Lancio uno sguardo fuori dalla finestra, osservando il marciapiedi dal decimo piano, da quanto mi sembra di ricordare. Harry è impacchettato nel suo cappotto invernale, a guardarsi intorno con il volto nascosto nella sciarpa e le mani in tasca.
-Sei stata gentile a venire, ma non era un'emergenza-
Lisa mi riporta alla realtà, dopo essere riuscita ad aprire la lattina di coca-cola che ha versato poi in due bicchieri diversi per entrambe. Siamo sedute al bordo del letto matrimoniale, all'interno della sua camera d'albergo. Harry non è voluto salire, ed ora congela sulla strada con la sua testardaggine e tosse secca.
-Qual è il problema?- le domando sorseggiando un po' della coca-cola. Lisa scuote la testa, arricciando il naso.
-Non è un problema, è una buona notizia!- esclama. Le sorrido forzatamente. Le mie buone azioni nei suoi confronti sono solamente per la pena che provo per lei e perché mi si sarebbe spezzato il cuore sapere di aver lasciato una ragazza sulla strada, ma ogni volta che la guardo negli occhi non posso fare a meno di pensare le sue mani sul corpo di Harry. L'immagine delle loro dita che s'intrecciano, le labbra che si scontrano, le risate che riempiono il loro appartamento.
Sono gelosa tanto da rischiare un vero e proprio collasso.
Prima di uscire dalla porta di vetro avvolgo per bene la sciarpa di lana attorno al collo, e incastro con forza il cappello sulla testa. Una volta fuori dall'albergo Harry mi rivolge uno sguardo di esasperazione.
-Non ce la facevo più aspettarti- si lamenta mentre ci incamminiamo.
-Non potevi entrare, se avevi freddo?-
-Credevo di poterla incontrare- quasi mormora, come se avesse appena detto un'idiozia. Decido di lasciar perdere, e di dargli la notizia appena ricevuta da miss biondo platino e seno rifatto. Non sembra molto interessato a saperlo, ma gli dico comunque che Lisa è riuscita a rintracciare il fratello, Niall, dopo anni che non si vedevano. Ed è felice perché adesso ha qualcuno, il che l'aiuterà per potersi riprendere. Mi sono fatta promettere che non cascherà mai più in certi giri loschi, e le ho chiesto pure di stringere il mignolo per assicurarmi che dicesse il vero. Molto infantile, ma almeno mi sarei messa il cuore in pace.
-Mi aveva ancora parlato di Niall..-
Harry ed io ci sediamo in un taxi, intenti a sospirare sulle dita arrossate e congelate, e a parlare rilasciando adorabili nuvolette d'aria condensata nell'ambiente.
-Diceva che era un tipo casa-chiesa, che non aveva niente a che fare con lei-
-Lo spero- sospiro, riferendo al taxista l'indirizzo dell'appartamento di Harry. Spero solamente di potermi scordare di tutte queste responsabilità superflue. Perché mi caccio sempre in guai che non mi riguardano?
Percepisco un leggero solletichio all'altezza della narice. Arriccio il naso e scaccio con una mano il fastidio, strizzando ancora di più gli occhi e proseguendo il mio sonnellino. Quel tocco impercettibile prosegue ed ora ci si aggiunge pure una voce, pare quella di Harry. Mugolo dei versi di disapprovazione, ma continua imperterrito a stuzzicarmi e chiamarmi per nome sghignazzando.
Apro gli occhi arrossati e con un cipiglio dipinto in volto, pronta a rimproverarlo con voce impastata dal sonno e sguardo gonfio da appena sveglia.
-Guarda un po', amore- ride anticipandomi e sventolando una mazzetta di dollari sotto il mio naso. Sgrano gli occhi e li osservo sconvolta, da dove caspita li ha tirati fuori? Mi raddrizzo immediatamente dal materasso.
-Da dove vengono?- domando con tono acuto, quasi spaventata di sapere la risposta.
-Me li hanno dati stamattina, è la paga per il servizio in Svezia- sorride smagliante, continuando a maneggiarli con cura e superiorità. Scoppio a sghignazzare di contentezza pure io, afferrando un paio di banconote e guardandole quasi come fossero salvezza. Mi sento leggera, come se milioni di problemi siano risolti.
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Where is the light we deserve?
FanfictionIn cui Harry è un artista drogato e Belle una ballerina, che venderà qualsiasi sostanza di cui Harry faccia uso e lo inviterà al pranzo di Natale in famiglia. (Conclusa)