Tutto aveva avuto inizio durante quella che sembrava essere una tranquilla giornata sul pianeta dei Kaiōshin.
Com'era solito fare, il giovane apprendista Zamasu stava versando il tè al suo maestro, il quale nel frattempo stava osservando dalla sfera tutto ciò che stava accadendo nei pianeti dell'Universo. In particolare, il suo sguardo si era posato su quella che l'apprendista avrebbe definito una strana scena: una coppia stava sistemando un vecchio negozio per trasformarlo nell'idea che insieme avevano progettato.
Una caffetteria.
Zamasu notò negli occhi dell'anziano Kaiōshin una luce diversa dal solito. Il vegliardo sembrava essere felice, entusiasta dell'idea alla quale il giovane, invece, era indifferente. Che cosa c'è di così speciale in un negozio? - pensò.
«Maestro Gowasu.»
«Dimmi, Zamasu.»
«Ho bisogno di saperlo: perché è così interessato alla costruzione di quel negozio?»
Il Kaiōshin continuò ad osservare, in silenzio, la scena che era proiettata in quella sfera. Poi, ad un tratto, si voltò verso il suo discepolo e, con un cenno della mano, lo invitò ad accomodarsi accanto a lui. Zamasu si sedette, e fu allora che il vegliardo gli rispose sorridendo: «Lo sai che la vita è un bellissimo e interminabile viaggio alla ricerca della perfetta tazza di tè?»
Il giovane spalancò gli occhi. Conosceva molto bene il carattere scherzoso e solare del suo maestro e, dunque, anche le sue improvvise battute. «Veramente, maestro Gowasu... si tratta del caffè. E la sua è una citazione di un'umana di nome Barbara A. Daniels: l'ha palesemente modificata per inserire la parola "tè".»
Colpito e affondato: l'amore del Kaiōshin per quella deliziosa bevanda non conosceva davvero limiti. Gowasu incrociò le braccia e, con uno sguardo di disapprovazione, disse: «Ma io intendevo proprio il tè. A me non piace il caffè, mi rende nervoso.»
Ora fu Zamasu a sorridere. Gli era bastato poco: da quei pochi gesti del suo maestro, così spontanei e sinceri, già aveva capito dove l'altro voleva arrivare con quel discorso.
«In altre parole vuole aprire una sorta di caffetteria, o mi sbaglio?» domandò il ragazzo.
Il vegliardo sorrise nuovamente. «Te l'ho già detto che odio il caffè, perciò... sì, mi piacerebbe aprire una sala da tè. Da qualche parte nell'Universo, non importa dove.»
I due tornarono ad osservare la coppia che stava sistemando la loro caffetteria: quei ragazzi stavano urlando di gioia perché avevano appena testato la macchina del caffè e scoperto che funzionava alla perfezione.
«Forse devo darle ragione, maestro...» commentò Zamasu. «Il caffè deve avere qualche proprietà che, entrata in funzione nel corpo dei mortali, li porta ad uno stato di eccitazione e di euforia...»
«A dire il vero, loro non hanno ancora---»
«Però ho colto il loro spirito.»
Le ultime parole di Zamasu sorpresero in positivo l'anziano Kaiōshin. L'apprendista si alzò e, riponendo le tazze ormai vuote sul carrello, si avviò verso la porta che lo divideva dalle cucine.
«Vada per la sala da tè. Il principio è lo stesso: che sia una caffetteria, un bar o una sala da tè... l'importante è accogliere il cliente con il sorriso sulle labbra.»

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A tale of stars
Fanfiction[Writober 2018] Sulla scia dei prompt offerti quest'anno, un'altra raccolta di brevi storie sui personaggi dell'Universo 10. 1. Invito. [Gowasu, Zamasu - pre Super] 2. Nuvole. [Cus] 3. Insonnia. [Zamasu, Rumsshi] 4. Segreti. [Zamasu (Black)] 5. Futu...