-Niall (quando la foto del capitolo sarà di Niall o della protagonista significa che è il loro punto di vista.)
Aprì gli occhi lentamente per i rumori che poté udire in cucina, imprecai.
Andai in soggiorno e vi trovai mio padre.
-Papà- squittì andandogli incontro per poterlo abbracciare.
-Figlio mio.- disse premuroso dandomi un pacca sulla spalla.
-Scusa se sono venuto senza preavviso.- continuò.
-Tranquillo, è tutto ok.- sorrisi.
-Sai.- ridacchiò -ero un po' titubante, pensavo di trovare Zoe.-
Il suono di quel nome mi fece pensare tutto ciò che era successo, mi stavo facendo scappare l'unica donna che avrei voluto con me per il resto della mia vita, e non facevo nulla, sapevo che meritava di più, era troppo bella. Abbozzai un sorriso e andai a preparmi.
Ero in tuta, per andare a correre.
-Niall.- mi richiamò mio padre.
-Sicuro che vada tutto bene con lei?-
-Certo papà- mentì -perché?-
-Oh no così, tranquillo Niall.- rispose il grande capo abbozzando un sorriso.
misi le cuffie nelle orecchie e iniziai a correre, lasciavo che la musica potesse esprimersi al posto mio, sfogavo la mia rabbia correndo, quando mi ritrovai davanti al grande albero dove io e Zoe avevamo inciso quelli che dovevano essere i nostri nomi uniti mi bloccai, il mio battito era irregolare, eppure, non riuscivo a distogliere lo sguardo, so che tutto era cominciato per far contenta mia mamma, ma poi abbiamo iniziato a parlare, ho iniziato a conoscerla, ed è diventata un punto di riferimento, infatti, ad un certo punto non ero più io a salvarla dal padre, ma era lei, a salvare me. Mi avvicinai al grande albero, tracciai con le dita l'incisione, non riuscivo a sopportare l'idea che io potessi sentire così tanto la mancanza di qualcuno, la mancanza di un viso puro, di una pelle morbida e lattea, dei capelli color biondo cenere, ero così nervoso che buttai un pugno all'albero che mi procurò lievi ferite alla mano.
Arrivai a casa e scappai praticamente in bagno -come un adolescente- le domande di mio padre sarebbero state noiose.
Gettai la mano sotto l'acqua ghiacciata e misi un prodotto per ferite che mi procurò un lieve dolore, asciugai accuratamente tutte le ferite e le coprì con un garza.
-Niall non hai fame?- chiese mio padre arrivando in bagno.
-Certo che ho fame.-
-Non avevo dubbi, figliolo.-
Raggiunsi la sala da pranzo e potei notare mio padre guardare la mano.
-Cosa hai fatto alla tua mano?- chiese portandosi un boccone alla bocca.
-Sono caduto stamattina.- mentì abbassando lo sguardo soffermando-mi sulla pietanza dinanzi a me.
Mio padre lascio la forchetta sul piatto procurando un lieve rumore
-Niall, dov'è Zoe?- chiese.
-Chicago per una presentazione.- riposo con tranquillità.
-Niall.- mi richiamò.
-Mmmh- mugolai cercando di evitare il suo sguardo.
-Mi sono innamorato di tua madre, ci siamo amati, ma purtroppo ero troppo codardo per riprendermela invece che lasciarla andare via.-
-Cosa vorresti dire?- chiesi.
-Non farti scappare l'unica donna che puoi amare.-
A quelle parole alzai lo sguardo, guardai negli occhi mio padre e so che ci eravamo capiti a vicenda.
La mia porta d'ingesso si aprì velocemente dove ne uscì mia mamma.
-Bobby- disse freddamente
-Maura.- ricambiò imbarazzato.
Ma non fu quello ad attirare la mia attenzione.
SPAZIO AUTRICE :
Un piccolo regalo per affrontare il Lunedì!
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