Le luci della città scorrono rapide fuori dal finestrino della macchina, fin troppo rapide, Tommaso sta infrangendo sicuramente il limite di velocità, non che mi interessi, ci sono rimasta così male che non mi interesso più di niente. Tanto di solito a quest'ora in giro per queste strade secondarie di periferia non c'è quasi mai nessuno, e comunque lui ha la magia, non è preoccupato, e neanche io, dopo aver capito che gli servo viva, non mi preoccupo più, sono troppo preziosa per lasciarmi morire in uno stupido incidente stradale. Prima l'ho provocato, gli ho chiesto perché prendere la macchina e non teletrasportarsi direttamente lì, lui mi ha risposto che non sarebbe stato saggio, dato che non conosceva il luogo e la situazione in cui si trovava, materializzarsi alla cieca. Mossa più intelligente rischiare che la polizia ci fermi e ci rallenti.
«Gira a destra alla rotonda» dico con voce piatta, non mi volto a guardarlo né tantomeno gli faccio un cenno per indicare la strada, ma dal riflesso nel finestrino vedo il suo sguardo fisso sulla strada, ha i muscoli in tensione, le spalle rigide e serra le dita intorno al volante, da quando siamo partiti non ci siamo detti niente, solo io ho parlato per dargli le indicazioni.
Nel vicolo, dopo il salvataggio sono stata tentata di fuggire, ma appena ho mosso un passo indietro ho rinunciato, lui non si era mosso, ma i suoi occhi avevano fiammeggiato in segno di avvertimento: era venuto per un'informazione e l'avrebbe ottenuta. Ho pensato di dargli l'indirizzo e lasciare che trovasse da solo le indicazioni per arrivarci con il navigatore – ipotesi che lui non aveva preso in considerazione, quindi dopotutto è vero che maghi e tecnologia non vanno d'accordo –, ma ho avuto paura che se gli avessi rivelato quello che gli serviva sapere poi sarei stata inutile e mi avrebbe eliminata per non lasciare un testimone scomodo, quindi gli ho detto di portarmi con lui e che gli avrei indicato personalmente la via; c'è poi una piccola parte di me che non vuole che Rebecca si ritrovi da sola ad affrontare un mago/assassino, del resto mi ha solo detto che è l'eroina, non so se lui è l'eroe valoroso che vuole proteggerla o il nemico che vuole ucciderla, il fatto che mi abbia salvata prima non mi aiuta a giudicarlo dato che sono certa non l'abbia fatto per altruismo, ero soltanto un mezzo per raggiungere lo scopo. Nonostante non mi consideri più sua amica e mi odierà per averle rovinato la serata da sola con l'amore della sua vita, non posso lasciarla sola. Anche perché un interrogativo continua a ronzarmi in testa, qualcosa non torna, Tommaso ha visto Rebecca fuori scuola praticamente tutti i giorni, io gli ho restituito la giacca e poi non ci siamo più neanche scontrati, mentre loro hanno fatto lunghe chiacchierate, sicuramente si sarebbero rivisti lunedì, quindi perché tutta questa fretta proprio ora? Da una parte sono contenta che prima sia intervenuto, dall'altra ho la sensazione che ci sia una qualche coincidenza che continui a sfuggirmi.
«Al prossimo incrocio gira a destra e...» deglutisco «e siamo arrivati.» Siamo, non sei, come avevo pensato di dirgli prima, voglio fargli capire che anche se sarà rischioso e probabilmente non sopravviverò non intendo lasciare sola la mia migliore amica in questa situazione. Neanche stavolta lui ribatte, ma accosta e fa scattare la chiusura delle portiere, esce per primo e mi aspetta, io mi fiondo subito al suo fianco per non spazientirlo ulteriormente.
«Qual è?» domanda, sempre senza guardarmi, alludendo alle file di finestre sulla facciata del palazzo; mi sta chiedendo quale sia quella della stanza di Reb e io gliela indico, una con la luce accesa e gli infissi ancora aperti, non mi sorprende che la mia amica sia ancora sveglia, probabilmente starà leggendo.
«Vediamo se mi ricordo ancora come si fa...» mormora Tommaso a sé stesso, ma io che gli sono così vicina sento perfettamente e mi preoccupo: "vediamo se mi ricordo ancora come si fa" cosa?
Mi cinge la vita con un braccio, mentre l'altro lo porta prima davanti a sé e poi in alto, poi lo riabbassa e riapre gli occhi che aveva chiusi, si gira verso di me e finalmente mi guarda, ha un sorrisetto sghembo e malizioso in volto e i suoi occhi scintillano, ma non di fiamme rosse. «Sì, dopotutto me lo ricordo ancora» dice misterioso. Sono curiosa e mi arrischio a guardarmi intorno per vedere cosa sia cambiato, quando mi rendo conto di quello che è successo il mio cuore perde un battito: siamo sospesi a pochi centimetri dal suolo e una leggera brezza fa ondeggiare i miei lunghi capelli sciolti. Alzo lo sguardo da terra e torno a fissare Tommaso, la cui aria furba mi fa realizzare che ha sempre saputo come farlo e che ha detto quella frase solo per mettermi in agitazione e farmi stringere ancora di più a lui.
Il vento continua a sollevarci e ci porta fino alla finestra che gli ho indicato.
«Lievitazione e occultamento in coppia, non c'è che dire, sono proprio un mago... della magia» e sorride della sua battuta, anche io sorrido, sebbene non abbia capito la prima parte della frase, e continuo a stringermi a lui, la mia spiegazione è che tecnicamente ora non gli servo più e potrebbe non prestare attenzione al mio destino, ma nel profondo so che non mi lascerà cadere, e io mi godo il breve volo. Forse c'è un'altra ragione per cui ho seguito Tommaso: anche se non sei l'eroina predestinata, non lasci andare via una persona in grado di usare la magia.
Atterriamo sul cornicione e la corrente si placa, mi aspetto che mi lasci – anche se forse si ricorda di tutte le mie cadute e non pensa sia ancora al sicuro, e in effetti guardando giù ammetto che è una bella altezza – ma non lo fa, anzi lo sento irrigidirsi al mio fianco, tutti i muscoli in tensione. Cosa ha visto? Ho paura ad alzare lo sguardo e scoprire cosa può aver scatenato una simile reazione in qualcuno dotato di poteri magici. Magari qualcun altro in grado di usare la magia? Mi ritorna in mente la mia domanda di prima su se Tommaso sia l'eroe o il cattivo della storia.
Mi faccio coraggio e guardo dove sta guardando lui. Se Tommaso non fosse così teso e non avesse una presa ferrea probabilmente sarei precipitata per cinque piani. Rebecca è sveglia, è seduta sul letto a gambe incrociate, un libro aperto abbandonato sul cuscino, segno che stava davvero leggendo prima di essere interrotta da qualcosa, o meglio da qualcuno, un uomo con in dosso un lungo cappotto aperto che assomiglia a un mantello nero. I due ci guardano male, come se avessimo interrotto una conversazione importante. Tommaso salta giù dal cornicione e atterra sul morbido tappeto rosa, io salto con lui e quando è sicuro che mi regga in piedi si allontana da me, per tutto il tempo non mi ha mai guardata, ha sempre tenuto gli occhi fissi sull'altro intruso nella stanza: Benjamin Smith.
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Incanto
Fantasía"Quando l'eroina si manifesterà occhi di gelo e capelli di fiamma avrà vestiti di luce e intenti di tenebra sfoggerà." Larissa Seleucida ha occhi azzurro ghiaccio ma non è l'eroina di cui parla la profezia. La prescelta è Rebecca, la sua migliore am...