Capitolo tre.

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Era passata una settimana dallo spiacevole incontro con Niall, non era venuto neanche nella caffetteria dove lavoravo. In questa settimana la solitudine prese il sopravvento e comprai da una cucciolata di dalmata il piccolo Pongo, nome comunemente preso dal famoso cartone Disney : la carica dei 101. So che la fantasia non era il mio forte nel dare i nomi, ma era comunque accettabile. Pongo era completamente un disastro, in una settimana aveva rotto divano, calze, reggiseni, pantofole, ma non potevo aspettarmi altro da un cucciolo di due mesi. Mi stavo prendendo cura di Pongo come se fosse un figlio, mi piaceva portarlo a spasso nel piccolo parco per cani vicino casa mia prima di andare a lavoro, durante la pausa pranzo e appena tornavo a casa, mi piace stringerlo a me la notte,alcune volte ho trovato la sua pipì in casa o addirittura le sue feci, ma era ancora piccolo, stavamo ancora modificando la parte ''casa-bagno/parco-casa'', mi piaceva comprargli discreti cappottini invernali. Stavo viziando il mio piccolo cane, forse anche troppo, ma amavo i cani e il suo faccino coperto delicatamente da una macchia nera sull'occhio sinistro era irresistibile.

Ero appena arrivata a casa dopo una stancante giornata lavorativa, Urlai il nome del mio cane e non vidi arrivare nessun piccolo mostriciattolo venirmi incontro scodinzolandomi felice per aver rivisto la sua dolce padrona. Andai in soggiorno a cercarlo e vidi la televisione accesa dove trasmettevano uno stupido reality show, per un momento pensai che Pongo avesse accesso la tv, poi sentii una risata che conoscevo fin troppo bene e delle gambe magre alzarsi dalla spalliera del divano e dei piedi con unghie smaltate di rosso fuoco.

''Elizabeth?'' Dissi incredula.

Elizabeth era la mia migliore amica, so che a vent'anni dare un tale nomignolo era ridicolo ma lo era davvero, ci conoscevamo da ben dieci anni.

''Ehi piccola manipolatrice'' disse urlando alzandosi violentemente dal letto e saltandomi praticamente addosso, mi era mancata Eliz, ci sentivamo ogni giorno, e da quando ero qui era venuta a trovarmi due/tre volte.

''Per quanto ti fermi?'' Chiesi praticamente felice fissando le valigie vicino al divano.

''Diciamo per sempre?''

Le chiesi spiegazioni e mi disse che si era stancata del collage e decise di seguire le mie orme, mi disse anche che appena si sarebbe trovata un lavoro avrebbe diviso tutte le spese per la casa, gli alimenti e le bollette con me, non gli assicurai nulla ma avrei chiesto a Mr.Peterson se poteva trovare un piccolo posto per lei nella sua caffetteria. Elizabeth era una diciannovenne con i capelli castano scuro, palesemente tinti,occhi verde acqua una sigaretta sempre in bocca o un leccalecca. Era praticamente il mio opposto, era una di quelle che si viveva la vita sul serio, e ho sempre pensato che il collage non facesse per lei, me lo aspettavo che lei l'avesse lasciato primo o poi.

Se solo io avessi avuto la sua possibilità, non avrei mai lasciato il collage, ma eravamo praticamente luna e sole, lei aveva i capelli castani, io biondo cenere con qualche sfumatura biondo sabbia, lei occhi verde acqua, io turchesi, lei aveva un naso discreto, io piccolo, lei la bocca carnosa, io nella norma, io studiosa, lei festaiola. Insieme avevamo fatto le migliori stronzate, non potevo desiderare amica migliore al mio fianco.

Stavamo passeggiando per il parco dei cani vicino casa mia, mentre ci fumavamo tranquillamente una sigaretta, mi girai per vedere dove fosse Pongo e stava lasciando le sue feci dietro un cespuglio.

''Un cane'' borbottò Eliz ridendo ''come ti è venuto in mente?''

''Volevo compagnia'' risposi facendo spallucce ridendo a mia volta.

''Beh, che si fa stasera?'' Mi chiede la mora felice

''Non ne ho idea, staremo a casa a guardare qualche film suppongo, è quello che faccio il Venerdì sera.''

Fire || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora