·Ciao piccola mia.· Dice Natalie appena entro dentro la grande sala.
·Ciao Nat. Come stai? Quanto tempo eh!· Le sorrido e continuo a camminare per salutare tutti. ·Come sta Dylan?· Pronuncio con amarezza.
Sono un po' arrabbiata perché non mi ha detto nulla di lei e Dylan.
Ci tenevo.
·Oh..volevo dirtelo io, ma non c'è stato tempo. Scusami Jay.· Mi abbraccia e appena si stacca alza gli occhi al cielo. ·C'è Alex.·
·E allora?· Domando
·Abbiamo litigato.·
·Ciao dolcezza, Nat.· Saluta ad entrambe e poi va verso mio cugino.
·Rapido e indolore.· Alzo le spalle e poi vado a salutare tutti gli altri.
·Ehy brutta stronza.· Mi sorride James.
·Ehy senza cervello.· Gli stampo un bacio nella guancia.
·Vieni a fumare con me? Sto impazzendo.· Ridacchia.
Annuisco e insieme usciamo.
L'aria gelida di dicembre mi fa venire i brividi sulla pelle, e piccole mancanze affiorano dentro me.
Quell'aria gelida mi fa pensare al tocco di Alex, al tocco che aveva all'inizio di tutto. Quando ancora tra me e lui c'era quella intimita così selvaggia, ma allo stesso tempo dolce.
·Jay, a che pensi?· Mi scuote James
·Oh nulla. Una sciocchezza. Piuttosto dammi una sigaretta.· Sorrido.
Mi guarda in certo e poi mi porge una sigaretta.
Sappiamo entrambi, che quel sorriso è tanto dolce quanto falso. Non sa ancora nulla di tutti i problemi che mi circondano, ma non sono ancora pronta a sopportare una critica da parte sua.
·Che mi racconti?· Dice portandomi nuovamente nella realtà.
·Oh, io? Beh, ieri vi ho raccontato quel che c'era da sapere. Che vuoi sapere ancora?·
·C'è altro. Sei sempre più strana. Fammi un po' capire, perché non ti sfoghi più con me? Sei...strana.·
·Si? Perché sono strana?· Domando a mia volta.
·Non sei più quella di un tempo. Sei più riservata, non sei più la mia dolce stronzetta, non ti sfoghi più con me, non vai più a letto con qualcuno, non che mi dispiaccia l'ultima cosa, però da parte tua è strana come cosa.· Risponde portandosi la sigaretta alle labbra.
·Più si cresce, più si matura. Più io so tenermi a bada. Non sono più una 17enne bisognosa di avere un ragazzo al suo fianco per giocare. Ho 20 anni e ho bisogno di costruirmi la mia vita nuovamente. Non voglio essere definita una puttana a vita. Non voglio che mia figlia non avrà un padre solo perché io non saprò riconoscerlo, non voglio che mia figlia, quando andrà a scuola, sentirà le altri madri parlare di me. Non voglio che sul posto di lavoro vengo definita male solo perché non mi conoscono. Ci sta il divertimento, ma in certi limiti. Sto cercando di costruirmi una carriera di medico, non di cagna.· Spiego con tutta la calma del mondo.
·Hai ragione. Perfettamente ragione. Gli hai detto ad Alex di Madison?·
·No. Ora rientriamo, mi sono rimaste altre persone da salutare.· Taglio corto, ma lui mi afferra per il braccio.
·Più tardi, più si incazzerà. Gli hai portato via sua figlia.· Mi lascia il braccio e prosegue. ·Devo entrare pure io.·
Butta la sigaretta ed insieme entriamo nella grande sala.
Vedo Cat ballare tranquillamente con Jake, quasi mi dispiace interromperli.
Ma appena Cat vede che li fisso, sussurra qualcosa a Jake e viene verso di me.
Grazie a Dio capisce tutto sta ragazza.
·Che è successo tra Nat e Alex?· Domando alla bionda davanti a me.
·Appena Alex ha saputo di Nat e Dylan, è andato da quest'ultimo a ricattarlo e per poco non si picchiavano.· Beve un sorso di vino e poi continua ·Tu invece? Detto ad Alex di sua figlia?·
Perché oggi tutti questa domanda?
·Non ancora.·
·Ti conviene muovere il culo. Il tempo passa e lui si incazzerà di più.· Prende altri due bicchieri e me ne porge uno. ·Bevici su e poi magari ci parli. Sarà meno devastante.· Ridacchia.
·Scusa, vado in bagno.·
Mi dileguo e cerco di capire dove si trovi.
Appena trovo la scritta "Toilette" con l'omino femminile, abbasso la maniglia ed entro.
Poso il bicchiere nel lavandino e cerco di fare mente locale su tutto.
Allora, facciamo mente locale, il primo problema da risolvere è quello di Alex. Quindi armiamoci di coraggio e usciamo le palle.
Mi guardo allo specchio e ripeto: ·Alex, Madison era tua figlia.·
Ripeto questa frase come minimo 7 volte, poi però sento un rumore da fuori il bagno, così mi affretto ad uscire. Ma aimè, fuori non c'è nessuno.
Prendo il bicchiere dal lavandino e mi dirigo di nuovo in sala, pronta per parlare con Alex.
Pov's Cat.
Dopo che vedo Jay dileguarsi in mezzo a tutte queste persone, vado verso Natalie che è con il resto del gruppo.
·oh oh, problemi in vista..· Dice Gabriel
Guardo nella sua direzione, così da capire chi è che lo inquieta così tanto.
Vedo Alex con i pugni chiusi e occhi rossi, ma rossi rossi.
·Che succede, amico?· Domanda James smettendo di ridere.
·TU LO SAPEVI NON È VERO?· Urla Alex prendendo James per il colletto e scaraventandolo nel muro.
·Sapere cosa?· Domanda ingenuamente James.
Scatta un occhiata tra me, Nat, Loren e James, abbiamo già capito cosa intende e se Alex non si allontana immediatamente da questo posto, da questa stanza, succederà la fine del mondo.
·CHE MADISON ERA MIA FIGLIA.· Urla Alex.
Nella stanza cala il silenzio e pochi secondi dopo, tra la folla si sente un tonfo.
La gente si mette in due linee facendo intravedere la faccia bianca di Jay.
·Scusate.· Tossisce abbassandosi per raccogliere i cocci di vetro.
Josh va verso di lei per aiutarla, ma lei lascia i cocci che aveva preso e si alza.
Le sue ginocchia sono scheggiate, e dalle sue mani cade qualche gocciolina di sangue.
Ha il pugno serrato, ma allo stesso tempo trema. Passa con le scarpe sopra il vetro, facendo un rumore assurdo e si avvicina a noi.
·Scusate ancora.· Dice per poi dirigersi verso la porta, tutto questo nel totale silenzio che si è venuto a creare nell'aria.
Lucas in un movimento fulmineo prende Alex per le spalle e dopo qualche minaccia da parte di quest'ultimo lo porta fuori seguito da Josh, Gabriel, Nash e Tay.
·La festa è finita, levatevi tutti, fuori dai coglioni.· Urla Sarah nella sua totale finezza.
Tutti salutano e poi vanno via, rimanendo solo le persone del "nostro gruppo/famiglia"
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Più Forti Del Dolore.
Jugendliteratur«Ti va di spegnere tutto e guardare il cielo insieme?» Lei era una ragazzina, una ragazzina cresciuta dal dolore e dalle sofferenze. Una ragazza diventata forte a causa del suo passato. Non crede all'amore e non si fida di nessuno, nemmeno di se st...