Perfect, Ed Sheeran

9.5K 297 9
                                    

Well I found a woman, stronger than anyone I know
She shares my dreams, I hope that someday I'll share her home

Deborah Pjaca
Era giovedì. La partita con la Sampdoria, giocata il giorno prima, era finita in pareggio, e ora io e Marko eravamo a casa, io in camera mia e lui in salotto.
Stufa del silenzio che c'era stando sola in camera, decisi di andare in salotto con mio fratello, che stava guardando la televisione, per parlare e cercare di convincerlo a lasciarmi andare a Torino.
"Marko?"
Lui si voltò e mi sorrise.
"Ehi Deb, vieni qui." mi invitò, spostandosi un po' più in là e facendomi spazio sulla penisola. Mi sedetti e mi avvicinai a lui, poggiando la testa alla sua spalla.
"Possiamo parlarne?" chiesi, senza specificare cosa, visto che lui avrebbe capito.
Lui mi guardò.
"E va bene. - cedette - Quando vuoi andare?"
"Intendi dire che mi lasci andare?" chiesi confusa ma allo stesso tempo contenta.
Marko annuì e mi sorrise, quindi mi cinse la vita con un braccio, stringendomi forte. Quando amavo stare tra le braccia di mio fratello.
"Certo che ti lascio, non posso impedirti di rivederlo, non mi perdonerei mai di ferirti. - spiegò - Il primo dicembre c'è la partita con la Juve, qui a Firenze, ho appena guardato, ma è troppo lontano, vero? Tu vuoi andare a Torino, non è così?"
"Mh, sì, non riesco ad aspettare dicembre." borbottai.
"Fa niente. Domani ho allenamento e sabato alle 18 c'è la partita con la Spal. Martedì invece c'è ancora l'infrasettimanale e vado a Milano con l'Inter. - riflettè ad alta voce - Ti va bene se prendi il treno del venerdì mattina, ti fai il fine settimana e il lunedì mattina prendi il treno di ritorno?"
Io lo guardai con occhi sognanti.
"Io... Sì, è perfetto, è magnifico! Tre giorni a Torino, va benissimo! Grazie bro."
Lui sorrise.
"Tutto per vedere il sorriso sulle tue labbra."
Presi il telefono dalla tasca e cercai su internet un biglietto del treno.
"Oh guarda qua, - indicai a Marko - con il Frecciarossa in quattro ore sei a Torino. Guardiamo per il 28 settembre... l'orario è pure alle otto e un quarto, per l'ora di pranzo sarei praticamente già là. Ma lo posso già acquistare o lo devi fare in stazione?"
"Per me ti conviene già comprarlo, sia andata che ritorno. - mi consigliò - Vai avanti al primo ottobre e guarda i treni alla mattina... Ehi, guarda, nove e mezza, ottimo orario direi, tempo di far colazione, preparare i bagagli e sei a casa dopo pranzo... Non è perfetto? Ti consiglio di comprare entrambi. Lì, su quell'icona."
Feci come suggerito e poi guardai Marko negli occhi.
"Grazie per tutto quello che fai per me. Non vedo l'ora di rivedere Fede. Ma, mentre non ci sarò... acqua in bocca." sussurrai sorridendo.
Lui mi baciò la fronte.
"Più muto di quanto sia mai stato fino ad ora." ammiccò, ricambiando il mio sorriso, il quale ora aspettava solo di rivedere quello del 33 bianconero.

"SÌ! E VAI COSÌ BRO, FAGLI VEDERE A TUTTI CHI SEI!" strillai emozionata, sugli spalti del Franchi, vedendo il primo gol di Marko con la maglia viola.
"Complimenti a Marko!" esclamò Giusy, venuta sola, senza i bambini.
Lui esultò con i compagni, e poi mandò un bacio verso la tribuna dove stavamo noi, sicuramente rivolto a me.
Sorrisi, anche se lui non poteva vedermi, ma non mi interessava che lui mi vedesse, in quel momento mi interessava solo che fosse felice per il gol.
A fine primo tempo la Viola era avanti di due gol, il secondo lo segnò Nikola. Durante l'intervallo restai appoggiata alla ringhiera della tribuna, osservando il riscaldamento dei ragazzi che erano in panchina, mentre Giusy era andata al bagno o a prendere qualcosa da mangiare.
Quando l'intervallo fu terminato, Valentin alzò lo sguardo dal pallone che prese in mano e scrutò la tribuna, fino a scorgere il mio sguardo fisso sul campo da gioco.
Mi fece un cenno con il capo per richiamare la mia attenzione, quindi si indicò e poi indicò il campo e la porta, mentre iniziarono ad uscire le squadre dagli spogliatoi. Messaggio chiaro: Ora entro io e faccio gol.
Io risi e scossi il capo. Non esserne così sicuro.
Lasciò il campo per sedersi in panchina, quindi le squadre si misero in ordine e iniziò il secondo tempo.
Al 56' arrivò il terzo gol. Federico. Io e Giusy, come tutto lo stadio, esultammo.
"COSÌ SI CHIUDONO LE PARTITE! GRANDI RAGAZZI!" affermai, mentre Giusy annuì con la testa, ancora applaudendo, con il sorriso sulle labbra.
A fine partita ero soddisfatta. Marko era uscito al 77', ma aveva giocato una partita bellissima.
I ragazzi si diressero verso spogliatoio e Giusy mi guardò.
"Li aspettiamo fuori dallo stadio, che dici?"
Annuii e quindi lasciai il Franchi quando ancora la gente stava applaudendo e la curva acclamava la squadra e intonava cori.
Ci sedemmo sul muretto fuori dallo stadio, vicino a una porta secondaria, aspettando i ragazzi. Quando vidi la sagoma di mio fratello che usciva, mi alzai di scatto e gli corsi incontro.
"Eccolo il mio grande campione!" esclamai arrivando da lui, e praticamente lanciandomi tra le sue braccia.
"Ce l'hai fatta, sono fiera di te!" continuai, mentre lui sorrideva e si limitava a stringermi.
"Tutto grazie a te. Mi sempre hai detto di non mollare." rispose lui, dopo avermi baciato i capelli.
Arrivammo vicino a Giusy e anche lei gli fece i complimenti. Nel frattempo uscirono gli altri, e vennero verso di noi. In particolare si avvicinò Nikola, con il quale mi complimentai.
"Ehi che ti prende, ora inizi pure a segnare?" gli domandai sorridendo, mentre Marko stava chiacchierando e continuando a ridere con Giovanni, uscito dallo spogliatoio insieme a Nikola.
Lui sorrise e mi cinse le spalle con un braccio.
"Modestamente riconosco di aver fatto una buona partita. E ovviamente è grazie a me se la squadra ha vinto." rispose convinto, non riuscendo però a trattenere un sorrisetto ironico.
"Ovviamente, - gli diedi corda scherzosamente - ne sono convinta anche io."
Proprio allora Nikola, guardando un punto dietro di me, sorrise e alzò il pugno chiuso. Mi voltai anche io e vidi arrivare gli ultimi ragazzi rimasti in spogliatoio, tra cui Federico.
"Ehilà!" esclamò, guardando Nikola Milenkovic, poi spostò lo sguardo su di me e, sorridendo, mi salutò con un cenno del capo.
Mi avvicinai a lui sotto il suo sguardo che non accennava a spostarsi da me. Gli sorrisi.
"Complimenti anche a te, a proposito. - gli sussurrai - Hai pure segnato."
Lui mi sorrise.
"È la mia specialità." gonfiò il petto con orgoglio, così ricambiai il sorriso.
"Visto che tu sei così convinto, convinci anche me. - lo sfidai sorridendo - Segna con continuità, che dici?"
"Mi piacciono le sfide. Accetto. - replicò - Preparati a vedere un mio gol ogni partita."

------------------------------------------------------------------------

"Udinese-Fiorentina.
Avrebbe voluto giocarla quella partita. Avrebbe voluto aiutare i suoi compagni per la corsa verso l'Europa e regalare una forte emozione ai suoi tifosi. Avrebbe voluto arrivare per primo a colazione, salire sul pullman, entrare nello spogliatoio. Avrebbe voluto guidare il riscaldamento e incitare la squadra dal primo all'ultimo minuto con la sua 13 che quel giorno avrebbe dovuto essere rossa.
Avrebbe voluto. Tutti lo avrebbero voluto. Tutti quello che lo hanno celebrato, tutti quelli che lo hanno ricordato, tutti quelli che non potranno dimenticarlo.
Quella 13 oggi è stata ritirata e continua a regalare una forte emozione. Non è quella che Davide avrebbe voluto dare ai suoi tifosi. E forse è l'unica che Davide ancora non si può perdonare.
Ma quando si sveglierà scenderà per colazione, salirà per primo sul pullman, entrerà nello spogliatoio, guiderà il riscaldamento e inciterà i compagni di squadra dal primo all'ultimo minuto.
Come sempre.
Ci manchi, #DA13 "
~ dalla pagina Instagram di @lecoqsportif_ita

Oggi, 4 marzo, non è un giorno come gli altri. Non sarà più un giorno come gli altri.
È il giorno in cui il cuore di un giovane padre ha smesso di battere, spezzando quello della sua famiglia, di tutte le persone che lo amano e di tutto il popolo italiano.
È il giorno in cui il campionato è stato sospeso per la perdita del capitano della Viola, ed è il giorno in cui tutti hanno reso omaggio a lui, solo a lui.
È passato un anno da allora, ma ricordo, con i brividi, come se fosse ieri, le notizie della morte di Davide Astori su tutte le prime pagine di giornali e in onda su tutti i notiziari.
È passato un anno da allora, ma nessuno ti ha ancora dimenticato. Anzi, nessuno ti dimenticherà mai.
'E quindi,
Per ogni volta che vorrò sentirti,
Chiuderò gli occhi su questa realtà...'
Sei sempre nei nostri cuori, Davide 🙏💜

𝐒𝐄𝐍𝐙𝐀 𝐒𝐎𝐅𝐅𝐑𝐈𝐑𝐄 || Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora