four.

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Quando riaprii gli occhi, un dolore lancinante percorreva tutto il mio avambraccio. Era rimasto legato al mobiletto di fianco per tutta la notte, ed io ero talmente stanca da essermi addormentata senza pensarci più di tanto. 

Il secondo pensiero che mi venne in mente fu Harry. Mi voltai ed era proprio lì, che mi dava le spalle. Ne approfittai e nel massimo silenzio osservai al meglio quelle due ali d'angelo tatuate. Erano una vera opera d'arte. Allungai un dito e sfiorai a malapena la sua pelle, percorrendo i lineamenti del disegno. Quando si mosse, ritrassi la mano svelta. 

Non sapevo se richiudere gli occhi e fingere di dormire, oppure ridipingere sul mio volto uno sguardo seccato. Si voltò stiracchiandosi, ed io non ebbi il tempo di scegliere quale reazione avere, perciò rimasi ad osservare il suo sorriso soddisfatto nel vedere che fossi ancora lì.

-Giorno-La sua voce impastata dal sonno del mattino era anche meglio della sua solita. Sembrava avere uno sguardo più sereno, e questo lo rendeva ancor più bello. 

Riacquistai il mio sguardo serio e infuriato, quando mi ritornò in mente il motivo per cui ero nel letto di un ragazzo come lui. Sorrise abbassando lo sguardo lungo il mio corpo, feci lo stesso, ma non trovai nulla di strano in me. Mi stava soltando squadrando. Mi ricoprii con la coperta. Rise. 

-Mi fa male il braccio-affermai cercando di assumere una posizione eretta, mentre lui continuava a stiracchiarsi. Mi liberò sciogliendo quel nodo in modo svelto e pratico. Mi portai subito una mano al polso e lo massaggiai sospirando, e lui non faceva altro che fissarmi senza dire una parola.

-Smettila-sbottai infastidita. Fece spallucce. Lo osservai allontanarsi per andare verso il bagno, e quando fu illuminato dalla luce mattutina proveniente da una finestra, realizzai che fosse mattina.

-E' mattina!-esclamai alzandomi velocemente e raggiungendo il centro della stanza. Harry si voltò lentamente.

-L'ho notato-ghignò. Io sospirai. 

-Ma no..intendo..-indicai la porta speranzosa-..posso andarmene?-domandai con tono dolce. Harry sorrise a malapena e fece due passi nella mia direzione; sembrava essere sul punto di dire qualcosa quando si massaggiò il mento e portò poi le mani ai fianchi ancora nudi. 

-Dov'è finito il tuo caratterino?-

-Lasicami andare e basta-

-Eccolo..-sorrise di nuovo, riprendendo il passo verso il bagno. A che gioco stava giocando?

Chiuse la porta, e la tenne serrata per molto tempo. Ero senza speranza; credevo che niente e nessuno mi avesse potuto salvare da quella situazione. Iniziai a fare l'unica cosa che avrei potuto fare in sua assenza; trovare un modo per uscire da lì.

Il mio telefono non era con me; lo avevo lasciato a casa per evitare le solite chiamate di mia madre. Sono una completa idiota.

Le finestre erano tutte bloccate, tranne una alta e molto, troppo piccola. Non ci sarei mai passata di lì. Le porte erano tre; quella del bagno, quella d'uscita ed una rigorosamente chiusa a chiave; probabilmente una stanza che non gli apparteneva. Da quel che avevo capito era in un condominio e l'affitto non copriva quella camera. 

Di oggetti con la quale avrei potuto aprire la porta d'uscita non ce n'erano. 

Avevo girovagato abbastanza da intuire dove tenesse la scorta di quella robaccia di cui usufruisce; ovunque. 

Nei cassetti, negli armadi, sotto il letto, negli armadietti della cucina, del bagno e pure pacchetti di sigarette su ogni tipo di mobile. Quel ragazzo era più che dipendente dalla droga. Avevo davvero paura che avesse potuto perdere la ragione e farmi del male. Dovevo andarmene e al più presto. 

Where is the light we deserve?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora