Avrei dovuto sapere che quel paio di occhi neri non portava nulla di buono. Avrei dovuto prevedere che quel bel ragazzo dall'aria misteriosa e attraente portava tanti guai. Avrei dovuto. Devo dirlo ad Alessandro. Questo segreto mi fa sentire sporca. Del resto, è stata solo colpa mia.
Osservo la gente dai gradini del monumento in piazza. Persone frettolose che entrano ed escono dai negozi per comprare gli ultimi regali di Natale. Probabilmente, per dei parenti che vedono una volta l'anno. Il cielo ha il tipico colore di una giornata invernale. Grigio, come i pensieri che si ricorrono nella mia mente. A
lzo lo sguardo e vedo arrivare Alessandro.
Riaffiora un ricordo.
Esattamente tre anni fa, mi trovavo in questo stesso luogo. Il cuore mi batteva all'impazzata, proprio come ora, ma per un motivo ben diverso. Allora gli confessai i miei sentimenti. Adesso gli devo confessare un tradimento. "Come mai qui?" mi chiede, dopo avermi salutato con un bacio sulle labbra. "È un posto simbolico" gli rispondo, sostenendo il suo sguardo. "Se non sbaglio, esattamente tre anni fa, ci trovavamo qui". Si guarda attorno. "Devi dirmi qualcosa?". Sospira, come sapesse già tutto. Rimango in silenzio, cercando le frasi giuste per formulare un discorso sensato e coerente, che non sembri una scusa. "Andiamo, Marta. Aspetto solo che tu lo ammetta. Vedi, a volte la differenza d'età serve anche a questo, in un rapporto. So cosa è successo". Cala un silenzio quasi irreale tra noi. Le lacrime iniziano a rigarmi il viso, mentre continuo a guardarlo. Non riesco a parlare. "Non sono arrabbiato. Però sono deluso, Marta. Da te non me l'aspettavo". Per lui sono stata un libro aperto fin dall'inizio. È sempre stato impossibile nascondergli ciò che sento. Se qualcosa non va, lui lo avverte subito. "È stata tutta colpa mia" dico, scoppiando a piangere. Continua a guardarmi, rimanendo immobile. Alcuni passanti ci buttano delle occhiate di compassione, ma tornano subito alle loro faccende. "Quando succedono cose come queste, la colpa non è mai di uno solo" mi dice in tono pacato. La sua espressione è seria. Intravedo nei suoi occhi quasi un lampo di rabbia, mentre mi asciugo le lacrime. Credo di aver pianto abbastanza. "Mi serve del tempo per elaborare la cosa". Alessandro evita qualsiasi contatto con me. Non mi abbraccia. Non mi tocca. "Ti capirò se vorrai lasciarmi" gli dico, abbassando lo sguardo. Si avvicina e mi accarezza dolcemente una guancia "Non ti lascio, Marta. Ma ho bisogno di tempo. Perdonami". Se ne va, lasciandomi così. Sola. Incapace di reagire.
Impreco come uno scaricatore di porto mentre mi alzo dal letto. È sabato mattina. Di solito mi alzo più tardi. Ma oggi devo essere in ufficio alle 10:00 per il taglio del panettone. Prima delle vacanze di Natale, ci si trova a chiacchierare tra colleghi, mentre si mangia una fetta di panettone e si beve qualcosa. Durante l'ultima settimana non ho avuto modo di incrociare spesso Matteo. È stato molto impegnato, ed io sono stata mandata in magazzino ad aiutare i ragazzi per la maggior parte del tempo. Perciò, non ci siamo incontrati, se non di sfuggita lungo le scale.
