Capitolo diciotto.

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Le settimane passavano come passano treni in corsa, sono qui, a Seattle, per una conferenza sul mio libro.

Ero nella mia suite d'Hotel, a completare una pagina della mia rubrica, la rubrica che mi stava facendo diventare famosa, e il mio amato libro che stava spopolando in tutto il mondo, era passato un mese, e il duemila quindici mi aveva regalato tante gioie a lavoro, avevo una bellissima casa a Manatthan con un giardino, dove Pongo si sbizzariva, ma, il duemila quindici mi ha tolto Niall. Lo penso ancora. Sempre. Di continuo.

Mi sento abbandonata, sola, Elizabeth e Micheal, sono a Parigi. Se vi state chiedendo con chi è la figlia di Louis, è con Harry, c'era qualcosa sotto, c'era più di una semplice amicizia tra quei due, ma non erano affari che mi riguardavano, poiché Louis era deceduto due mesi fa.

**

Ero tornata a New York, finalmente, avere due lavori poteva essere molto stressante, Liam era stato gentilissimo ad accompagnarmi ma sapevo che era obbligato oramai era il mio segretario a tutti gli effetti, rispondeva al telefono per me, prendeva appuntamenti per me, comprava il caffè per me. Stasera, appunto, Avrei cenato con il mio amato Liam.

Avevo prenotato in un bellissimo ristorante cinese sulla venticinquesima di China Town.

Aprì il cancello di casa mia e un Pongo abbaiante si poté udire da dietro la porta in legno, quando aprì quest'ultima Pongo mi si buttò letteralmente addosso, era davvero cresciuto, era come si dice : 'un cavallo'.

-Anche tu mi sei mancato, Pongo!- dissi al mio cane accarezzandolo dolcemente. -Ma ora devo farmi una doccia, tra poco passa Liam.- continuai, pur sapendo che non avrei ricevuto risposta.

**

Liam arrivò puntuale come un orologio svizzero. Era lì in tutta la sua dolcezza con un mazzo di tulipani gialli tra le mani.

-Ciao- esordì baciandoli la guancia.

Mi porse i fiori e lo abbracciai amichevolmente.

Arrivammo nel grande ristorante lussuoso.

-Qui ci vengono sempre giovani imprenditori.- mi sussurrò all'orecchio mentre entrammo.

-Oh, bello.- riposi.

Niall non mi avrebbe mai portata lì, con lui sarei andata ad un Mc Donald's o un qualsiasi fast food. Niall mi capiva.

-Il cibo cinese sarà pure bello, ma gli hamburger battono tutti.- dissi non appena finì il mio boccone.

-Non mi piacciono i fast food.- protestò il castano.

Sorrisi debolmente. Tuttavia, non potevo cambiare gusti altrui, Liam era dolce e sapevo nel mio profondo che ci provava spudoratamente con me, forse lui aveva le carte in regola, ma mi dispiacerebbe lasciarlo con un post-it sul frigo soprattutto se devo incontrarlo a lavoro.

A volte, passano i mesi ma accadono cose che sono accadute in passato, ti fermi a pensare in un punto fisso, e poi ti accorgi che stai fissando una persona senza volerlo, proprio così ho conosciuto Niall, e proprio in quel modo ho rivisto il biondo nel ristorante cinese, il mio cuore martellava nel mio petto, sentivo le mani sudate.

-Zoe, che hai?- mi chiese Liam. -Sei pallida come un cadavere.- continuò.

Sibilai un "sto bene." Senza distogliere lo sguardo, ed è lì in quel momento che in nostri occhi si incontrarono, entrambi reggevamo al contatto visivo.

Ma io, stavo crollando.

-Liam, andiamo via.- dissi senza pensarci.

Liam aggrottò le sopracciglia.

-cosa? Perchè?- chiese. -Portami a casa.- risposi senza aggiungere nient altro.

Liam si girò, guardò Niall e sospirò ma non ci feci caso. Lasciai ancora una volta l'amore della mia vita lì.

**

-Mi dispiace.- dissi non appena fermò l'auto davanti casa mia.

-Mi sono illuso io, scusa Zoe.- disse secco Liam.

-Liam io..-

-Non dire nulla, ho capito tutto.- mi fermò il mio segretario.

Abbassai lo sguardo, e mi guardai le unghie, presi un respiro profondo.

-Amici?- chiesi speranzosa.

-Certo.- rispose lui sorridendomi. Ricambiai il sorriso. -Notte Liam.- e congedai il ragazzo dal cuore spezzato nella sua auto.

Mi dispiaceva per Liam. Mi sentivo in colpa, ma sono un'essere umano, e non posso scegliere io chi amare, pensavo continuamente a tutto ciò che era successo, la tv trasmetteva programmi ma io non stavo prestando veramente attenzione. Ero in un'altra dimensione, a risvegliarmi fu un forte battito alla mia porta, anzi, continui battiti qualcuno bussava in modo brusco, andai ad aprire spaventata e tutto ciò che vidi era quello che non avrei mai voluto vedere....

Fire || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora