Capitolo 15-Il vecchio Lip:

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Successivamente aver lasciato Carl, cercai Lip nelle varie stanze e lo trovai nelle vecchia camera di Fiona.

Apri lentamente la porta e lo vidi dormire profondamente, circondato dalle bottiglie  di birra vuote.

Mi avvicinai e lo scossi per svegliarlo.

Fece un verso e mi guardò. - Vattene. - mormorò in un lamento,  probabilmente ancora ubriaco.

Sospirai e tornai di sotto, dove finalmente trovai Ian che stava per uscire.

- Aspetta! - esclamai inseguendolo.

- Ehi, che ci fai qui? - mi domandò.

- E tu invece... Dove vai? - balbettai, in preda al panico.

- Mi vedo con Geneva e il mio avvocato per decidere sul da farsi: domani ho il processo. - spiegò, mentre ci incamminavamo.

Ian stava rischiando tanti anni di prigione e in quella situazione delicata, non me la sentii di dargli quella pena.

Raggiungemmo l'ufficio dell'avvocato, dove c'era anche quell'insopportabile ragazzina.

- Lei che ci fa qui? - domandò con fare altezzoso.

Alzai un sopracciglio per il suo tono. - “Lei” è la sua migliore amica, può accompagnarlo dove gli pare. - risposi. Mi rivolsi poi all’avvocato.  - Allora, quali sono le opzioni? -

- Beh, se si dichiara colpevole gli daranno dai 10 ai 15 anni per vandalismo e oltraggio alla legge... Per non parlare della resistenza a pubblico ufficiale... - rispose egli. - Altrimenti, può patteggiare e gli daranno 2 anni e poi la libertà vigilata. -

- Che è la scelta più giusta. - intervenne Geneva.

- Questo lo deciderà lui. - aggiunsi.

- Oppure, l'ultima opzione è dichiarare l'infermità mentale, il fatto che è bipolare e che non prende le sue pasticche.-

- Sarebbe un oltraggio alla figura del Gay Jesus. - commentò la ragazza.

- E' meno importante che farsi 10 anni di carcere, non credi? - ribattei.

- Per loro sarà un eroe. -

Ecco che cominciò a darmi sui nervi. - E che mi dici della sua famiglia? -

- Noi siamo una cosa più grande. -

- Niente è più grande della famiglia. -Sbuffai. - E se mentre lui è in prigione, che so, uno dei suoi parenti sta male? Lui non potrà dare il suo supporto perché è in prigione a fare l'eroe! -

- Stiamo parlando di probabilità... -

Ormai con quella smorfiosa non controllavo le mie parole.

- Nessuna probabilità. Io ho il cancro e ho bisogno di lui! - esclamai.

Mi coprii la bocca con le mani, sperando di averlo detto davvero.

Ma lo avevo fatto e calò un tenebroso silenzio.

- Dici davvero? - domandò Ian, pallido in viso.

Ero sull'orlo di piangere di nuovo, ma non potevo farlo ancora. - Mi dispiace... - balbettai per poi alzarmi e uscire fuori di fretta.

Lui mi seguì e afferrò il mio braccio. - Nicole, sei malata? -

- Volevo aspettare la fine del processo per dirtelo, scusami. - continuai.

Mi abbracciò e mi persi in quel suo calore.

- Vedrai, guarirai... - sussurrò, baciandomi la fronte.

- Non so se iniziare le terapie... Costano tantissimo. Non potrò pagare l'asilo di Tommy e prosciugherò letteralmente gli stipendi di Lip. - spiegai.

- Potremmo anche pensaci noi a Tommy. Se Tommy non avrà una mamma, sarà peggio di non avere un'istruzione. - commentò.

Non aveva tutti i torti e il suo sorriso mi incoraggiò, magari sarebbe davvero andato tutto bene.

- Ho intenzione di tingermi i capelli. - mi rivelò, mentre tornavamo a casa.

Alzai un sopracciglio in modo sorpreso. - Davvero? -

- Si voglio farmi moro, mi aiuti? -

Ridacchiai per la folle idea e ci avviammo in bagno, ma trovammo Lip immerso nella vasca circondato da sigarette.

- Non starai esagerando? Prima le birre e adesso le sigarette? - commentò Ian, io non sapevo che dire.

- E a te che cazzo te ne frega? - rispose Lip, uscendo dalla vasca senza asciugamano. - Sto per diventare vedovo, posso fare quello che cazzo mi pare. -

- Lip, non sto morendo adesso. - intervenni.

- Si, ma morirai prima o poi. Credi alla favola delle terapie? Io no. E' così che va. - esclamò, gocciolando a terra. - E, io non intendo stare qui a guardare. -

That's How It Goes. (E' così che va- Shameless Fanfiction.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora