Capitolo 15

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FILIPPO'S POV
Sto aspettando da più di venti minuti e Mia non scende dalla sua stanza.
Quanto è testarda!
Devo capire perché non vuole correre.
《Eccomi Fil》dice radiosa.
Ah bene, ora è anche bipolare.
《Ei bellissima. Andiamo》dico prendendole la mano e l'afferra subito.
《No, non voglio correre》si rifiuta.
《Spiegami il motivo dai!》la invito.
《Non so neanche chi sei e dovrei raccontarti le cose successe nella mia vita?》sputa acida.
《Sai che ti dico? Prima avevamo un rapporto di solo odio. Ci odiavamo soltanto quindi stammi alla larga》invento.
Vedo che ha gli occhi lucidi però si gira e torna a casa.

Io invece vado avanti, decido di andare in un bar per distrarmi.

***
《Un altro bicchiere grazie》dico.
Sarà il terzo bicchiere di vodka che bevo.
《Ma è il decimo!》dice la signorina dalla voce squillante e fastidiosa.
《Vuoi una scopata? Bene, dammi l'altra vodka》e me lo porge subito.
《Mal d'amore?》mi chiede.
《Ma quanto sei invadente da uno a infinito? Comunque no, cioè non lo so, forse》spiego.
Non sto capendo un cazzo.
《Vabbè mi allontano, ho altri clienti da servire》spiega.

SOFIA'S POV
Questo ragazzo ha qualche problema.
È entrato nel mio locale e ha iniziato a spaccare tutto.
Poi mi ha chiesto da bere e continua a farlo.
Per fortuna ora sono riuscita ad allontanarmi con il suo cellulare per chiamare qualcuno e farlo venire.
Ho usato la scusa che devo servire gli altri tavoli.
È così brillo che non si è nemmeno reso conto che oltre lui non c'è nessuno.
L'ultima chiamata registrata in questo telefono è di una certa 'Mia'.
Forse sarà la fidanzata.
Chiamo ma cade la linea.
Spingo sul tasto e sento squillare.

MIA'S POV
Dopo aver litigato con Filippo, mi sono sentita molto in colpa.
Non merita di essere preso in giro, gli dirò tutto al più presto.

Sono a casa e sto sul divano con la mia amata compagna depressione.
Sento vibrare il mio cellulare dalla tasca posteriore dei jeans e quindi lo estraggo fuori.
È un numero di Filippo.
《Che cosa vuoi Fil?》esordisco.
《Ciao Mia》dice l'altra parte del telefono ma è una donna.
Perché cazzo mi chiama se si sta divertendo con un'altra?
《Chi sei? Perché mi hai chiamata?》domando.
《Senti, il tuo amico, il tuo ragazzo è qui da due ore ed è molto ubriaco. Puoi venire a prenderlo?》dice.
Cosa ho combinato?
Sta lì da due ore; proprio da quando abbiamo avuto quella discussione.
Sono una cretina!
Ecco perché non tornava più a casa!
《Vabene, arrivo. Scrivimi l'indirizzo》
《Okay a tra poco, ciao》dice la ragazza.

***
Sono appena arrivata al locale e vedo una ragazza che suppongo sia la tipa che mi ha chiamata poco fa e poi lo vedo.
È tutto rosso in viso e si vedono le vene che si gonfiano sul collo.
《Filippo!》urlo.
《Che cazzo ci fai qua? Non mi conosci! Vattene!》dice avvicinandosi facendo il viso da duro.
《Fil, torniamo a casa》dico e lo prendo per un braccio.
《Ciao Mia, sono Sofia, la ragazza che ti ha chiamata al telefono poco fa》dice.
《Sì, ho capito. Come mai hai chiamato me?》chiedo.
《Diceva il tuo nome in continuazione così senza che se ne accorgesse, ho preso il suo cellulare e ho visto anche lì il tuo nome》spiega.
《Tieni a bada il tuo ragazzo》dice ridendo e facendomi un occhiolino.
《Oh no, non stiamo insieme! Siamo fratellastri》spiego con un velo di tristezza nella voce che non dovrebbe esserci.
《Va bene, sai, potremmo essere amiche!》esordisce contenta.
《Lo penso anche io. Ecco, questo è il mio numero》le porgo il mio numero di telefono e lei fa lo stesso.
《Allora, ciao》dico.
《Si, ci si vede!》
Ritorno da Filippo.
Non riesce neanche a camminare in un modo normale infatti sono costretta a tenerlo da tutte e due le braccia.
Entriamo in macchina e vado verso casa.
In tutto il tragitto non parliamo.
Il prima possibile dovrò dirgli quello che ho combinato.

