La verità, Vasco Rossi

8.3K 277 8
                                    

La verità, la verità è che tutti possono sbagliare 
Devi sapere da che parte stare 

Federico Chiesa
Era passata una settimana dalla festa di compleanno, una settimana da quel bacio intenso con Deborah che avevo desiderato dal primo momento in cui l'avevo vista.
Era stata una settimana piuttosto burrascosa, dopo il pareggio con il Sassuolo della domenica precedente avevamo fatto molti allenamenti per preparare al meglio la partita con l'Empoli, che si sarebbe disputata alle 15.00.
Ma quella stessa mattina avevo ricevuto una telefonata da Deborah. Durante tutta settimana tutto era filato come al solito con lei, nessun sorriso in più o in meno, eravamo sempre gli stessi.
Come se non fosse successo niente.
Ma il punto è che era davvero successo qualcosa dentro di me: con quel bacio avevo capito che forse c'era ancora speranza per provarci con lei.
E quella speranza, lo giurai a me stesso, l'avrei resa realtà nel giro di dieci giorni.
Non volevo fare il misterioso con i ragazzi, davvero, ma preferii non dire niente di quel che mi girava nella testa.
"Pronto?" dissi afferrando il telefono e tenendolo tra spalla e orecchio, mentre finivo di mettere le scarpe per uscire.
La domenica mattina, a volte, quando era matchday, facevo una corsetta intorno al quartiere nel quale abitavo, come allenamento che, di domenica, non svolgevamo.
"Fede, a che ora avete la partita oggi?"
"Alle 15... perché?" domandai sempre più perplesso. Non poteva chiedere a Marko? Che cosa non andava?
"E domani siete liberi?" chiese ancora.
"Se vinciamo sì..." risposi.
"Be', allora vedete di vincere. Passa parola ai ragazzi, domani devo parlarvi." disse decisa, come a non ammettere repliche.
"Oh.. ok. Ma Deb, va tutto bene?" feci preoccupato.
"Sì Fede, tranquillo. Tutto apposto. - mi rassicurò - E buona fortuna per la partita."
Immaginai il sorriso dipinto sul suo volto, vista la dolcezza con cui aveva pronunciato quelle parole.
"Grazie. A domani."
"A domani, Fede."
Riattaccai e mi affrettai ad uscire di casa per la corsa.
Perché le ragazze lasciano sempre sulle spine?!

