49. Dejavù

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Dopo le belle parole di Nat, mi addormentai, ma non per molto visto che 1 ora dopo circa è iniziato un litigio al piano di sotto.

Sbuffo, e mi alzo contro voglia dal letto.

·SEI SOLO UN COGLIONE, NON CAPISCI IL BENE CHE TI VUOLE!· Urla Cat contro Alex.

·NON URLARE CONTRO DI ME CATERINA JOANNAH WILSON.· Le urla sopra Alex.

Oh, oh, nessuno pronuncia il nome di Caterina completo. Solo quando si è proprio arrabbiati. Ma tanto arrabbiati.

·TU-· Inizia ma si blocca appena vede che sono sulle scale a gustare la litigata dei due.

·Mi avete svegliata.· Sbadiglio e mi sgranchisco scoprendo un velo di pancia.

Vedo tutti guardare la mia pancia e subito abbasso la maglietta.

·Che ti è successo?· Domanda Matt avvicinandosi a me e alzandomi di poco la maglietta.

Schiaffeggio la sua mano e vado a farmi un caffè sotto gli occhi curiosi di tutti.

Torno in salone e vado a sedermi nel divano sorseggiando il contenuto dentro la tazza.

·Stiamo aspettando delle risposte.· Dice Noah mentre tamburella il piede a terra.

·Mh? Su cosa? Che è successo?· Sorrido facendo finta di nulla.

·JADE! FINISCILA DI FARE LA BAMBINA E PARLA.· Urla Cat.

È così nervosa la ragazza, Jack usa il tuo 'coso' e falla stare più calma.

·Ma cosa volete!? È semplicemente una cicatrice e questo è un piercing.· Borbotto visibilmente infuriata.

·E quello è un tatuaggio.· Aggiunge Sam toccandosi i capelli.

·Ci vuoi raccontate o no?· Domanda insistentemente Lucas e io faccio cenno di no.

·Siccome a noi non interessa, ci racconti comunque tutto!· Dice James facendo un falso sorriso.

Mi alzo e vado al piano di sopra chiudendomi nella stanza di Natalie.

Mi preparo dei vestiti e vado subito in bagno, mi faccio una bella doccia calda e poi torno in stanza.

Metto i vestiti che avevo preparato, cioè una camicetta a righe bianche e nere con qualche motivo floreale e un paio di pantaloni.

Metto la cintura, poi metto le mie adorate converse bianche, metto un cappello e prendo il cellulare

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Metto la cintura, poi metto le mie adorate converse bianche, metto un cappello e prendo il cellulare.

Esco la testa dalla stanza di Natalie e quando noto che sono tutti di sotto la richiudo. Apro piano piano la finestra e mi butto da essa.

Non è altissimo, quindi non mi sono fatta niente.

Inizio a correre e a nascondermi dietro qualche albero per non farmi vedere dalla sorveglianza che c'era lì.

Esco dalla grande villa correndo e appena sono abbastanza lontano tolgo il cappello facendo cadere i miei lunghi capelli sulle mie spalle.

Appena supero due case, mi fermo. Prendo le chiavi del garage, apro quest'ultimo ed entro prendendo la mia bambolina, nonché la mia moto.

Esco subito e vado in giro per Los Angeles.

Mi fermo quando sono abbastanza lontano da occhi indiscreti, mi metto comoda sulla moto e mi fumo una sigaretta.

·AIUTO!· Strilla una ragazza zoppicando e venendo verso di me.

Oh senti, non mettermi nei casini
Ti ci metterai comunque.

·AIUTAMI, TI PREGO. PARTI.· Urla con le lacrime agli occhi.

Mi ricorda così tanto me.

Gli passo il casco e accendo il motore scendendolo dal cavalletto.

Poco lontano vedo un uomo correre verso di noi e urla qualcosa di incomprensibile.

·PARTI, VAI!· Urla.

Parto e vado il più veloce possibile, stavo per fare anche un incidente.

·Dove devo portarti dolcezza?· Domando appena arrivo al semaforo.

Mi indica la via da prendere e io riparto, mentre lei si stringe sempre di più a me.

·G-grazie mille.· Balbetta asciugandosi le lacrime.

Ora che la guardo bene è una bella ragazza, mi somiglia a qualcuno.

Alta, capelli castani e occhi color nocciola. Avrà i suoi 15/16 anni. Non di più.

·Potresti dirmi cosa ci facevi in quel posto a quell'ora?· Domando un po' titubante.

·M-mi è arrivato un messaggio dicendomi di andare in quel posto. Ci sono andata e-e quest-questo tizio...voleva...oddio non riesco nemmeno a parlare.· Dice tra i singhiozzi.

Divento immediatamente rigida capendo di cosa sta parlando. La guardo con un espressione seria e lei mi abbraccia tra i singhiozzi.

Okay, situazione piuttosto imbarazzante. Io, regina delle incomprensione, del menefreghismo e di tutte ste cazzate , mi ritrovo a consolare una ragazza di 15 anni che stava per essere stuprata..uau.

·Scusa è che, ho bisogno di qualcuno.· Sussurra.

·Jade, che fai qui? Jennifer?· Domanda il ragazzo simpatico, amico di José..Dylan se non erro.

·Oh, vi conoscete? Mi ha dato un passaggio, sai fratellone, ho litigato con una ragazza.· Sorride Jennifer mentendo spudoratamente.

Ora capisco quella somiglianza, è la sorella di Dylan!

La assecondo e poi guardo Dylan.
·Ero in giro, così vedendo che era sola e indifesa ho deciso di accompagnarla.· Sorrido nervosa.

Se Dylan mi conosce, allora questa farsa non servirà a nulla.

·Ora vado, devo tornare a casa. Ciao dolcezza, Dylan.· Spezzo quel silenzio snervante e alzo la mano rimettendo il casco e correndo verso casa di Natalie.

Appena arrivo guardo l'ora.

21:30.

Apposto, nascondo la moto ed entro furtivamente a casa.

Entro dalla stessa finestra da dove sono uscita, noto che è tutto come l'avevo lasciato.

Butto un sospiro e poi sento qualcuno tossire.

Urlo dalla paura e noto Alex dall'altra parte della stanza.

·Dove sei stata? Siamo chiusi qui dentro ti ricordo.· Mi guarda male

È da tanto che non sentivo la sua voce così calda e roca.

·Non sono affari che ti riguardano. Tieni solamente il becco chiuso.· Sbuffo e mi butto nel letto con il cellulare.

·Ti ho coperto il culo con gli altri, ora merito una spiegazione.· Dice sbattendo la mano sul mobile.

Sussulto e poi mi giro verso di lui. ·Sono stata a fumare una sigaretta in totale tranquillità.·

Lui mi guarda male e poi esce dalla stanza sbattendo la porta.

È incazzato, ma io non ho fatto nulla!

Che ragazzo incasinato.

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