Ombra

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"Rivolgi il viso verso il sole e le ombre cadranno alle tue spalle."
(Proverbio Maori)


Per Jium l'ombra, insieme alla luce, era la cosa più bella del mondo. Amava librarsi nel cielo durante le giornate di sole, e osservare come al suolo quelle deformate figure nere - tra le quali vi era la sua - si proiettavano sulle verdi colline che attraversava.
L'ombra gli portava molta felicità e, grazie ad essa, spesso faceva divertire i piccoli del luogo dove risiedeva. Era un maestro delle ombre cinesi: ogni volta riusciva ad incantare tutti coloro che osservavano questo meraviglioso spettacolo.


Quando fece il suo ingresso su quel ring, la prima cosa che notò fu il proiettarsi delle varie ombre dei guerrieri. Da quel buio che avvolgeva il Mondo del Nulla e quella luce che illuminava solo l'arena, gli sembrò di essere all'interno del gioco di quelle ombre cinesi che tanto adorava.
Non era mai stato timoroso delle conseguenze di qualsiasi combattimento che aveva affrontato ma, per la prima volta nella sua vita, un brivido gli attraversò la schiena. La paura di essere sconfitto insieme al proprio Team e di essere cancellati dall'esistenza venne accentuata ancora di più da quello strano luogo dove si trovava.
Troppa tensione nell'aria.
Abbassò la testa e, dalla sua posizione di volo, osservò la sua ombra che era proiettata sul pavimento di quel ring. In quel momento pensò che la sua vita e quelle degli altri guerrieri erano davvero come le ombre: quando c'era luce, esistevano; quando le tenebre calavano, venivano assorbite da esse per poi scomparire.
Ed era così anche per tutti loro. "Pulvis et umbra sumus", disse tra sé e sé richiamando le parole di un famoso poeta dell'antichità - Orazio, se la memoria non lo stava ingannando: "Siamo polvere e ombra"...
Ma, proprio in quel momento, si fece strada nella sua mente un altro pensiero, che illuminò la sua mente come il sole d'estate.


Però... le ombre esistono proprio quando c'è luce, no?


Lentamente si posò sul ring per poi rivolgere lo sguardo verso l'alto. Quella luce intensa, che all'inizio sembrava quasi fastidiosa, non gli fece più paura. A poco a poco quella fonte di luce diventò anche l'origine del suo coraggio: sapeva che l'ombra era anche lo specchio dell'anima... e, nel momento in cui spalancò le sue ali, vide che la sua forma stava cambiando, diventando sempre più grande e più rilevante rispetto a quella degli altri.
E, non appena il Gran Sacerdote diede il via ai combattimenti che avrebbero segnato il destino di ben otto Universi, Jium spiccò il volo e da lì discese in picchiata verso i suoi avversari, guardando la sua ombra inglobare sempre più quelle scie scure provenienti dagli altri guerrieri.
A quella vista, si sentì invincibile.

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