///
Siamo appena arrivati a casa e Filippo si trova nella sua stanza perché ha bisogno di un sano riposo.
Io invece vado in cucina perché ho voglia di mangiare qualcosa.
Preparo un panino e mi accomodo sul divano e guardo la tv.

Sento improvvisamente urlare.
Balzo dal divano e vedo che non c'è sole oltre le finestre.
Cazzo!
Sono le 8 di sera.

Ma quanto ho dormito?
Vabbè.
Sta di fatto che ho fame, quindi, mi alzo dal divano e vado in cucina per mangiare qualcosa.
Corro in cucina e mi preparo un panino con il salame e la maionese.
《Ciao sorellina 》dice una voce che conosco molto bene.
《Ciao Ein! Perché non mi hai svegliata prima?》chiedo.
《Sei tenera mentre dormi》dice.

Preparo il panino, vado nella mia stanza ed Einar mi segue così gli confesso una cosa.
《Ein...non so se dirlo a Filippo. Ho paura che tutto potrebbe finire》spiego triste e colpevole.
《Ti consiglio di dirlo. Pensa come potrebbe reagire Filippo se scoprisse da un'altra persona che dopo poche ore da quell'incidente ricordavi tutto e hai finto per metterlo alla prova!》dice Einar un po' arrabbiato.
Finisce di parlare e sto per rispondergli quando sento un applauso alle mie spalle.
È lui.
Ha sentito tutto.
《Brava! Ora sei brava anche a prendere in giro chi ti sta attorno!》dice alzando troppo la voce.

Einar ci lasci soli in stanza.

《Fil, ascolta》dico cercando di prenderlo per un braccio ma si allontana categoricamente.
《No basta! Mi hai preso in giro tutto il cazzo del tempo! Ti rendi conto? Non sono il tuo bambolotto!! Sai cosa ho provato quando ricordavi tutti e non me? Mi sentivo una merda! Poi scopro che dopo qualche ora ricordavi tutto e mi hai messo alla prova. Alla prova di che? Spiegarmelo perché veramente...》non lo faccio finire di parlare perché lo bacio.
All'inizio sembra scosso da questo bacio inaspettato e sinceramente lo sono anche io.
Perché l'ho baciato?
Forse mi sto innamorando di lui.
No, che dico? Non posso! È come un familiare!
Si scioglie e chiede con la sua lingua l'accesso alla mia e la lascio passare subito.
Le lingue si incontrano e si intrecciano tra loro.
Mi sento rinata.
Sì, forse un po' il mio fratellastro mi attrae.

Non mi accorgo che sono intrappolata al muro e le sue mani sono ai lati della mia testa.
Poi però succede che le sue mani tengono fortemente i miei fianchi e ci fanno dei segni immaginari con le dita. Nel frattempo incastro le mie mani tra i suoi capelli e li tiro facendo gli riprodurre un gemito strozzato.
Continuiamo a baciarci e, mantenendomi ben salda dalla vita, mi sposta dal muro e mi fa stendere sul letto e lui su di me.
《Sei perdonata piccola》sussurra con voce roca.

Poi comincia a baciarmi il collo.

RED FIREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora