63. Il discorso.

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·Sei pronta?· Domanda mio padre guardandomi dritta negli occhi.

Sospiro e annuisco.

Mi scosto dalla presa di mio padre e raggiungo il piccolo palchetto.

Sistemo il mio vestito color carne a motivi floreali e mi siedo avvicinandomi al microfono.

Sento i primi "click" delle macchine fotografiche e faccio una smorfia.

·Innanzitutto Buongiorno a tutti.· Schiarisco la voce ·Sinceramente? Ieri i miei genitori mi avevano detto di organizzare un discorso per chiarire le cose. Ma ovviamente io non ho scritto nulla, infatti non so come iniziare. Avete domande?·

Vedo alcune persone alzare la mano, noto subito una donna minuta, i capelli castani le ricadono lungo le spalle, i suoi occhi azzurri puntano i miei intensamente, quasi volessero spogliarmi di ogni pensiero. Abbasso la testa in segno di consenso, si alza e avvicina il microfono alla bocca.

·Signorina Jade, dice di non avere un modo per 'iniziare un discorso', ma non si rende conto che già indirettamente ha iniziato il discorso, deve solo continuarlo. Le do una piccola spinta, come sta oggi? Saprebbe descrivermi il suo stato d'animo in tutta questa storia?· Domanda cordialmente e arrossendo appena sorrido leggermente.

·Domanda insolita, nessun giornalista qui dentro mi avrebbe domandato come sto. Ma sono contenta di questa domanda. Come sto? Beh, non lo so. Sono una donna molto indecisa in tutti i sensi, anche sul mio stato d'animo. Non so come sentirmi, mi dovrei sentire triste? Arrabbiata? Frustrata? Ansiosa? Oh su quest'ultimo non c'erano dubbi. La mia storia è alquanto complicata, talmente tanto che neanche io ci capisco qualcosa. Io e David non siamo sposati, siamo fidanzati e conviviamo. Mi ha sempre tenuto allo scuro di "questi affari" di cui tanto parlate e vi preoccupate. Io non so assolutamente nulla, so solo che il mio ragazzo non fa mancare mai nulla né a me, né a sua sorella e non faceva mancare nulla nemmeno a sua figlia. Parlando di figli, è vero. Madison è figlia di Alex. Io e Alex abbiamo avuto una storia, quando ci siamo lasciati ero così disperata che sono caduta nelle braccia di David, per questo non ho capito di chi fosse la figlia. All'inizio non si riusciva a capire, era tale e uguale a me. Eravamo due gocce d'acqua, poi più passavano i mesi, gli anni che mi accorgevo che stava cambiando. I suoi occhi azzurri e i suoi capelli biondi non erano ereditati da nessuna delle due parti, ma non avevo sospetti di Alex. Poi quando siamo tornati qui, per il mio compleanno, ho visto Alex scherzare con Madison da lì ho capito che mia figlia non era dell'uomo che amavo. Non ho detto nulla perché all'inizio ero dubbiosa, poi c'è stata la morte della mia bambina...· Faccio una pausa abbassando la testa mentre sento gli occhi pizzicare. La rialzo e sorrido debolmente. ·Ci sono stati mesi in cui non sono uscita dalla mia stanza e in cui non ero più in me. Mi sono ripresa qualche giorno fa. Ero pronta per parlare con Alex alla festa di mia nonna, ma lui già aveva scoperto tutto. Così le cose mi sono precipitate di mano.· Concludo.

La ragazza di prima mi sorride soddisfatta e io le sorrido nuovamente in segno di gratitudine.

Un'altra donna, stavolta anziana alza la mano e poi senza aspettare un segno di consenso da parte mia, inizia a parlare.

·Lei e David vi conoscevate? Oppure è andato nelle braccia del primo che capitava come fa sempre?·

·Io e David ci conoscevamo già, è un amico di famiglia. E lei è davvero impertinente, mi sta chiaramente dando della puttana.· Alzo la voce alla fine.

Il silenzio cala nella stanza. Vedo mio padre salire nel palchetto e far cessare quell'aria tagliente che si era venuta a creare.

·Credo che mia figlia abbia risposto ad ogni vostro dubbio e spero che le stronzate scritte vengano ritirate.· Mio padre mi porge una mano ed io mi alzo dalla sedia.

Il rumore dei miei tacchi ancheggia nell'aria mentre esco da quella sala.

·Ci aspetta il nostro autista fuori, che ci porterà al ristorante, dove ci aspettate la famiglia.· mio padre mi prende a braccetto e poi mi bacia la testa

·Sono fiero di te.· Mi sorride.

Stiamo per entrare nella macchina, ma sento qualcosa toccarmi la spalla.

Mi giro di scatto e vedo la ragazza che c'era dentro.

·Scusa se ti disturbo ancora, ma vorrei chiederti se ti andrebbe di prenderci un caffè uno di questi giorni...· Chiede imbarazzata.

Io scioccata, nessuna ragazza oltre le mie amiche e i ragazzi mi chiedono di prendere un caffè.

·Oh, ehm certamente. Se mi lasci il tuo numero ti chiamerò...·Sorrido

·Si certo, questo è il mio biglietto, chiamami quando vuoi. Io sono Kim.· Mi porge un biglietto e sorridendo imbarazzata va via.

Che tipa.

·Che voleva?· Domanda mio padre appena entro in macchina

·Prendere un caffè con me.· Alzo le spalle.

·Sta attenta, non mi fido dei giornalisti.· Confessa.

Non ci faccio caso, prendo il cellulare, segno il numero e poi lo riposo.

Guardo davanti a me, aspettando di arrivare al ristorante e divorare tutto quello che mi metteranno davanti. Sto morendo di fame.

Come sempre d'altronde. Oddio, ora so come si sente Cat.

E io che la critico perché mangia tanto.

·A cosa pensi?·

·A Cat. Le dico sempre che mangia tanta, quando io adesso sto facendo come lei.· Rispondo sinceramente.

·Oh, tanto la batterai mai. Quella ragazza è un pozzo senza fine.· Ridacchia.

·Povero Jack, dovrà spendere più soldi in cibo che in altre cose. Cat è capace di mangiare la dispensa stracolma in un giorno.·

·Approposito da quanto tempo stanno insieme?· 

·Mi sono fermata a 5 anni e qualcosa.·

·Quelli tra un po' si sposano. Vedremo la nostra bionda peperina con il suo vestito bianco e il suo velo davanti alla faccia, mentre sbraita contro qualche passante perché così farà più tardi del solito.·

Ormai stiamo morendo dalle risate, ma alla fine le vogliamo tanto bene.

·Signori Smith, mi dispiace interrompervi, ma siamo arrivati.· Ci interrompe cordialmente l'autista.

Salutiamo e scendiamo dall'auto

·Tua madre ci picchierà per il ritardo. Ama il cibo tanto quanto Cat.· Ride di gusto prima di prendermi a braccetto e trascinarmi dentro con lui.

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