Io e i ragazzi accontentammo Deborah, il mister e i tifosi Viola, battendo l'Empoli con un netto 3-1.
Informai i ragazzi della chiamata di Deborah di quella stessa mattina e del motivo e loro, per tutta risposta, continuarono a stuzzicarmi con i soliti 'ma quando ti decidi a chiederle di uscire?', 'ma come siete carini' e tutte le loro affermazioni da idioti.
Il mister, come promesso, ci concesse il lunedì libero e perciò tutti insieme ci accordammo e fissammo il ritrovo al Campini, dentro al calduccio, per le 9.30 del mattino.
Deborah era già là ad aspettarci insieme a Marko, che ovviamente sembrava sapere ciò di cui sua sorella doveva parlarci.
In quel momento Deborah stava parlottando con Beatriz: anche lei mi dava l'impressione di sapere già tutto, qualsiasi cosa fosse.
E poi c'era Gio, a braccia conserte e un po' spaesato, che nel quartetto era l'unico con l'espressione del tipo "WTF?".
Mi avvicinai a lui e gli rivolsi uno sguardo di supporto.
"Perché ci ha chiamato così, dal nulla? Spero non sia nulla di preoccupante." disse un po' allarmato l'argentino.
"Se ti dà conforto, nemmeno io so nulla. - commentai - Piuttosto Bea, perchè mi dà l'impressione che lei sappia già tutto?"
"Perchè è l'unica ragazza del gruppo. - rispose con semplicità - E sai come sono le ragazze, si passano parola l'un l'altra. Sanno le cose prima che accadano."
"Gio, la vuoi smettere di trattare noi ragazze come se fossimo veggenti? " fece retorica e scocciata Bea, anche se nelle sue parole c'era una nota di ironia.
"Ci siamo tutti?" domandò invece Deborah senza alzare gli occhi dal cellulare che teneva ancora in mano.
Mi guardai intorno. Nel frattempo, infatti, i ragazzi erano arrivati e sembravano mancasse nessuno all'appello.
"Sì, ci siamo tutti." confermò Marko allungando il collo per contare i ragazzi.
"Sembra che tu stia contando i ragazzini durante una gita scolastica." commentò divertita Beatriz guardando Marko.
Forse era solo una mia impressione, ma mi sembrava che tra i due ci fosse un certo feeling...
"Ragazzi, so che sareste volentieri rimasti a letto piuttosto che venire qui ad ascoltare le mie cazzate, - esordì Deborah alzandosi dalla sedia sulla quale era seduta - ma ho deciso di sfondare le barriere. Le barriere che io stessa ho creato quando sono approdata qui a Firenze, e che mi hanno impedito, per un po' di tempo, di relazionarmi particolarmente con voi.
Il tutto era a causa di fatti che sono accaduti durante il mio periodo a Torino, che mi hanno, in un certo senso... colpita. Colpita e affondata. Letteralmente.
So che a voi non importerà, ma io sento il bisogno di confessarvi che forse non sono la persona che credete."
Tutta la squadra la stava fissando, tutti pendevamo dalle sue labbra.
"Perchè dici così? - si azzardò a chiedere Jordan - Sei una ragazza d'oro, qualsiasi ragazzo farebbe di tutto per te."
Lei scosse il capo.
Intendi dire che non sei una ragazza d'oro? Ma per favore!
"Conosco la rivalità calcistica tra Juventus e Fiorentina. - continuò, e forse capii dove voleva andare a parare. Ricordo ancora quando, tempo fa, io e Gio facevamo ipotesi riguardo il suo segreto e la sua grande timidezza, e forse avevamo capito in pieno  - E c'è una cosa, un segreto, che io vi ho tenuto nascosto, forse perchè pensavo poteste giudicarmi o pensare male di me. Ad essere sincera, mi dispiace di averlo fatto.
Io ho... avuto una relazione, prima di Firenze. Una relazione con un calciatore della Juventus." concluse, tutto d'un fiato, forse per paura di venire interrotta.
La vedevo molto tesa e preoccupata.
Davvero si era preoccupata che noi potessimo giudicarla perchè il suo ex è un gobbo?
"Deborah, lo sai che non è niente?" la tranquillizzò German con un sorriso, per incoraggiarla.
"Ma non è un calciatore qualunque! - riprese lei - È... è Bernardeschi."
Pronunciò il nome del ragazzo in un sussurro, come se dirlo ad alta voce le provocasse tanto dolore.
E, in effetti, penso che fosse così. Aveva sofferto tanto appena arrivata, forse davvero si amavano.
Ma come aveva osato quel tizio stare insieme alla mia Deb?!
"Lui era l'idolo di Firenze, e poi è andato via per andare alla Juve. È un po' un traditore, così dicono i tifosi Viola, e pensavo che... che anche voi poteste non tollerare questa cosa." spiegò a testa bassa.
Gio sorrise.
"Deborah... a noi non importa il passato... conta solo il presente. E comunque, se sei stata insieme ad un gobbo, non si giudicano le persone per i loro peggiori errori." commentò per stemperare la tensione.
"Bada a come parli, - lo riprese scherzosamente Marko - che io sono in prestito, a fine stagione torno da loro."
Non riuscivo a immaginare Deborah stare con Federico, davvero, non che Federico fosse un cattivo ragazzo ma... non ero abituato ad immaginarli insieme!
Sebbene Beatriz le avesse detto che non era necessario,  Deborah si sentì in dovere, dopo mesi di silenzio, di raccontarci tutta la storia.
E, mentre stava per iniziare a parlare, mi accorsi di non averla mai vista così persa tra i suoi pensieri.
Possibile che i due si sentissero ancora?

Eccomi qui, perdonatemi il ritardo ed eventuali errori, ma per scrivere questo romanzo di capitolo mi ci è voluto tempo...
Dopotutto, è uno dei capitoli chiave, volevo che fosse scritto un po' decentemente 😅
Spero lo sia e che possiate apprezzare 💗💋

𝐒𝐄𝐍𝐙𝐀 𝐒𝐎𝐅𝐅𝐑𝐈𝐑𝐄 || Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora