Capitolo 25-Sbandata:

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Mentre Lip tornava un auto per prendere gli asciugamani, mi sedetti sulla sabbia a guardare il tramonto.

Cercai di memorizzare ogni singola cosa: La sensazione del vento sulla pelle, il modo in cui le gocce mi cadevano addosso, il leggero sapore di sale.

Prima o poi, le uniche cose che avrei sentito sarebbero stati il dolore e la pappa da ospedale.

Mi vennero i campi allo stomaco e i brividi al solo pensiero: ero spaventata e iniziai a tremare.

Lip mi coprì subito con un telo di mare. - Ehi, stai bene? - mi sussurrò all’orecchio.

Presi un bel respiro e mi calmai. - Si, sto bene. - risposo, lasciandomi pervadere dal suo calore. - Grazie per avermi portata qui. - gli dissi.

- Piccola... Ti ci sei portata da sola. Tu sei fortissima, puoi fare tutto. - commentò, accarezzandomi il volto.

Lo guardai negli occhi e ci vidi la mia vita. - Ti amo. -

- Ti amo anche io. - mormorò, baciandomi più volte a stampo.

Mi abbracciò da dietro e insieme guardammo il modo in cui il solo si poggiava sul mare.

- “La luna brilla, è notte inoltrata, ti guardo dormire e resto incantato, il visino disteso, in pace col mondo, ascolto il tuo respiro, dolce e profondo.” -

Riconobbi la ninna nanna per Tommy e sorrisi mentre lui mi cullava.

- Resterai con me? - gli domandai.

- Sempre, fino alla fine. -

Ormai si era fatto sera, indossammo i vestiti e tornammo in città, dato che dovevo incontrarmi con Christian.

Lasciai Lip davanti casa. - Va bene, chiamami non appena saluti quel coglione. - mi disse.

Ridacchiai e annuii, per poi baciarlo. - D’accordo. -

Andai da Patsy’s e parcheggiai lì vicino, lui mi stava aspettando ad un tavolo.

- Ciao. - lo salutai, sedendomi davanti a lui.

- Ehi... Ho preso due caffè. -

- Perfetto, grazie. -

- Allora... Come stai? - mi domandò.

- Il mio matrimonio sembra bene, mio figlio ha imparato a camminare e a parlare... Io, peggioro... -

Lui fece una smorfia di incomprensione. - A-Aspetta... Se il tuo matrimonio è ok, perché tutta questa storia dell’affidamento? -

Alzai le spalle. - Non lo so... Ci eravamo solo, persi di vista probabilmente... -

In realtà nemmeno io sapevo il perché.

Lui tirò su un sopracciglio. - Quindi siete tornati insieme? -

Notai un lieve tono di delusione nelle sue parole. - Non ci siamo mai lasciati... -

Si passò una mano nei capelli e fece una ridarella nervosa. - Quindi ho speso tutti quei soldi per niente... - mormorò tra se e se.

- Q-Quali soldi? - chiesi confusa.

- Tutti quelli spesi per farti vincere quella cazzo di causa! -

In quel momento, facendo due più due, capii perché si stesse alterando tanto.

- Hai corrotto la giuria, Christian?- Gli chiesi, dritta e concisa.

- Certo! Come credi che ti avrebbero affidato tuo figlio, altrimenti?! - esclamò, con gli occhi avvelenati.

Due giorni interi in tribunale mi caddero addosso: giorni sprecati, perché tanto avrei vinto lo stesso dato che Christian aveva corrotto tutti con i soldi.

- Oh mio dio. - mi alzai con la nausea, stavo per vomitargli addosso per quanto mi faceva schifo.

- A-Aspetta, non volevo dire questo... - balbettò, seguendomi fuori.

That's How It Goes. (E' così che va- Shameless Fanfiction.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora