Capitolo 44: A carte scoperte (2)

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*Sì, so che avevo promesso che sarebbe uscito prima, ma poi il capitolo ha preso un risvolto inaspettato e anche Lara ha avuto uno sviluppo che non avevo propriamente pianificato.*

Non avviso Rebecca che sto arrivando, ho ancora la copia della chiave della sua stanza, quindi al massimo se non dovesse esserci l'aspetterò.

Infilo in un borsone il necessario per la notte e un cambio per domattina, per fortuna sono riuscita a fermare le fiamme prima che tutto andasse distrutto. Tommaso entra una sola volta nella sua stanza per frugare nell'armadio e aspetta che io torni nella mia a cercare dei vestiti per cambiarsi. Non ci diciamo niente e continuiamo a non dirci niente anche quando lui compie uno svolazzo con la mano per comunicarmi che sta uscendo. Gli dedico solo un cenno di conferma, non è mia intenzione soffermarmi troppo su di lui, tuttavia non posso evitare di notare che non si è messo in tiro. Non che stia male o che dubiti che possa risultare attraente, ma non indossa neanche una cravatta, non ha fatto altro che abbottare la camicia fino al colletto e infilarsi una giacca scura.

Quando sento la porta chiudersi, mi prendo qualche secondo di pausa per ricompormi prima di affrontare la mia amica. So di dover lasciare questo posto, ma sono altrettanto convinta che Tommaso tergiverserà prima di arrivare al sodo. Un attimo prima di uscire, torno indietro e raccatto i prodotti dal suo bagno per spostarli nel mio, insieme a qualche piccolo indizio che potrebbe rivelare la stretta convivenza; l'ultima cosa che mi serve è che Ydna metta in giro la voce sbagliata.

Definitivamente pronta, mi dirigo da Reb. Ho il piede sul primo gradino della rampa quando sento una risata fastidiosa provenire dal basso e una voce maschile, che ben conosco, dire: «No? Davvero? Hai la mia attenzione, dimmi di più.» Una parte di me vuole sapere cosa gli stia dicendo di tanto interessante, una parte di me non avrebbe voluto sentire nemmeno questo breve scambio. In ogni caso, non sento la ribattuta di Ydna perché probabilmente ha abbassato la voce in tono confidenziale e si è avvicinata a lui.

Non dovrei prendermela tanto, ci abbiamo provato, non siamo funzionati. Eppure, continuo a non avanzare di un passo, nella possibilità di cogliere qualche altro frammento, ma mi arrivano solo mormorii indistinti. Forse è solo una mia impressione falsata, ma nel momento in cui scendo i primi gradini, il chiacchiericcio maschile si placa per qualche lungo istante.

Mi affretto per le scale e marcio verso la porta di Rebecca, sperando che la mia amica abbia delle infinite riserve di cioccolata per aiutarmi a superare questo momento. Mi prefiguro la situazione comica in cui le dirò che Tommaso mi ha baciata e mi ha fatto schifo, sono sicura che mi prenderà per pazza e mi imporrà di riprovarci e farmelo piacere perché siamo fatti l'una per l'altro, poi vedrà che non starò ridendo e allora farà partire un film trash che passeremo la serata a stroncare, troppo concentrate a trovare quello che non va in quella storia per pensare a quello che non va nella nostra. Affronteremo seriamente l'argomento che mi ha portato da lei solo a notte fonda, ammantando di tenebre i problemi, così che si dissipino con le prime luci.

Infilando la chiave nella toppa, sono pronta a piangermi addosso un'ultima volta per lui e poi lasciarmelo alle spalle.

La serratura scatta e spalanco la porta. Non l'avessi mai fatto.

Nonostante sia l'Eroina e abbia una singola parecchio spaziosa, la camera di Rebecca resta pur sempre una mono-stanza motivo per cui, nel momento in cui entro, mi ritrovo davanti il suo letto. Il che non sarebbe un problema, se non fosse per i due corpi nudi e attorcigliati che ci sono stesi sopra, e che riconosco entrambi.

La mia reazione istintiva è di sbattere la porta e tornare da dove sono venuta. Sono disgustata, non era uno spettacolo a cui avrei voluto assistere la mia migliore amica che stava sotto al mio insegnante d'inglese. La parte peggiore è stata che hanno sentito il rumore della porta e si sono girati, vedendomi di rimando.

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