Capitolo ventuno

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-Mamma?- chiesi tremante, mia madre era morta, non poteva essere lei, mia madre era stata seppellita, giaceva in un cimitero a San Diego.

-Tesoro, lascia che ti spieghi.-

Singhiozzai a quelle parole, la mia vita era stata una menzogna.

-Cosa c'è da spiegare?- chiesi piangendo ancora. -Mi hai mentito.-

-Ho dovuto farlo.- sibilò a denti stretti. Le sue labbra si chiusero lentamente. Quasi avesse paura di perdere la sua unica figlia.

-Perché?- chiesi aggrottando le sopracciglia.

Mia madre prese un respiro profondo.

-Tuo padre vuole ucciderci.- quattro parole, una frase a volte sono in grado di spezzarti, di ucciderti.

Dalla porta automatica dell'enorme edificio uscì Maura.

-Maura.- squittì mia mamma.

-Tesoro!- rispose abbracciandola.

Aggrottai le sopracciglia, loro si conoscevano, loro erano amiche, ero confusa, mi sembrava di essere stata inghiottita da una grande voragine, la stessa voragine che mi ha trascinato in una nuova dimensione, un nuovo mondo, dove io, dovevo capire, scoprire la dura verità.

Le due donne parlavano tranquillamente tra di loro, mentre mia madre le raccontava tutta la vicenda.

-Vi conoscete?- chiesi attirando l'attenzione di entrambe.

-Qui ci devi pensare tu,Amanda.- disse Maura, evitando la conversazione, lasciandoci ai nostri problemi.

-Mi hai nascosto altro?- chiesi nervosa.

Vidi mia madre irrigidirsi e sospirare.

-Ho chiesto a Maura di tenerti d'occhio qui a New York, così, ha mandato Niall ad esserti amico.-

Avevo perso decisamente la mia vita, mi era scomparso tutto, tutto ciò che era successo in questi mesi era distrutto dalle parole di mia mamma, o almeno quella che fino a qualche mese era mia mamma. Niall, era stata solo un'amara illusione, un'illusione crollata ora.

-Niall non è mai stato veramente mio amico? Era tutto progettato?-

-Tesoro, io non...-

-Sta zitta!- urlai noncurante degli sguardi dei passanti.

-Non cercarmi, non parlarmi, non sei più mia madre.- dissi freddamente lasciandola da sola lí, in quella strada colorata di nero dalle sue menzogne.

**

Aprì violentemente la porta dello Starbucks camminando velocemente fino al suo ufficio.

Diedi un calcio alla porta del suo ufficio, la quale rivelò un biondo che alzò lo sguardo spaventato.

-Tu mi fai schifo, mi fai davvero schifo, non che prima non mi facessi schifo-

Vidi Niall abbassare lo sguardo.

-Hai saputo?-

Guardai il biondo con sguardo tagliente.

-Vaffanculo, non farti più vedere.-

**

A volte è necessario sfogarsi, dire la verità, è necessario dire come la pensi, lasciarsi tutto alle spalle, e iniziare una nuova vita, solo con te stessa, una vita dove l'emozioni cessano, dove è necessario diventare ghiaccio, un ghiaccio che si ripara dal fuoco, dal calore, un ghiaccio che vive solo con il suo gelo.

Misi un ultimo capo della mia valigia, avevo la presentazione del libro a Chicago, sarebbe stato un buon motivo per svagarmi, stavo partendo ben due giorni prima, sarei stata da mia nonna, non importandomi che avrei dovuto sopportare la sua pazzia, e il suo essere irritabile, sapevo che lei era al corrente, ora molte cose erano più chiare, ecco perché al presunto funerale di mia mamma, c'eravamo solo io e la nonna, e il prete era il nostro vicino, ecco perché Niall dopo aver condiviso così tanto era sparito, ecco perché avevo ottenuto un lavoro in una rivista così facilmente. Misi Pongo nella gabbietta ed uscì di casa.

Chiamai un taxi, la mia destinazione sarebbe stata l'aeroporto, speravo solo di non tornare più.

SPAZIO AUTRICE :

Si possono mettere le immagini, che bello!

Questo è un grande colpo di scena, questo capitolo sarà veramente la svolta a tante cose, votate e commentate, e leggete anche Noctunarls si sente sola, daiii ❤️❤️

Ciao stelline! ⭐️⭐️

Fire || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora