Start of time, Gabrielle Aplin

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I'm an atom in a sea of nothing

Deborah Pjaca
Mi sentivo un buco nello stomaco, come se mi mancasse qualcosa. E mi mancava qualcosa, mi mancava Federico.
Quei suoi sorrisi, i suoi occhi, le sue mani intrecciate con le mie, già sentivo la mancanza di lui.
Ero appena arrivata all'aeroporto di Caselle, insieme a Marko, e aspettavamo il volo per Firenze.
La mia mano, che stringeva il biglietto, tremava.
Volevo solo salire sull'aereo, voltarmi verso il finestrino e piangere tutte le mie lacrime.
Ero un disastro.
Io e Federico ci eravamo mollati, come se non ci fossero altre soluzioni, come se davvero non ci amavamo più ma, al contrario, la lontananza non riusciva a colmare il vuoto dentro di noi.
Ci mancava l'altra nostra metà, e non potevamo negarlo, nè a noi stessi nè agli altri.
"Deb? - mi chiamò in un sussurro Marko, accanto a me - Tutto bene?"
Sentii la sua mano sulla mia spalla, ma mi limitai a scuotere il capo. Sapeva che avevo lasciato Federico per lui, e non riusciva a capacitarsi di come avessi fatto.
"Lo rivedrai. Un anno di prestito passa rapido."
Anche Marko aveva saputo giusto due giorni prima di dover andare a Firenze e me lo aveva detto subito, così che io mi preparassi mentalmente a come superare il momento.
Non volevo andare a Firenze, mi ero innamorata di Torino in questi due anni. Più delle persone, che della città. Mentre quando era andato in prestito in Germania, la scorsa stagione, Marko mi aveva lasciato qui, ora siccome eravamo in Italia, aveva dato a me la scelta. Volevo stare con mio fratello, ma anche con Fede. Dovetti rinunciare all'ultimo.
Lo scorso anno fu quello più bello, non perchè mancasse mio fratello, ma perchè arrivò Fede.
Iniziò subito a parlare con me, ogni volta che mi veniva accanto il mio cuore batteva forte, mi piaceva da morire.
Solo a gennaio, dopo Natale, capimmo di essere fatti l'uno per l'altra, e ci mettemmo insieme.
Tutta la squadra era felice, tutti ci vedevano come la coppietta perfetta e non perdevano nemmeno un'occasione per renderci felici. Molte volte fecimo cene fuori tutti insieme, mentre per il mio compleanno i ragazzi organizzarono una festa a sorpresa, e ricordo che fu Paulo a venirmi a prendere a casa dicendo che al Training Center il mister aveva bisogno di me.
Al contrario, dentro nel centro, c'erano un sacco di palloncini, una torta e molti regali, tra i quali un pacco molto grande.
Me lo fecero aprire subito e da dentro uscì Federico, con il sorriso stampato sulle labbra, e il quel momento non potei non baciarlo.
E quella fu la prima volta in cui noi due ci eravamo baciati, davanti a tutta la squadra, che non smetteva di applaudire e acclamarci, oltre che cantare la canzoncina del buon compleanno.
Mi riscossi dai pensieri solo quando fu ora di salire sull'aereo.
Una volta seduta sul sedile, rivolsi il volto al finestrino e, mentre osservavo la collana che portavo al collo, con la scritta 'Love You' che mi aveva regalato proprio Federico in occasione dei nostri tre mesi insieme, soffiai sul vetro dell'oblò, che si appannò.
Con il dito disegnai un cuore e all'interno di esso scrissi il numero 33.
Nessuno avrebbe mai saputo cosa significasse. Solo io. Io e lui.

Arrivati a Firenze venne a prenderci un taxi della squadra, che ci portò nel centro sportivo della Fiorentina.
Lì il presidente Cognigni ci accolse e ci fece entrare nell'edificio, molto accogliente.
Arrivò subito anche il direttore sportivo e lui e il presidente sorrisero a Marko e lo convogliarono ad andare a firmare il contratto in ufficio, mentre programmarono la conferenza stampa di presentazione per domani pomeriggio alle tre e mezza.
"La signorina può restare qui in attesa, ci metteremo poco." disse gentilmente il ds, così io annuii e mi sedetti su una poltrona della hall del centro.
Di fronte a me c'era il cartello e lessi tutto quello che conteneva il centro.
Fuori, i campi, gli spogliatoi e una palestra.
Dentro, uffici della presidenza, di vari direttori e tutto quanto, una piscina interna e una mensa, una sala relax, una sala giochi con biliardino, un'infermeria, la sala stampa, una sala dove riordinavano scarpe, fasce varie, calzettoni e divise, un magazzino, una sala per riunioni di squadra e una sala dove c'erano i preparatori atletici.
Enorme era dir poco.
Sul tavolino vidi un giornale della società. Lo presi e vidi che c'era scritta la storia della società, e tutte cose noiose. Lo lasciai lì e sbuffai.
Marko, quanto cazzo ci metti a fare una firma?
Proprio allora entrò Stefano Pioli, l'allenatore della squadra.
Mi guardò e alzò le sopracciglia.
"Tu...?"
"Sorella di Marko Pjaca." recitai.
Lui sorrise.
"Ah, siete arrivati. Avete fatto buon viaggio?"
Annuii molto felice dell'interessamento, così mi alzai dalla poltrona, mentre lui mi tendeva la mano.
"Credo che tu sappia chi sono, ma sempre meglio presentarsi. Stefano Pioli, allenatore della Fiorentina." disse.
"Deborah Pjaca."
Ricambiai la stretta di mano e poi lui rivolse un'occhiata verso un corridoio.
"Marko è andato a firmare il contratto?"
Io annuii.
"Bene. Aspettiamo che arrivi, così vi presento alla squadra. Stanno finendo allenamento." spiegò.
Restammo lì per poco, perchè dopo un paio di minuti Marko tornò seguito dal ds e dal presidente.
Marko sorrise a Pioli, che allungò la mano.
"Stefano Pioli, semplicemente mister."
Marko prese la mano e la strinse.
"Marko Pjaca, semplicemente Marko." sorrise.
Il mister ci condusse fuori ai campi d'allenamento, per presentarci alla squadra.
"Avevo anticipato che sareste arrivati in pochi giorni, non sapevo già oggi." osservò.
"Ci hanno messo il volo a stamattina." spiegò Marko.
"Avrete conosciuto Federico Bernardeschi, allora, o sbaglio?" chiese.
Fin troppo posso dire.
"Sì. - rispose Marko - Molto bene."
Ovviamente voleva che stessi zitta.
Sì, l'ho conosciuto, sono stata la sua ragazza per otto mesi e ora l'ho dovuto mollare per colpa vostra che avete voluto mio fratello qui a Firenze.
Sì, era decisamente poco cortese.
Marko mi lanciò un'occhiata che Pioli non notò, ma solo allora mi ero resa conto di una cosa: ero finita nella ex squadra del mio ex ragazzo.

𝐒𝐄𝐍𝐙𝐀 𝐒𝐎𝐅𝐅𝐑𝐈𝐑𝐄 || Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora