eleven.

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Harry si alzò dallo sgabello sulla quale era seduto e mi raggiunse, senza smettere di guardare i due farsi sempre più vicini. Si mise di fronte a me, quasi con lo scopo di proteggermi da quello che ci stava aspettando.

-E così la tua puttanella è ancora con te?-sghignazzò Simon posandosi al bancone con entrambe le braccia. Quella che doveva essere Lisa sorrise maliziosa e imitò l'uomo.

-Ti ho già detto che non è una puttana-sputò Harry seccato. Notavo come fissava in cagnesco Lisa di fronte a lui. Sembrava essere sempre sul punto di saltargli addosso e colpirla, ma rimaneva fermo, e sorbiva le provocazioni di quell'uomo.

-Che volete?-domandò.

-Quello che non ci hai ancora dato; i soldi-

-Credevo che aveste chiuso con me, no?-

-Ed è così, ma..-Simon fu interrotto dalla donna elegante, che -ma ci devi ancora dare quei soldi-disse con tono superiore. Mi sentivo perennemente spinta dall'istinto di intervenire in qualche modo, ma non lo avrei di certo fatto, intromettermi e pretendendo di sistemare la situazione. Tenevo sott'occhio i clienti che, incoscienti, continuavano a guardare la merce e non si preoccupavano nemmeno un po' di noi.

-Ovvero quei seicentomila che non vedo da più di due mesi-terminò Simon. Harry sospirò snervato e scosse la testa a sguardo basso.

Seicentomila? Doveva così tanto a quella gente? Perché ha lasciato che finisse in quel modo? All'apparenza, Harry, non si direbbe un ragazzo così bisognoso e dipendente da quella roba, ma è evidentemente nei guai fino al collo in questa faccenda. Seicentomila dollari non si guadagnano come se fosse nulla. E' probabilmente più del triplo di quel che ho guadagnato io in tre anni di lavoro in quel negozio, e mia madre con il suo salone di parrucchiera.

-E dovresti iniziare a preoccupati di continuare il tuo lavoro, invece di assumerle, le puttane-ridacchiò.

-Proprio tu parli di puttane, al fianco di quella più sporca di tutte?-disse lui, con uno dei toni più acidi che gli avessi mai sentito usare. Istintivamente feci un passo all'indietro, e quei due mi notarono.

-Quindi tu sei il nuovo giocattolino di Harry?-domandò sorridendo amaramente Lisa. Harry si voltò immediatamente e mi afferrò il polso, attirandomi a lui in uno scatto piuttosto improvviso. Se si è sentito libero di prendere questa precauzione, significa che le cose si stavano mettendo male.

-Lasciatelo dire, sei carina. Se soltanto avessi una taglia di seno in più e dei fianchi più larghi di una ragazzina, potresti davvero metterti sul mercato-

-Come, scusa?-Non feci più caso a chi avessi di fronte. Mi sentivo insultata. Il mio corpo è un punto piuttosto debole, quando mi criticano sotto quest'aspetto, non rispondo più alla mia buona coscienza.

-Lascia perdere, Belle..-mi quasi sussurrò Harry, mettendosi di fronte a me. Non credevo di aver la forza di placare la mia rabbia, ma gli diedi retta, e gli permisi di sbrigare la faccenda da solo. O per lo meno, ci provai.

-Un'azzuffata fra donne ogni tanto fa bene, Styles-sorrise falsamente Simon, prima di ribadire la cifra che si aspetta entro il termine stabilito e incamminarsi di nuovo verso l'uscita. Quella bionda evidentemente rifatta in varie parti del corpo lo seguì con passo disinvolto ed entrambi uscirono.

-Davvero li paghi andando a letto con altre?-domandai una volta che furono definitivamente fuori. Harry sospirò ed annuì, e -ho smesso di farlo tempo fa e i debiti si sono accumulati-aggiunse a tono basso. La presenza di una ragazza alla cassa distrae entrambi. Mi avvicinai a lei e le feci compilare tutto quello che c'era da compilare per l'acquisto e la spedizione del pianoforte che aveva appena comprato. Le sorrisi e lei ricambiò.

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