"Dopo tutti questi anni? Che vorrà?". Sono sempre più agitato. "Pensavo che il caso fosse stato archiviato come suicidio...". Simone mi lancia un'occhiata rabbiosa. "Sì, questo è quello che tutti pensano da vent'anni". Si schiarisce la voce. Finisco la mia birra e sgranocchio qualche patatina. Ancora non capisco che cosa ci facciamo qui. "Arrivo al dunque. Elisa non era sola in cima a quel palazzo, quel giorno". Le patatine che sto mangiando quasi mi vanno di traverso. "Che significa che non era sola?". Simone fa una smorfia. "Conti, significa che non è suicidio". Rimango impietrito. "Ma se non c'eri tu con lei, allora chi c'era?". Alzano entrambi lo sguardo e mi fissano. "Alessandro, sei stato tu a trovarla, giusto?". Annuisco. "Rossi, sapevamo che la tua ricomparsa non prometteva niente di buono, ma questo è davvero troppo!". Mi alzo, facendo traballare i bicchieri vuoti sul tavolo. "Voi mi state accusando di qualcosa che non ho commesso! E lo dimostrerò!" dico allontanandomi.
Si alzano anche loro, raggiungendomi appena fuori dal locale. "Non sto puntando il dito contro nessuno. Ma solo tu eri presente in quel momento". Simone non perde occasione per cercare di infangare ulteriormente il mio nome. Francesco rimane in silenzio. "Simone, credo che sia ora di finirla di sputarci veleno addosso. Marta la amo sul serio". Sospira, poi scoppia in una fragorosa risata. "Conti, non ti metto le mani addosso solo per rispetto verso mia figlia. Ma sappi che, se non fosse per lei, ti avrei già reso la vita impossibile, come ho fatto in passato!". Si allontana, dandomi le spalle. "Non è finita qui comunque!". Le sue ultime parole, prima di scomparire dietro l'angolo della strada. Francesco mi guarda, aggrottando un sopracciglio. "È una lunga storia. Il fatto che io stia con sua figlia non aiuta a seppellire i dissapori che la storia di Elisa ha insinuato tra di noi". Annuisce. "Faremo chiarezza su questa storia, Conti. Non vedo l'ora di chiuderla una volta per tutte!". Stringe i pugni mentre se ne va.
Una volta rientrato a casa, sono sopraffatto da mille pensieri. Elisa non era sola su quella terrazza. Probabilmente stava litigando con qualcuno. Ed è stata spinta giù. Non si è uccisa. Voglio arrivare fino in fondo alla questione e rendere giustizia a quella povera ragazza. Se lo merita. Ma ora ho solo bisogno di una cosa: Marta. Solo lei riesce a calmarmi. Guardo l'orologio. È tardi. Ma la mia è una necessità. Afferro le chiavi dell'auto e mi precipito a casa sua, sperando di non incrociare Simone. Assaporo già le sue labbra sulle mie, mentre la sensazione di calma e sicurezza che mi dà la sua pelle mi provoca un piacevole brivido. "Piccola, fossi in te guarderei fuori dalla finestra!" le dico, scherzosamente, al telefono. Sorrido nel vedere il suo viso illuminarsi. "Dai, sali!". Mi invita a salire in un modo non molto convenzionale, da un albero. Come a Natale.
"Ehi, che ci fai qui a quest'ora?". Il suo sorriso luminoso mi fa stare bene immediatamente. "È stata una giornataccia, perciò avevo bisogno di un sostegno psicologico" le dico, ridendo. Mi avvicino fino ad appoggiare il mio corpo al suo. Prendo il suo viso tra le mani e avvicino le nostre labbra. Appena sfioro le sue, è come se qualcosa esplodesse dentro di me. Qualcosa come una fiamma che brucia e si propaga all'interno del corpo. Dalla mascella fino a giù, nel basso ventre e nelle gambe. "E questo cos'è? Di sicuro è il più bel bacio che ci siamo mai dati fin'ora!". mi spinge verso il letto. Mugolo tra le sue labbra. "Che c'è?". Si ferma e stacca le sue labbra dalle mie. La guardo intensamente.
"Marta, lo sai che ti amo, vero?". Annuisce. "Cosa c'è, Ale? Che è successo?". Il mio sguardo è ancora fisso sui suoi occhi, cogliendo ogni minima sfumatura del loro colore. Le racconto tutto. Dalla strana telefonata di Francesco, all'incontro di qualche ora prima, al bar, con suo padre. "Quindi, secondo te chi può essere stato?". Tengo lo sguardo basso. Ho paura di rispondere a questa domanda. Ho paura che possa rimanere delusa della mia opinione su suo padre. "Non serve che tu mi dica niente". Le lacrime iniziano a rigarle il viso. Quante volte l'ho vista piangere per causa mia. "Marta, io non sto accusando nessuno, tanto meno tuo padre. Ma voglio vederci chiaro una volta per tutte. Il vero colpevole deve pagare!". Mi guarda, senza proferire parola. Accarezzo la sua guancia, fermando una lacrima che scende. "Dobbiamo fare la cosa giusta, Ale. Io sono con te. Anche a costo di mettermi contro mio padre. Se lui ha sbagliato, è giusto che paghi". Avvicino le labbra alla sua fronte, e le do un bacio dolcemente. "Oh, piccola. Lo sai che io non ti chiedo niente. Questa è una cosa che riguarda soltanto me. Non voglio portarti con me nel mio passato". Mi bacia.
Marta
Quando me lo sono trovata alla finestra, l'altra sera, quasi mi scoppiava il cuore. Era bello, come sempre. Come la prima volta. Solo con qualche anno in più. Sapere che mio padre è così coinvolto nella storia di Elisa mi ha letteralmente sconvolto. Questo significa che può nascondere la verità sia a me che a mia madre, praticamente da sempre. Voglio far luce su questo. Se ha sbagliato è giusto che paghi. In caso contrario, consegneremo alla giustizia il vero colpevole. Non posso più rimandare questo discorso con mio padre.
Mentre faccio colazione, mio papà entra in cucina per farsi un caffè. "Papà, dobbiamo parlare. Alessandro mi ha detto tutto ieri sera". Di colpo, rimane immobile. "Come immaginavo. Non sa tenere la bocca chiusa!". Faccio una smorfia. "E perché non avrebbe dovuto parlarmene? Sentiamo!". Inizio ad innervosirmi. Tutta questa farsa mi sta stancando. Qui nessuno dice le cose come stanno. Ognuno ha delle colpe e le tiene ben nascoste. "Marta, faresti bene a starne fuori. Quello che dovevo dirti te l'ho già detto. La rabbia che ho verso di lui è solo rabbia repressa da molti anni". Finisce di bere il caffè. "Papà, so che ieri sera vi ha contattato un certo Francesco Rossi, un vostro ex compagno di classe. E che la morte di Elisa sembra non essere accidentale!". Rimane sorpreso da queste mie affermazioni.
"Tu cosa ne pensi?". Lo guardo profondamente. "Papà, io dico solo che se quella ragazza è stata uccisa, bisogna fare giustizia. Chi sa qualcosa, deve parlare!". Non riesco a decifrare la sua espressione. Ma percepisco un po' di ansia, e mi accorgo che sta diventando nervoso. Conosco bene mio padre. Non me la racconta giusta. Per niente.
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ASPETTAMI 2
Romance---Completa--- ⚠️⚠️ attenzione.. modifiche consistenti ⚠️ Sequel di Aspettami. Ritroveremo Marta alle prese con due occhi neri che la faranno sprofondare nel pozzo della passione, mettendo in discussione la sua relazione ormai affermata con Alessand...