twenty-nine.

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ATTENZIONE: CAPITOLO CHE TRATTA DI ATTI ESPLICITAMENTE SESSUALI

La sveglia suona alle sei meno un quarto, ma la spengo in un istante e con un sorriso dipinto sulla faccia. Sono sveglia dalle quattro e mezza circa, e sono già nell'armadio intenta a trovare dei vestiti decenti da indossare. Sono secoli che getto per aria tutto quanto per trovarli, ma non credevo potessi impiegarci così tanto tempo. Magliette, gonne, jeans, abiti, scarpe, sciarpe, cappelli e chi più ne ha più ne metto in giro per l'intera stanza. Le luci accese da un'ora e più, finché mamma non bussa alla porta con i capelli scompigliati e le occhiaie.

-Che stai trafficando qui dentro? Sono le sei e mezza di mattino- Ha un tono acido, e sono sicura che sia sul punto di ferirmi fisicamente per averla svegliata. Le dico di non preoccuparsi, che sto soltanto andando fuori di testa perché fra due ore sarei dovuta essere all'aeroporto e volevo a tutti i costi presentarmi meglio che con un paio di jeans e felpa sportiva. 

Mamma sospira, poi apre la tende lasciando entrare una forte luce. Si avvicina sbadigliando all'armadio e -possibile che a 22 anni devo ancora cercarti io i vestiti da indossare-borbotta fra sé e sé mentre io la osservo. Sembra sfilare da là dentro abiti che io non avare mai notate, e li allunga a me, che li reggo finché non diventano troppo pesanti.

-Mamma?-la richiamo seccata.

-Questo è così carino, perché non lo indossi mai? Un bel celeste ti starebbe da dio e..-

-Mamma-la interrompo un po' troppo bruscamente. Lei sospira di nuovo e alla fine lascia i vestiti da lei proposti sul mio letto, dicendomi che mi avrebbe chiamato giunto il momento di andare. Lei stessa mi avrebbe accompagnato a recuperare Harry, e poi io sarei uscita a pranzo con lui e sapete com'è, avrei fatto di tutto per rendere la giornata romantica tanto quanto dovrebbe apparire in un film.

Lancio uno sguardo ai leggins neri e morbidi stesi, poi al maglioncino azzurro chiaro e agli stivaletti beige in terra. Mamma ha sempre la soluzione per tutto, dannazione. Quando avrò io dei figli come potrò combinare qualcosa di buono, se non so nemmeno scegliere cosa indossare per poter uscire di casa?

Alle sette in punto sto dando letteralmente l'anima per poter spalmare correttamente l'eyeliner sulle mie palpebre, e mi ci vogliono all'incirca venti minuti pieni per poter considerare il lavoro finito. I capelli sono il mio intralcio più grande, insomma, come sistemo in quaranta minuti questa massa di fili crespi e scuri? Li odio con tutta me stessa mentre li pettino e li inumidisco con del districante alla pesca, ma alla fine, dopo averli quasi mandati a fuoco con una piastra di seconda mano pagata la metà ad un mercatino delle pulci, li considero perfettamente ordinati. Raccolgo le due ciocche sul fronte con una mollettina, e sono presentabile.

Mangio la mia colazione in auto, avendo fatto tardi. Mamma odia quando salto la colazione, perciò mi da una brioche in  una mano ed un bicchiere di caffè caldo nell'altra. Poi si mette al volante e guida per circa un quarto d'ora, prima di parcheggiare. Guardo l'orologio sul telefono; diamine, dovrebbe atterrare fra un quarto d'ora. Non sto più nella pelle, mi sento il cuore sul punto di scoppiare.

-Tu vai pure dentro, io vi aspetto qui- Schiocco un bacio sulla guancia di mia mamma prima di uscire ed incamminarmi per le poltrone d'attesa, al centro dell'edificio. A dire il vero non so perché sono così nervosa, perché proprio ora mi sto scrivendo con Harry, che mi descrive ogni singolo minuto che trascorre sull'aereo. Ma la mia voglia di stringerlo con le mie stesse mani, di sfiorare i suoi morbidi capelli, di percepire quel suo costante profumo di..pastafrolla. Già, ha sempre un buonissimo profumo di pastafrolla addosso. Ed ho provato a capito se fosse il suo detersivo, un deodorante, l'ammorbidente. Ma no, ha solamente un dolce profumo di pastafrolla premuto sulla pelle chiara.

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