𝕰𝖘𝖈𝖆𝖕𝖊 ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿ

«37»

»Jimin
Agust ed io ci sediamo su una panchina nel cortile.
Lui apre il suo zaino e tira fuori una specie di scatola grande e piatta, di colore rosa
"Ti piacciono i mochi?"
Lo guardo confuso di fronte a questa sua domanda.
Sbuffa
"Beh, non importa" conclude aprendo la scatola e porgendomi un dolcetto rotondo azzurro.
Allora è questo un mochi
"Wow hyung...non me lo aspettavo" ammetto sorridendo
"Se lo dici a qualcuno, ti frusto"
Ovviamente
"Comunque te li dovevo, non so se ricordi"
Ah è vero...gli avevo chiesto di comprarmi un dolce.
Gli sorrido nuovamente.
Lui accenna ad un sorriso, poi la sua espressione si fa improvvisamente seria
"Allora...l'argomento di cui devo parlarti riguar-"
"Non so cos'abbia fatto Jungkook, ma ti prometto che non lo farà più, ci penserò io a dargli una lezione"
"No, non è quello"
"Davvero hyung, gliela faccio io la strigliata. Io non ricordo di aver fatto qualcosa contrario alle regole"
"Jim-"
"E, anche se fosse, perdonami, non era mia intenzione"
"Ascol-"
"Dico sul ser-"
"Jimin!"
Sussulto al suo richiamo
"Si?" faccio titubante
"Lasciami parlare, l'argomento è abbastanza importante"
"Oh...scusa"
"Dalla decisione tua e di tuo fratello dipenderà la vostra permanenza qui"
Oddio, che sarà mai di così grave?
"Ok, la cosa sta iniziando a preoccuparmi" ammetto
"Stai calmo, devi essere razionale"
Annuisco
"Tuo padre-"

»Yoongi
Mi blocco appena vedo l'espressione di Jimin dopo aver sentito la parola 'padre'
"Jimin? Stai bene?"
Sospira.
Sembra essersi rattristato
"Vai avanti"
Sospiro
"Tuo padre e quello di Jungkook si lamentano che voi due avete lasciato Busan per venire qui. Il capo della Fire Confraternity è venuta da noi a lamentarsi del fatto che la 'perseguitano' e quindi...ci ha chiesto di rispedirvi indietro"
Jimin volta improvvisamente il suo sguardo verso di me.
È un misto tra il terrorizzato e il sorpreso
"Hy-hyung, i-io n-non-"
Si blocca, iniziando a singhiozzare.
Non mi aspettavo una reazione simile
"Jimin, non piangere" gli dico asciugandogli una lacrima
"N-non..."
Si mette le mani sul viso e piange.
Non sono bravo in queste cose, ma mi dispiace così tanto vederlo così
"Jimin, per favore...io...non lascerò che vi portino via" gli dico circondandogli le spalle con un braccio.
Continua a piangere ininterrottamente, così decido di abbracciarlo.
Lo sento piano piano calmarsi, poi mi guarda
"E come pensi di fare?"
Sospiro, abbassando il capo
"Una maniera ci sarebbe per farvi restare qui, ma è una cosa su cui penso dobbiate riflettere" dico accarezzandogli la schiena
"Quale sarebbe la soluzione?" chiede
"Potrebbe essere difficile, ma...dovreste denunciarli per violenza psicologica"
Jimin spalanca gli occhi
"D-dici che funzionerebbe? Anche dopo tutto questo tempo?"
"Si, credo sia l'unica soluzione" ammetto
"Ma hyung...la violenza psicologica non è una ragione valida"
"Io direi proprio di sì"
"Ma ho motivi molto più validi"
Cosa?
"C'è di peggio?"
Una lacrima solca nuovamente il viso di Jimin, ma questa volta la sua espressione raffigura un sorriso amareggiato
"Violenza corporea...traffico di droga, rapimento...aggressioni"
Che belle persone che si sono ritrovati come padri
"Jimin, ma...potresti spiegarti meglio?" chiedo un po' incerto.
Prende un gran respiro
"Jungkook ed io, dopo la morte di nostra madre, siamo stati spesso picchiati"
Delle lacrime continuano a scendere lungo il suo viso, ma il suo tono di voce non sembra risentirne
"Il padre di Jungkook, oltre ad essere un alcolizzato, fa utilizzo di marijuana e cocaina. Entrambi i nostri padri hanno spesso finito per fare a botte con i clienti dei locali che frequentavano e  qualche volta, con i proprietari stessi"
Questa volta, la sua voce si è spezzata
"E...il rapimento?"
So che è molto diretta come domanda, ma voglio sapere come ha vissuto realmente questo povero ragazzino
"Beh...una volta, mio padre ha rapito una dodicenne, ma io e Jungkook siamo riusciti a farla scappare. Le botte e le frustate che ho preso quella volta non me le dimenticherò mai"