Kelly sospirò profondamente, tenendo ben salda la presa sul volante della propria auto; stava percorrendo quella strada non da molto da che aveva lasciato la stazione di servizio, quando in lontananza scorse qualcuno camminare leggermente zoppicante lungo il marciapiede.
Suonò il clacson per richiamare la sua attenzione ed accostò lateralmente alla strada; l'uomo si girò nella sua direzione senza dire nulla.
"Scusa, è tutto apposto?" gli chiese gentilmente la ragazza, affacciandosi, dopo aver calato il vetro del finestrino; ad un tratto inarcò un sopracciglio, schiudendo la bocca in un'espressione sorpresa "Ma tu sei quello della stazione di servizio?" Kelly si bloccò all'istante, rendendosi conto della figura che aveva appena fatto, cercando nascondere il più possibile il rossore che le imporporava le guance "Cioé... non fraintendere, non ti stavo spiando. Ho avuto problemi con la macchina e sono stata costretta a fermarmi. Ti ho visto per caso mentre parlavi con altre persone" si passò poi una mano sul viso diafano, lasciandosi scappare una risatina nervosa.
"La curiosità non è cosa rara al giorno d'oggi. Vedo che hai risolto il problema all'auto" disse lui, accennando a sua volta un sorriso all'angolo della bocca.
"Per essere una mezza carretta non posso lamentarmi" entrambi si lasciarono scappare una breve, ma sonora risata "Senti, posso darti un passaggio? Mi sembri un po' affaticato, se posso permettermi" si offrì ad un certo punto, la giovane, mantenendo le labbra distese "Consideralo anche un modo per scusarmi di averti dato del 'tu'... ehm..."
"Clyde May" l'uomo rise una seconda volta, scuotendo il capo, prima di tornare a guardarla nei due occhi verde acqua, attorniati da una chioma scura in perfetto contrasto "Non devi assolutamente scusarti. A dire la verità i miei piedi gridano vendetta da un po', per cui un passaggio potrebbe farmi comodo..."
"Kelly Brown" si presentò a sua volta la giovane, tendendogli la mano; solo allora notò un particolare del suo braccio sinistro, rimanendo comunque concentrata sulla risposta che ricevette.
"Kelly..." ripeté più volte lui, in tono sottile, attorcigliando la lingua tra i denti "Permettimi di farti un complimento, Kelly: un nome bellissimo" oltre a notarla arrossire visivamente, in quel momento Clyde avvertì una sensazione smuoversi all'interno dello stomaco, senza sapere cosa fosse, il che non gli consentì di spostarle le pupille di dosso; scosse impercettibilmente la testa, ignorando il pensiero, ma d'altronde non avrebbe smesso ugualmente di osservarla con attenzione "Ti ringrazio. Mi stai facendo un grande favore" aggiunse dopo pochi minuti, in tono molto pacato, quasi a soffio di labbra, dopo aver preso posto sul sedile di fianco.
"Figurati"
L'uomo si morse il labbro inferiore quando la notò spostare l'attenzione sulla strada con gesti nervosi e veloci.
Dopo nemmeno dieci minuti di viaggio, Kelly si decise a fare una domanda che le frullava per la testa da un po', spezzando il silenzio ed alternando brevemente lo sguardo su di essa prima di formularla "Se posso chiederti, cos'hai fatto alla mano?"
"Ho combattuto per il paese" il tono della frase era più fermo e secco.
"Oh, mi dispiace... non era mia intenzione metterti a disagio"
"Che ho combattuto per il paese o per la mia mano?" ridacchio beffardamente il suo interlocutore.
La ragazza fece un cenno con il capo "Entrambe le cose ad essere sincera. Visto il mondo in cui ci troviamo... ti dispiace se accendo la radio?"
Clyde si irrigidì di colpo, limitandosi a rispondere un deciso 'no'.
Kelly trovò un po' strano quel suo improvviso cambio di umore, ma non ci fece caso più di tanto; e quasi senza accorgersene, si ritrovò a muovere piano la testa e le dita sul volante non appena la canzone prese il proprio ritmo.
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How You Met Me "Prison Break"
Fanfiction'Prison break was just the beginning' L'America era da giorni in subbuglio: l'FBI setacciava senza sosta strade, edifici e case, in ogni tentativo possibile di rispedire in prigione il gruppo di detenuti ribattezzati 'gli otto di Fox River', fuggiti...