Fortunatamente, le ragazze non sanno nulla di come è andata a finire quella sera. Ed io sono riuscita a comportarmi normalmente. Decido di vestirmi elegante, ma comunque comoda. Un paio di leggings nere, una camicetta bianca ed un maglioncino. Parcheggio l'auto sul retro e scendo. Avverto un colpo al cuore quando la sua Porsche accosta di fianco alla mia. I nostri sguardi si incrociano, ma nessuno dei due ha il coraggio di parlare. Chiudo la portiera e mi avvio verso l'entrata, quando qualcuno mi afferra il braccio per fermarmi. "Aspetta!". Mi fa voltare verso di lui. "Non abbiamo nulla da dirci" rispondo secca, strattonandolo per liberarmi dalla sua presa. "Non possiamo evitarci per sempre". Si toglie gli occhiali da sole. I suoi occhi neri mi fanno trasalire. "Ho raccontato tutto ad Alessandro" dico tutto d'un fiato. "Cosa hai fatto?" ribatte, alzando la voce. Si guarda attorno per accertarsi che nessuno l'abbia sentito. Con voce più calma cerco di spiegarmi meglio. "Vedi, nella mia relazione la sincerità è una cosa importante. Non potevo continuare a far finta di niente. Non ci riuscivo. E lui ha sempre avuto la capacità di leggermi dentro. Ci è arrivato da solo". Mi guarda accigliato. "Ah...e per fortuna nessuno doveva saperlo!". Gli volto le spalle ed inizio ad allontanarmi, ma mi blocca di nuovo. "Presumo che Beatrice non sappia nulla..." gli dico con tono sprezzante. "Sempre se esiste" aggiungo sottovoce, senza farmi sentire. "No. Non deve sapere nulla. Non abbiamo fatto nulla di non voluto. E questo lo sai anche tu. Devi solo ammetterlo a te stessa. Io non ti sono indifferente. Ora andiamo. Ci stanno aspettando." Si rimette gli occhiali da sole e si allontana. Io lo seguo, ammutolita.
.......
"Chi manca?" chiede Matteo, tagliando il panettone. "Ci siamo tutti!" conferma Lucia. Mi guardo attorno. La sala riunioni è piena di gente. Siamo tutti qui, intorno al grande tavolo rettangolare, noi dipendenti, Matteo e pure alcuni degli autisti. Scambio qualche parola con le ragazze e rido alle battute di Denis, un autista molto simpatico. Prima di salutarci, ci scambiamo gli auguri con strette di mano e baci. "Tra poco dovrò farlo anche con lui" penso, mentre mi infilo il cappotto. "Allora auguri e buone feste, Marta!".
La sua mano attende la mia. Ci scambiamo i due baci di consuetudine in maniera veloce, senza indugiare. Anche se le nostre pelli a contatto fremono, ancora fresche del ricordo di quella notte.
"Auguri" gli rispondo, guardando intensamente quelle perle nere. Mi allontano da lui più in fretta possibile, raggiungendo le ragazze. Torno a casa tra mille pensieri. Poi mi chiudo in camera, in preda alla disperazione. Le lacrime scendono copiose sul cuscino. Alessandro. Sento che lo sto per perdere. E tutto per causa mia. Il mio cellulare vibra insistentemente da ormai dieci minuti. "Apri la finestra". Mi affaccio e lui è lì. Arrampicato sull'albero. Sorrido. "Vuoi entrare o rimani lì a fare Tarzan?" scoppio a ridere. È questo che amo di lui. Ha la capacità di farmi ridere e di scacciare tutta la tristezza. Ora è qui, in piedi, di fronte a me. Mi accarezza il viso, mentre i nostri cuori si cercano. "Ti amo" mi dice, avvicinando il suo viso al mio. "Anche io. Ma pensavo che, dopo quello che ti ho detto... insomma...".
"Shhh" mi interrompe premendo l'indice sulle mie labbra. "Non mi importa di quello che è successo. Quello che importa è che ti amo e che non smetterò mai di farlo. Ne abbiamo passate tante, Marta. Abbiamo combattuto contro una cosa più grande di noi: la differenza d'età. Abbiamo dimostrato che il nostro amore è più forte di un numero che ci divide. A me basta questo".
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ASPETTAMI 2
Romance---Completa--- ⚠️⚠️ attenzione.. modifiche consistenti ⚠️ Sequel di Aspettami. Ritroveremo Marta alle prese con due occhi neri che la faranno sprofondare nel pozzo della passione, mettendo in discussione la sua relazione ormai affermata con Alessand...