Capitolo sei.

6.1K 348 73
                                    

Camminavo frettolosamente per le strade di Manatthan, singhiozzando violentemente, le persone mi guardavano stralunate, ero rimasta senza lavoro, per di più il mio datore di lavoro aveva tentato di portarmi al letto.

A quel punto presi il telefono e digitai il numero di Niall.

''Buongiorno Zoe'' disse una voce calda dall'altra parte del telefono, ma non riuscì ad emettere suono se non quello dei singhiozzi. Niall continuava a ripetermi cosa fosse successo ma le uniche cose che riuscii a dirgli erano quelle di vederci al suo Starbucks.

Ero seduta su un tavolino con il porta-zucchero in mano, stavo giocherellando timidamente con quell'oggetto tenendo gli occhi sempre puntati in basso, dire che ero sotto shock era poco, sapevo che nel mondo del lavoro succedevano tante cose, soprattutto quando si ha la mia età. Quando ti vedono in una tenera età provano a portarti via quel poco di innocenza rimasta.

Poco dopo vidi James sedersi difronte a me con due tè alla pesca caldi, sorrisi guardando la tazza difronte a me, ricordando il tè caldo e il cornetto alla crema che James chiese nella piccola caffetteria,oramai dimenticata dei signori Peterson.

''Perchè sorridi ora?'' Chiese Niall curioso sorridendo a sua volta

''Tè caldo e cornetto alla crema'' aggiunsi ridacchiando

''Mi manca la tua etichetta che dimenticavi di indossare''.

Ridacchiai pensando alla pessima figura che feci quel giorno.

''Sai, quella scommessa, è stata la mia più grande fortuna'' dopo quel parole sulle sue labbra si formò un sorriso a trentadue denti.

''Perchè?'' Chiesi curiosa

''Perchè ho incontrato una buffa bionda di San Diego, con la quale sto benissimo.'' Continuando a mostrare quel adorabile sorriso.

''Ora perché questa buffa bionda stava piangendo?'' Aggiunse con tono più serio.

Gli raccontai tutto per filo e per segno, perfino i liquidi indefiniti che erano nei bagni.

''Devi denunciarlo Zoe''

''No Niall, non voglio altri casini, è tutto così complicato'' dissi portandomi la mano destra sulla fronte, Niall mi strinse la mano sinistra, e io lo guardai, mi sentivo bene dopo quel tocco, era come se tutte le preoccupazioni fossero sparite.

''Andrà tutto bene.''

''Di solito dopo questa frase, va tutto ancora più male.''

''Inizi domani alle otto''

''Di cosa stai parlando?'' Lo guardai perlplessa.

''Beh del tuo nuovo lavoro qui a Starbucks, benvenuta'' finì quelle parole e mi strinse in un caloroso abbraccio. Quel ragazzo mi stava inconsciamente salvando da tutti i mali che la vita provava a farmi, voleva abbattermi e Niall continuava a farmi da muro, sempre, in ogni occasione.

Lavoravo ormai da tempo nello Starbucks di Niall, i giorni erano passati velocemente come treni in corsa. Passare la pausa pranzo con Niall ormai era una rituale, al solito orario,usciva dal suo ufficio e andavamo a pranzare in qualche fast food, avevo scoperto di avere molte cose in comune con il ragazzo biondo, nonché la passione per il cibo spazzatura.

Era mattina, lo Starbucks era pieno di clienti che gustavano le loro ordinazioni nel ricco bar.

''Sai Zoe'' disse la voce della dolce Karen, mi ricordavo di quella signora, era la stessa che mi guardò intontita la prima volta che misi piede da Starbucks.

''Da quando ci sei tu, il signorino Niall è sempre a lavoro, prima lo sentivamo solo al cellulare o ogni tanto la sera passava di qui con qualche sfacciata ragazza ricca, credo si sia preso una bella cotta'' disse facendo un risolino.

Fire || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora