T-Bag aveva da poco fatto l'iniezione, eppure gli sembrò che stesse durando un'eternità rispetto a quanto credesse.
L'ansia iniziò a fargli agitare le braccia.
Appena la vide muovere le palpebre degli occhi le passò una mano sul viso; sfiorandole le labbra avvertì uno strano formicolio lungo le dita, che si estese poi su tutta la mano ed il braccio destro.
Kelly schiuse la bocca, riuscendo a pronunciare qualcosa dopo qualche secondo "Teddy..." fu l'unica cosa che le uscì, intravedendo la figura dell'uomo davanti a lei; aveva ancora la vista leggermente sfocata, sembrò essere uscita da un luogo predominato dall'immaginazione anziché dalla realtà, una specie di estasi.
Era la prima volta che lo chiamava in quel modo, rifletté lui, osservandola con un'espressione indecifrabile sul viso.
La invitò a non parlare.
Ora che non aveva il cappello correva un sicuro rischio di essere scoperta, avrebbe voluto portarla in un posto più isolato, ma le condizioni in cui versava non glielo permisero al momento.
Inoltre chiunque avrebbe potuto vederli e spifferare ogni cosa.
"Kelly, mi senti? Devi restare qui, non lasciare questa cella per nessuna ragione. Tornerò da te il più presto possibile..." diede una rapida occhiata alla proprie spalle, poi riportando la sua attenzione su di lei, accarezzandole i capelli "Tranquilla" si accertò che stesse al sicuro fino a quando non si fosse ripresa del tutto, durante la notte; sarebbe stato difficile mantenere segreta una cosa del genere con Lechero e i suoi scagnozzi, anche se ne era il diretto portavoce.
In ogni minuto che passava, la sensazione che qualcuno lo stesse spiando aumentava e spesso i suoi presentimenti non sbagliavano.
Per facilitarsi il compito vendette una razione in più di droga al detenuto che era nella stessa cella, promettendogli falsamente che se si fosse fatto i fatti propri ne sarebbe stato ricompensato.
***
L'uomo non resistette oltre: calata la notte tornò da Kelly, trovandola distesa sul letto proprio come l'aveva lasciata l'ultima volta.
Ma non era tornato solo per vedere come stava: si avvicinò e lentamente prese posto accanto a lei; sentendo il suo corpo attaccato al proprio si rilassò, circondandole con il braccio, all'inizio titubante, il fianco.
Ora nessuno poteva disturbarli.
Gettò una vaga occhiata al detenuto privo di vita nella cella, prima di addormentarsi, provando una strana pace.
***
La mattina successiva, all'alba, la ragazza spalancò di colpo gli occhi verde acqua, inquadrando assi di ferro arrugginiti sopra di sé; il sudore le bagnava ancora tutto il corpo.
Come le era già capitato in precedenza, immagini sfocate e veloci le erano balenate nella mente, ma come di consueto non riusciva a ricordare nulla.
Solo dopo qualche secondo realizzò dove fosse.
Provando ad alzarsi, la testa le girò, costringendola a restare giù; in seguito ci riprovò, ma più lentamente.
L'unica cosa che riuscì a riportare alla mente fu quella siringa in mano, poi il buio, fino a quando non si ricordò di T-Bag, doveva essere stato lui a portarla lì; non lo vide però da nessuna parte, solo un uomo a terra ed una siringa vuota ancora conficcata nel braccio.
Sospirò, passandosi una mano sulla testa e sentendo le ciocche di capelli sotto i polpastrelli, subito sul suo volto comparve un'espressione di completa agitazione; si rannicchiò sulla brandina, portandosi entrambe le gambe al petto e avvolgendosi attorno la misera coperta che c'era: ogni singolo muscolo iniziò a tremarle come fosse fatto del materiale più fragile esistente.
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How You Met Me "Prison Break"
Фанфик'Prison break was just the beginning' L'America era da giorni in subbuglio: l'FBI setacciava senza sosta strade, edifici e case, in ogni tentativo possibile di rispedire in prigione il gruppo di detenuti ribattezzati 'gli otto di Fox River', fuggiti...