Zoe's POV.
Bussarono al campanello interrottamente, avevo pianto per ben due ore e mi ero calmata. Andai a ad aprire e mi ritrovai un Niall disperato, con i capelli scompigliati. Aveva il naso rosso, di sicuro stava piangendo, ma non riuscivo a decifrare i suoi occhi dato che erano ancora coperti dagli occhiali da sole. Dopo esserci guardati intensamente mi scostai per farlo entrare in casa mia.
''Zoe'' la sua voce rotta echeggiò in tutta la stanza incastrandosi nelle pareti, non avevo risposto, lo stavo fissando,vederlo così faceva male, fin troppo.
''Zoe, ti prego perdonami.'' Si tolse gli occhiali da sole e vidi Niall scoppiare in una tempesta emotiva davanti ai miei occhi. Andai vicino al biondo, eravamo faccia a faccia, non c'era malizia o voglia di baciarlo questa volta, solo un vuoto immenso che volevo colmargli. Presi la mano di Niall stringendola alla mia, il suo capo si abbassò e vedendo le nostre mani unite singhiozzò ancora più forte. Trascinai Niall sul divano stringendo ancora la sua mano, appoggiò la testa sulle mie gambe e piangeva forte, così forte che sembrava un bambino che aveva paura dei tuoni, gli accarezzavo i capelli lentamente, le lacrime scivolavano sul mio viso, la mia vita era lo specchio di Niall, me ne ero fatta una ragione.
''Zoe... Io non ho mai pianto con qualcuno, è la prima volta.''
''Non ti preoccupare.'' sussurrai al suo orecchio per poi lasciargli un bacio sulla guancia.
''Zoe, ti prometto che quando sarò pronto, ti racconterò perché odio i funerali.''
Sorrisi a quelle parole.
''Ti ascolterò Niall, ti ascolterò.''
E tornai ad accarezzargli i capelli. Niall si addormentò. Misi sul suo corpo robusto la mia amata coperta rosa pallido e lo lascia nel mondo dei sogni.
Erano passate tre ore da quando Niall dormiva beatamente sul divano. Mi ero soffermata ad osservarlo ogni tanto. La sua bocca rosea era leggermente socchiusa, le sue erano guance arrossate per via dei pianti di qualche ora prima. I capelli erano scompigliati, non sembrava neanche più quel Niall Horan ricco di Manhattan. Avevo poggiato sul tavolino dinanzi al divano un thè caldo alla pesca. Ero sulla poltroncina affianco, e non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso. Il biondo sul mio divano aprì gli occhi lentamente, scrutò attentamente il mio salotto, si soffermò su di me.
''Zoe, che ore sono?'' Aveva la voce così tenera e roca appena si svegliava.
Mi voltai per guardare l'orario sull'orologio situato nella mia parete.
''Le otto.'' Lo guardai sorridendo.
Niall sbadiglio e si ributtò sul divano, mormorando qualcosa di incomprensibile. Presi la tazza di thè fumante e mi avvicinati al suo viso.
''Niall..ti ho fatto il thè.'' Dissi sporgendo la tazza nella sua direzione. Aveva ficcato la sua testa bionda sotto al cuscino.
''È alla pesca?'' Disse ancora sepolto dal cuscino con la fodera gialla.
''Ovviamente.'' Risposi facendo un ghigno soddisfatto anche se lui non poté vederlo.
Niall aveva deciso di sedersi sul divano a sorseggiare il suo thè. Io stavo pulendo la cucina frettolosamente perché odiavo vederla sporca. Un tazza rossa venne appoggiata sul bancone, mi girai e vidi un Niall molto più sveglio di prima, si stava grattando le sue parti basse.
''Niall, per favore girati se devi aggiustarti le palle.'' Dissi schifata ma c'era un punto di ironia nella mia voce.
Il biondo rise.
''Zoe, vatti a preparare, voglio portarti in un bel posto.''
''Quale sarebbe?'' Chiesi curiosa ammiccando un sorrisetto malizioso.
''Vedrai, ora muoviti.'' Rispose, così congedai Niall in cucina mimando un ''fai come se fossi a casa tua.'' e mi andai a preparare.
Eravamo andati a pattinare sul ghiaccio, Niall era attaccato alla ringhiera sulla sua destra, mi avvicinai a lui.
''Perché mi porti qui e poi non pattini?'' Chiesi inarcando il sopracciglio destro.
''Non sono più abituato Zoe, l'ultima volta che ho messo piede qui è stato due anni fa con...''
Preoccupata dal sentirlo deglutire rumorosamente Niall, cercai di finire le sue parole.
''Con?'' Chiesi ancora.
''Louis..'' Disse secco ammiccando un sorriso amaro.
Lo guardai per molto tempo, ma il biondo distolse il suo sguardo,non aveva retto il mio contatto visivo.
''Dammi le mani, ora.''
Mi guardò confuso.
''Niall, dammi le mani, ti guido io, cazzo muoviti.''
''Sempre determinata tu eh!'' Disse facendo un enorme sorriso.
Niall sui quei pattini era estremamente goffo. Era tenero, quella tenerezza che non mostrava a tutti.
''Dai su continua così.'' Mostrai un sorriso e incitai il biondo che pian piano sui quei pattini si stava sciogliendo riprendendo il ritmo.
Passarono due ore, uscimmo dal pala ghiaccio ridendo e scherzando e mi bloccai esterrefatta.
Niall mi guardò strano e prima che potessi dire qualcosa gli diedi una manata sul petto per fargli capire che doveva guardar davanti a se. Fiocchi di neve scendevano velocemente dal cielo newyorkese, strade e frazioni pieni di tanta neve, era assolutamente pazzesco, vivendo continuamente in California non avevo mai visto la neve dal vivo. Iniziai a correre come una bambina raccogliendo tutta la neve possibile. Il biondo mi si avvicinò.
''Zoe qui nevica tutti gli inverni, é solo neve.''
''È la prima volta che la tocco,Niall.''
''Sei seria?'' Disse per poi ridere.
''Si, beh ti ricordo che io sono della California.'' Risposi facendo una smorfia.
''Ti prego insegnami a usarla.'' Continuai mente stringevo una grande palla di neve che mi procurò un lieve rossore alle mia mani pallide.
Il biondino mi guardò per poi accennare un sorriso.
''Sfida accettata.''
Io e Niall passammo le ore a giocare con la neve, facemmo un pupazzo di neve a Central Park, che era poco distante al pala ghiaccio dove eravamo andati, facemmo anche due angeli vicino. Ci buttammo delle palle di neve, dove il biondo per sbaglio, mi colpì in faccia facendomi male e procurandomi una chiazza rossa sulla guancia. Niall prese un piccolo tronco d'albero che era,di sicuro, stato buttato da qualcuno è incise con le chiavi della sua auto :
''Zoe e Niall sono stati qui.''
Ripose il tronco a terra vicino al nostro pupazzo di neve. Mi tolsi la sciarpa e la misi a Noël (il nome del nostro pupazzo di neve.) che significava Natale in francese ma era stato coniato dai nostri nomi. Mi disse che Harry e Louis si erano ripromessi che i loro figli si dovevano chiamare Larry, un'altro miscuglio come Noël; capì che stava pensando a Louis tantissimo questa sera, perché tutte le idee che gli vennero come Noël o il pala ghiaccio erano collegate al ragazzo che, ormai, era diventato un angelo.
''Ti manca?''
''Tantissimo,Zoe.''