Capitolo 32: Don't go breaking my heart

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Non so quanto tempo trascorra. Ho sentito i loro passi che si allontanavano e mi sono ritratta, accucciandomi addosso al muro, fin quando non ho smesso di piangere. Non ho emesso un singhiozzo, ma non sono stata in grado di fermare le lacrime fin quando non sono finite. Cosa mi aspettavo? Ho mandato via Tommaso e lui ha trovato un'altra. È ridicolo, anche se non lo avessi cacciato, non stiamo insieme e lui potrebbe andare con chi vuole, anche con la mia migliore amica. Non è quello a ferirmi, ma che non si sia neanche voltato indietro.
L'ha fatto, l'hai respinto.

Per il resto della giornata non ci sono più lezioni e la mia voglia di tornare in stanza dove potrei incontrare Tommaso è sotto i tacchi, cosa posso fare? Un brontolio del mio stomaco mi ricorda che devo ancora mangiare; potrei iniziare ad andare a mensa e, a stomaco pieno, riflettere sulle prossime mosse. Controllo nella telecamera del telefono di avere un aspetto presentabile e mi immetto nel corridoio principale.

Neanche pochi passi e mi sento picchiettare sulla spalla. Possibile che...? Mi volto per trovarmi davanti due occhi rosa.

«Kajt?» Più che un saluto mi esce una domanda, ma non sembra farci caso.

«Lara, che piacere! Proprio di te stavo parlando!» Sussulto, ma neanche questa volta sembra farci caso. «Noi stiamo andando a pranzo, tu hai già mangiato?»

Noi? «No, in realtà stavo giusto andando in mensa.»

«Fantastico! Ti va di unirti a noi?»

«Perché no?» Chiunque altro sia con lui non m'importa, Kajt è simpatico e si tratta solo di mangiare qualcosa, posso sopportarlo.

«Eccoti qua finalmente!» sbotta una voce alle sue spalle.

«Potrei dire lo stesso...» ribatte mentre si sposta a lato per liberarmi la visuale sulla ragazza sopraggiunta. I voluminosi capelli castano scuro sono raccolti con sottili forcine in una mezzacoda, la forma leggermente allungata degli occhi nocciola è accentuata dall'eyeliner steso perfettamente, le sottili labbra rosa perlato lucido risaltano contro l'incarnato olivastro. Il suo maquillage è impeccabile, ma sospetto che la base su cui è applicato fosse già perfetta.

«Con quale criterio hai creduto che ti sarei corsa dietro con queste scarpe?» Di riflesso abbasso lo sguardo sulla camicetta bianca - ma non trasparente al punto da lasciare intravedere il reggiseno - la gonna a tubino - la vita alta evidenzia il punto vita e la lunghezza al ginocchio slancia le gambe sode; l'accoppiata con la giacca offre un'aria da donna d'affari - e le stiletto di dodici centimetri. No, decisamente non avrebbe potuto correre. D'altro canto, l'abbinamento è mozzafiato.

«Non è colpa mia se hai scambiato il corridoio per una passerella» la rimbecca.

«Per quello che sono costate, il corridoio avrebbe dovuto trasformarsi in una passerella.» Mi ci vuole uno sforzo di volontà immane per non ridere.

«Ecco qualcosa che mi sarebbe piaciuto vedere.»

La ragazza rotea gli occhi al cielo, ma Kajt l'abbraccia e riesce a farsi perdonare, ottenendo un sorriso a trentadue bianchissimi denti.

«Allora, andiamo? Ho fame» lo pressa, sciogliendosi dal suo abbraccio.

«Sì, andiamo, Lara è dei nostri» mi indica con un cenno del capo.

«Ciao, sono Larissa» mi presento, per un attimo considero aggiungere il pianeta di provenienza, ma esito troppo e l'occasione è sfumata.

«Larissa detta Lara? Piacere, io sono Tellula detta Tea.» Stringe con decisione la mano che le offro. «Kajt mi ha parlato di te, sono felice che l'occasione di pranzare insieme si sia presentata prima di un giorno indefinito.» Con i tacchi, è alta appena un paio di centimetri più di me e raggiunge appena Kajt.

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