thirteen.

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Uscii dalla lezione con guance arrossate e fronte ancora sudata, nonostante i minuti trascorsi in spogliatoio a riposarmi e rinfrescarmi. Furono una decina di minuti davvero difficili da mandare giù; le mie compagne sembravano aver notato il nuovo arrivo alla scuola di danza. Non mi intromisi all'interno del discorso, ma rimasi in disparte e rallentai i miei tempi, per poter origliare quel che dicevano.

Dicevano che lo trovavano carino. Parlavano dei muscoli che gli avevano notato grazie alla sua fissa di raccogliersi le maniche all'altezza delle spalle.

-Avreste il coraggio di parlargli quando usciamo?-chiese Naomi sghignazzando. Le altre annuirono ridacchiando a loro volta, e così decisi di uscire per ultima, per lasciare che raggiungessero Harry. Non sapevo cosa sarebbe accaduto, ma so di essere orgogliosa e possessiva. Chissà se Harry gli avesse dato corda.

-Aw, ti chiami come mio fratello-affermò Elizabeth sbattendo le palpebre e muovendo freneticamente le ciglia folte. Mi lasciai sfuggire una piccola risata, che fermai sul nascere per evitare di essere scoperta. Parlavano di cose idiote. Penso di essermi avvicinata sentimentalmente abbastanza ad Harry per comprendere che la superficialità è una dei concetti che più odia al mondo. In fondo, è un artista sotto ogni aspetto, e credo che sia il suo mestiere quello di andare oltre alla superficie ed analizzare cosa nasconde.

-Voi siete amiche di Belle?-domandò poco dopo, dando un taglio al discorso noioso di due di loro riguardo all'esibizione. Si guardarono un po' tutte storcendo il naso e poi si fecero ritornare il sorriso e -no, quella se ne sta sempre per i fatti suoi. Però è una nostra compagna..-sbottò Christine. Harry annuì, e le salutò sorridendo, con gentilezza, dicendogli che adesso doveva tornare a lavorare. Quelle se ne andarono continuando a fargli gli occhi dolci. Non credo nemmeno che se ne sia accorto.

E allora decisi che quello era il momento perfetto per incamminarmi verso di loro, con un ghigno d'orgoglio dipinto in volto.

-Ehi!-mi sorrise cingendo le braccia attorno al mio bacino.

-Sono davvero simpatiche le tue amiche-disse sarcastico.

-Non sono mie amiche-risposi.

-Già..perché tu te ne stai sempre per i fatti tuoi-canzonò riferendosi alle parole di Christine. Lo colpii al braccio e lo rimproverai scherzosamente, prima di rivolgergli uno sguardo confuso non appena mi afferrò il braccio e -ho una sorpresa-mi disse. Si avvicinò ,guardandosi intorno, ad uno stanzino e lo aprì, uscendone sorridente sostenendo un sacchetto di plastica.

-Non è quel che credo, vero?-Harry rise di gusto, quasi a tal punto da farmi credere che gli mancasse il respiro. Poi scosse la testa e -non penso proprio-ammise allungandomi il pacchetto. Annuii sospirando e lo aprii. Conteneva a sua volta un sacchettino di carta e al suo interno, c'era una graziosa catenella con un cuore bagnato d'argento, e al suo interno era dipinta una nota musicale in nero. Era adorabile.

-E' bellissima-sussurrai ammirandola meglio. Harry me la legò al collo e -Buon ventiduesimo compleanno, puffo-disse soddisfatto.

Rimasi fin troppo tempo ad osservare quel ciondolo, a realizzare quel momento e ripensare a tutto il discorso di mia madre, a tutti i miei dubbi su quel che si stava trasformando la mia relazione con Harry. E' davvero così poco ovvio che l'idea della coppia si sta avvicinando sempre di più? Perché temo così tanto crederlo? E perché credo che stia accadendo? Quando ho conosciuto Harry, il mio ultimo pensiero è stato quello di legarmi a lui sentimentalmente. Ed ora lui mi regala ciondoli per il mio compleanno, ci scambiamo baci e carezze tutti i giorni, e sto rischiando di essere sbattuta in galera trafficando sostanze stupefacenti, solo per aiutarlo.

-Sei letteralmente senza parole, allora-sghignazzò lui.

-M-ma..quanto l'hai pagata?-domandai. Harry fece roteare gli occhi e sospirò.

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