Capitolo diciasette.

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"Cosa porta le persone ad allontanarsi? Mai capito. Esseri umani in ogni dove, nascosti dietro gli angoli del globo.

Esseri umani che si amano, Esseri umani che si lasciano, e come me e l'uomo che amo, Esseri umani che non riescono a capirsi.

Mi chiamo Zoe, sono nata quando faceva già freddo, ho perso una mamma di morte prematura, sono cresciuta con lei, e mi era stata tolta, strappata via da me quando avevo soli diciott'anni, non credo nelle persone, non credo più neanche nell'amore onestamente, mi è sempre stato tolto tutto dal destino, dalla vita o da qualcuno lassù, Mi chiamo Zoe è da oggi mi occuperò della rubrica adolescenziale in questo bellissimo giornale, amo la vita, amo ridere, amo far stare bene tutti voi, Mi chiamo Zoe e per qualsiasi cosa rivolgetevi a me, spero di leggere tante lettere, spero di consigliarvi e mi troverete in questo giornale anche come commentatrice sulle catastrofi che accadono in America, sono fiera di me a solo vent'anni ho già due rubriche, Mi chiamo Zoe, e io vi aiuterò."

-È fantastico- Mi disse Maura felice.

-Mio figlio è stato in gamba.- continuò.

-Grazie Mille Maura.- Risposi con tono fiero.

Lasciai l'ufficio di Maura e andai nel mio, decisamente più piccolo.

-Com'è andata?- mi chiese Liam.

-Perfettamente bene- risposi con un sorriso ampio.

Liam mi lasciò un abbraccio caloroso.

-Sai, piccola scrittrice- fece una breve paura, passandosi delicatamente la lingua tra le sue labbra per inumidirle.

-Ieri ho completato il tuo libro.- continuò.

Pensai a quanto l'avevo completato, ero..ero con Niall. Tutto mi ricordava Niall.

-Che te ne pare?- chiesi.

-È decisamente uno dei romanzi più belli che io abbia mai letto, complimenti.- disse con tonto pieno di sincerità.

-Mi fa piacere, oggi sto ricevendo molti complimenti- risposi ridacchiando.

Liam mi comprò due caffè, in una sola mattinata, non ero abituata a lavorare così tanto, poiché ero il fiore all'occhiello di Niall, ed era quella che lavorava di meno da Starbucks.

**

Quando arrivò la pausa pranzo mi tremavano le gambe solo a camminare, sapevo dove stavo andando, dovevo ritirare le ultime cose che avevo lasciato nella caffetteria di Horan. Sentivo un vuoto allo stomaco, avrei risentito il profumo dello Starbucks, rivisto la mia amica cameriera e cosa più importante, lui.

Entrai e la dolce anziana che lavorava lì mi venne ad abbracciare dolcemente.

-Oh Zoe, quanto mi sei mancata-

sussurrò al mio orecchio. -Sappi che con lei non fa sul serio.- continuò.

Sapevo molto bene a cosa si riferisse, e conoscevo Niall, solo ora mi resi conto di quanto stupida ero stata, da credere di poterlo cambiare, sentivo di crollare da un momento all'altro. Ma non potevo, non sempre puoi crollare quando vuoi, a volte devi essere più forte dei sentimenti e prendere il comando, e salvare la nave, ed in questo caso, io stavo portando in salvo la mia dignità femminile.

Quando presi tutto ciò che mi serviva mi girai verso la donna che mi accolse calorosamente.

-Dov'è?- chiesi.

-Nel suo ufficio, cara.- mi rispose idicandolo.

-Vado a salutarlo.- dissi secca.

Poggiai la mano chiusa in un pugno sulla porta, nonostante avessi battuto più volte, nessuno lì dentro dava segno di vita.

Presi coraggio e l'aprì di scatto e tutto ciò che non avrei mai voluto vedere, mi capitò davanti agli occhi.

I nostri occhi, si guardarono, ancora. La rossa della festa, Annabella, era su di lui, la camicia della divisa di Starbucks era aperta mostrando un reggiseno in pizzo rosso. Avevo le lacrime agli occhi, congedai i due lì, e uscì da quel maledetto negozio.

-Zoe- urlò Niall, feci finta di non sentirlo e camminai con le lacrime agli occhi.

Il biondo mi raggiunse bloccandomi un polso.

-Cosa vuoi Niall?- urlai con voce rotta.

Niall sbiancò a vedere il mio viso rosso per il pianto.

-I..i..o- rispose balbettando.

-Tu cosa?- urlai ancora, non curante del fatto che stavamo dando spettacolo. -È così che fai eh? Ti scopi tutte le cameriere?- urlai ancora.

-Zoe, ti prego.- supplicò guardandosi intorno.

-Vaffanculo Niall, io ti amo.- risposi ancora più ulrando.

-Cosa?- chiese lui spalancando gli occhi.

-Ti amo, cazzo.- ero esplosa, la bomba di pazienza che era in me, era decisamente esplosa.

-Non so....- rispose.

-Stammi lontana Horan.- dissi con voce rotta, per poi girarmi e lasciarlo lì per sempre.

Fire || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora