3 giorni, 3 giorni del cazzo chiusa in quell'ospedale!
Non potete capire il nervoso vedendo i miei 'amici' e mio 'fratello' entrare, farmi la bella faccia e abbracciarmi come se nulla fosse!!
Per giunta se ne sono usciti tutti con un 'non hai ascoltato bene, io e Taylor parlavamo di un'altra ragazza mentre le ragazze di te.'
Se non fossi stata in quelle condizioni sarei scesa dal lettino e li avrei picchiati tutti.
· A che pensi?· Domanda mio padre guardandomi dallo specchietto.
·A nulla, mi fa male leggermente la testa.· Sorrido e guardo fuori dal finestrino.
Guardo il paesaggio davanti a me, pensando alle 7 ore di viaggio che mi aspettavano.
Sono così stanca di vivere..così!
Droga, Sesso, gare e tutte cose che a me principalmente non mi appartengono.
Devo uscire da questa vita. Devo ricominciare.
Eliminando le gare, le vendite di droga e anche la droga per me.
Il sesso? Per quanto puttana io mi possa sentire, è l'unica cosa che non riuscirò a smettere di fare.
Ma non per piacere mio, ma per levarmi certi pensieri che dopo anni ancora mi assillano.
Nessuno sa come mi sento, nessuno sa quello che ho passato per colpa di quello che mi è successo, nessuno sa i miei problemi, nessuno sa i miei incubi.
Ancora ricordo il suo corpo sopra di me, ancora ricordo i suoi occhi sgrutarmi con attenzione, ancora ricordo il suo profumo, la sua pistola che accarezza la mia coscia, ricordo tutto di quella sera.
Non so come Cat e Natalie hanno dimenticato tutto, ma io non ci riuscirò.
Sono mesi che penso, che escogito, che cerco, ma che non trovo.
Ho bisogno di trovarlo e affrontare le mie paure per uscire da tutta la merda che mi circonda.
* * *
·Tesoro, siamo arrivati.· Mi scuote dolcemente mia madre.
Dolcemente e mia madre? Nella stessa frase? Non è mia madre.
·Sei sicura di essere mia madre?· Domando impaurita dalla figura snella e alta della donna.
·Ma che domande sono! Ti è andato di volta il cervello?· Sbuffa dandosi uno schiaffo nella fronte. ·Una figlia più scema e anticappata non potevo farla!· Continua andando verso la porta di casa.
Okay, è mia madre.
Vedo mio padre soffocare una risata e poi prendere il mio borsone.
Mi alzo delicatamente del sedile e vado dentro casa.
·JAYYY.· Urla una piccola sagoma buttandosi sopra di me.
·Ei dolcezza.· Sorrido prendendo Candy in braccio.
Le stampo un bacio e vado in cucina.
·Succo!· Quasi urla tirandomi la maglietta.
Prendo il succo, lo verso nel suo bicchiere e glielo porgo.
·È venuto Manu.· Mi sorride bevendo il succo.
Subito mi irrigidisco, mi giro verso di lei e lei mi indica la porta.
Poco dopo sento suonare e spalanco gli occhi, sono sicura di essere bianca in faccia.
Mi avvicino alla porta, la apro lentamente e Manuel è lì. Fermo. Che mi guarda con un sorriso a 32 denti.
·Stai bene da quello che vedo..· Dice buttandosi tra le mie braccia.
Un po' titubante, ricambio l'abbraccio e lo faccio entrare.
·Come va con mia zia?· Nella mia voce si può intuire un pizzico di arroganza e lui sorride.
·Non è il mio tipo.· Afferma.
·Vero, tuo tipo sono le zoccole.· Borbotto andando in cucina.
·Il mio tipo sei tu.· Dice sedendosi nella sedia.
·A quante ragazze dici questa frase?· Faccio una risata nervosa e faccio due caffè.
·Mmh..a te solamente.· Si alza dalla sedia e viene vicino a me.
Mi passa una mano lungo la schiena e subito sento un brivido.
·Ti faccio sempre lo stesso effetto eh?· Sussurra al mio orecchio stampandomi un bacio nella guancia.
·Sento freddo, non sei tu.· Mento.
Mi sposto e gli porgo la tazzina.
Quando mi siedo sento il mio cellulare suonare, ringrazio mentalmente Dio e vado in salone rispondendo alla telefonata.
Cat= Non so cosa ti sia successo, ma aprimi la porta. So che c'è Manuel, non ti starò in mezzo ai piedi ma sono curiosa di sentire.
Jade= sei per caso impazzita? Va a casa.
Cat= non mi perdo la scena più bella. Aprimi, digli che devi prendere il giornale. Anzi no, apri la porta della cucina, digli che senti caldo. Muoviti.
Sbuffo e torno in cucina.
·Quindi, stavamo dicendo..· Inizia Manuel.
Apro la porta che dà al giardino e lui mi guada stranito.
·Sento caldo.· Alzo gli occhi al cielo.
·Ma se hai detto che sentivi caldo..·
·Ora sento caldo! Problemi?!· Sbotto e lui alza le mani in segno di resa.
Prendo il caffè e continuo a sorseggiare.
·Mi sei mancata così tanto..· Dice appoggiando la sua mano sulla mia.
·Tu non mi sei mancato affatto.·
·Oh piccola, non fare la fredda con me. Sappiamo tutti e due cosa è successo quella sera, e tutte le sere seguenti. So che ti sono mancato.· Poggia le sue labbra sul mio collo.
·Senti dolcezza, non so quello che ti sei messo in testa, ma stai tranquillo che non mi sei mancato affatto. Ora puoi pure andartene. Mi stai facendo salire i nervi.· Spazientita mi alzo dalla sedia e vado verso la porta.
·Ci vediamo bambolina.· Mi lascia un bacio sulla fronte e io gli sbatto la porta in faccia mentre vado a sedermi nel divano.
·BAMBOLINA.· Urla eccitata Cat.
Mi ero quasi dimenticata della sua esistenza.
Alzo gli occhi al cielo e faccio segno di stare zitta.
·Ti piace.· Afferma
·A me piace solo la pizza.· Alzo le spalle.
·E anche lui.· Ribatte
·Anche l'alcool.· Sorrido.
·Anche lui.· Continua
·Anche il caffè.· Ribatto.
·E anche lui.· Mi sorride perfidamente.
·E anche i pop-corn.·
·ANCHE LUI.· Urla.
·ANCHE LUI.· Urlo.
Mi copro la bocca con una mano, mentre lei mi guarda soddisfatta.
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Più Forti Del Dolore.
Teen Fiction«Ti va di spegnere tutto e guardare il cielo insieme?» Lei era una ragazzina, una ragazzina cresciuta dal dolore e dalle sofferenze. Una ragazza diventata forte a causa del suo passato. Non crede all'amore e non si fida di nessuno, nemmeno di se st...