon compleanno a me:

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Eravamo in un albergo del North Side, di fatti pochi isolati dopo trovammo uno splendido parco con un laghetto.

Lip le diceva di fermarsi, ma la donna non ne voleva sapere .

Improvvisamente, Lip inciampò su un sasso e io su di lui, quindi cademmo entrambi sull’erba.

Scoppiammo a ridere.

-  Se ne sta andando, vero? - domandò Lip, steso a terra col fiatone.

- Si e anche abbastanza veloce. - risposi, vedendo l’attrice correre via.

- Sono già stato qui: tra qualche isolato c’è un ristorante, si fermerà lì a bere, possiamo recuperarla. - disse lui, prendendomi la guancia. - Dove eravamo rimasti? -

Risi per la sua solita no-chalance e poggiai le mie labbra sulle sue.

- Non vorrei distrarti dal lavoro. - commentai sarcasticamente.

- Troppo tardi. -

Continuai a baciarlo per un po’, era bello, ma dovevamo anche inseguire  quella donna o avremmo perso cinque mila dollari.

- Cinque mila dollari, Lip, ricordi? - continuai alzandomi.

- Già, è meglio andare. -

Riprendemmo a correre e raggiungemmo quel ristorante.

Quello donna era già comodamente seduta al tavolino e stava per bere da un bicchiere probabilmente pieno di alcool.

Andai vero di lei e gettai a terra in bicchiere in vetro.

- Ma sei impazzita?! - gridò lei.

- Ultimamente lo faccio. - commentai un modo sarcastico.

- Chi diamine siete? - domandò lei.

- Io sono Lip e lei Nicole, siamo i tuoi sponsor. - spiegò Lip.

- I miei stalker,vorrete dire! -

- Stasera hai una riunione importante e noi abbiamo il compito di farti rimanere sobria. -

Lei sospirò scocciata. - Non vi arrenderete facilmente, vero? -

Io e Lip scuotemmo la testa all’unisono.

- Merda. -

Quando si fece sera, accompagnammo la donna alla sua limousine, completamente sobria.

Lip la salutò attraverso i vetri neri e poi ci damo il pugno, soddisfatti del nostro lavoro.

Debbie aveva gentilmente preso Thomas dall’asilo e lo aveva fatto mangiare.

Così, ci avviammo da lei per prenderlo, ma Lip mi fermò prima che facessi le scalette.

- Che c’è? - gli dissi.

- Domani e il tuo compleanno... -

Era vero, avrei compiuto 24 anni, ma non ci davo molta importanza. - E allora? -

- Non vuoi festeggiare? -

Alzai le spalle. - Non lo so... Sarà il mio ult-... -

Mi posò una mano sulla bocca prima che finissi. - Non ti azzardare a dirlo. - mormorò.

Lo guardai negli occhi e sorrisi appena. - Cosa avevi in mente? -

- Potevamo andare in qualche ristorante carino del North Side. -

- E puoi permettertelo? -

Tirò fuori dalla tasca il mazzetto di cinque mila dollari con sguardo soddisfatto.

Ridacchiai e annui. - Va bene. -

Cenammo in un bel ristorante, con cibo buonissimo.

Passeggiamo mano per mano mentre tornavamo nel South Side.

Durante il tragitto, ci imbattemmo in un gruppetto di persone accalcate in un angolo.

Stavano ascoltando una coppia suonare la nuova canzone dei Maroon 5.

- Adoro questa canzone! - esclamò Lip.

Risi per la sua reazione e anche quando mi poggiò le mani sui fianchi come ballassimo un lento.

Gli misi le braccia attorno al collo quando iniziò a canticchiare il ritornello con il labiale mentre mi guardava profondamente negli occhi e sorrideva.

Era così bello e pazzo, ma così ingiusto fargli vivere quei momenti di felicità, avrebbe fatto si che lui mi lasciasse andare più difficilmente.

- Non posso farlo, Lip. - balbettai, staccandomi.

Mi afferrò la mano e mi attirò a se come fa una calamita.

Mi circondò il bacino con il braccio in modo stretto. - Fallo decidere anche a me. - mormorò, per poi baciarmi.

Improvvisamente mi prese in braccio e urlacchiai perché non me lo aspettavo.

Salì in casa e mi poggiò sul letto, continuando a baciarmi.

Provò a togliermi le scarpe, ma gli fu difficile. - Con che cazzo ce l’hai attaccate, con la colla?! - esclamò ridendo.

Scoppiai ridere e lo attirai verso di me, scambiando le nostre posizioni.

Mi misi a cavalcioni su di lui e gli tolsi la maglietta, scoprendo i suoi lievi addominali.

Lui si alzò con il busto e mi sfilò le parti sopra, avendo successo nello sganciare il reggiseno.

Era da tanto che non facevamo l’amore, ma ne era valsa la pena.

Si poggiò al mio petto con la fronte sudata e guardò l’ora. - E’ mezzanotte e dieci... Buon compleanno. - mi disse, baciandomi.

- Grazie. - gli dissi, prendendogli la testa per ricambiare.

Il compleanno migliore del mondo.

That's How It Goes. (E' così che va- Shameless Fanfiction.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora