I found, Amber Run

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But I missed you more than I thought I would

Deborah Pjaca
Il giorno dopo assistii nuovamente all'allenamento, il primo di mio fratello.
Cercavo di andare avanti, di non pensare a Federico, ma non ce la facevo, e mi ritrovavo almeno una volta in due ore a osservare le nostre chat di Whatsapp.
Quanto dolore.
Nonostante in questa squadra ci fossero ragazzi che mi avevano accolto bene e sembravano intenzionati a rendermi una del gruppo, non riuscivo a togliermi dalla mente il mio ex, ma credo che anche lui in realtà non sia riuscito così facilmente a dimenticarmi.
Seduta in panchina, sullo stesso seggiolino del giorno prima, osservavo i ragazzi mentre facevano il torello o alcuni dribbling.
Fu quando mi vibrò il telefono che mandai a puttane tutto e tutti.
Nuovo messaggio.
Proprio da lui.

Da: Berna 💎
"Ehi, so che sono stato scortese l'ultima volta che ci siamo visti ma ti prego perdonami. Non voglio che mi ricordi come quello che ti ha trattato male. Ero solo disperato. E lo sono ancora."

Lo so, è lo stesso che provo io caro mio.

A: Berna 💎
"Stai tranquillo Fede, so quello che provi perchè è lo stesso che sto vivendo io, non smetto di pensarti e mi dispiace per averti mollato, ma entrambi sappiamo che era la cosa giusta. Nonostante tutto io ti voglio ancora un mondo di bene, ti prego non dimenticarlo. Non dimenticarti di me."

Inviai il messaggio e improvvisamente mi sentii un peso in meno sullo stomaco. Forse il fatto che si era scusato per il suo atteggiamento mi aveva lasciato un ricordo migliore di lui, ma tanto io non avevo mai pensato male di lui, nemmeno quando ci siamo lasciati che mi ha risposto a tono.
Sapevo che era solo molto triste e affranto ma non voleva mostrarsi debole davanti a me, ed è per quello che ha fatto il duro. Ma non gli riesce bene, fare il bad boy.
La risposta arrivò in meno di un minuto.

Da: Berna💎
"Tranquilla. Mai mi dimenticherò della prima persona che mi abbia mai amato, che mi abbia mai reso felice. E sì, in fondo, era la cosa giusta da fare. Dispiace, ma un fratello è un fratello, e la tua scelta è stata corretta, anche se dolorosa per entrambi."

A: Berna 💎
"Grazie. Nemmeno io mi dimenticherò di te"

Da: Berna💎
"E che mi dici di Firenze? Ti sta piacendo? Hai conosciuto i ragazzi? Dimmi se ti trattano male, se fosse così, visto che li conosco, vengo lì a piedi e li riempio di pugni"

Involontariamente sorrisi nel leggere quel messaggio. Sembrava che ancora fossimo insieme, ci teneva ancora a me e io tenevo ancora a lui, nonostante i chilometri che ci dividevano.

A: Berna 💎
"No, niente pugni in faccia, tranqui! Sto bene, mi piace il posto, Marko si trova bene con la squadra ma non ho ancora conosciuto tutti, comunque sono molto accoglienti."

Da: Berna 💎
"Mi fa piacere. Ogni tanto fatti sentire, non voglio che ci perdiamo..."

A: Berna 💎
"Non succederà, stanne certo 😘"

Misi il telefono nella tasca degli shorts e continuai a seguire l'allenamento di mio fratello, con un peso in meno al cuore.

"Così hai risolto?"
"In qualche modo... Abbiamo chiarito, ma comunque non ci siano messi insieme di nuovo. - spiegai a Marko - Siamo amici come prima di essere fidanzati."
"Capisco. So che è colpa mia, ma..."
"Marko, toglietelo dalla testa. Non è colpa di nessuno, men che meno tua. È andata così perchè il destino aveva deciso così, fine. Magari il giorno dopo ci saremmo lasciati comunque per un litigio, non sai come sarebbe potuta andare se non fossimo venuti qui. Magari... magari è Firenze il posto in cui dobbiamo davvero essere. C'è un motivo per cui il destino ha voluto che venissimo qui. Lo scopriremo presto."
Marko non rispose, ma sapevo che, come spesso accadeva, era rimasto interdetto dalle mie parole. Sono sempre stata in grado di parlare in modo da consolare le persone, di far capire alla gente che si vive per un motivo, che se si fa qualcosa c'è un perchè.
Marko spense l'auto. Scendemmo e uscimmo dal garage, per dirigerci nel nostro appartamento comprato da poco, in centro a Firenze, per mangiare qualcosa per pranzo.
"Cucino io, tu riposa se vuoi." mi offrii una volta in casa. Andai spedita ai fornelli e preparai degli spaghetti al pomodoro.
Involontariamente mi venne in mente di nuovo Torino, o meglio la squadra.
Là eravamo in più in un solo appartamento, cucinavamo a ruota e gli altri che aspettavano giocavano alla Play.
Mi sarebbe mancata questa routine.
"Oggi ho la conferenza alle tre e mezza. - mi ricordò Marko mentre accendeva la TV - Il mister mi ha detto che puoi venire anche tu, che tanto nella hall ci saranno alcuni ragazzi e che quindi puoi già iniziare a conoscerli. Almeno... almeno cerchi di lasciare perdere un po' lui... di vivere comunque..."
Io annuii.
"Va bene, ma non lo dimenticherò mai completamente. Posso provare a tirarmi un po' su il morale. È pronto, comunque." dissi, prendendo due piatti e mettendoci dentro gli spaghetti.
Marko allora venne a sedersi al tavolo.
"Se ti va, domani abbiamo una partita a porte chiuse. I ragazzi dopo vogliono andare a pranzare in centro, sai, sempre per conoscerci." continuò iniziando a mangiare.
"Sì certo, va benissimo. Mi fa piacere che vogliano conoscerci. Davvero... Mi sa che questo gruppo non si disferà così facilmente." replicai, iniziando anche io a gustarmi quegli spaghetti caldi al punto giusto.

𝐒𝐄𝐍𝐙𝐀 𝐒𝐎𝐅𝐅𝐑𝐈𝐑𝐄 || Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora