Kelly si avvicinò alla porta del pub, ne guardò la porta di legno scuro di cui l'insegna era ormai deteriorata e completamente illeggibile.
Respirò a fondo prima di decidersi ad appoggiare la mano sulla maniglia ed aprirla: il posto si presentò peggio di come le avevano raccontato quando aveva cercato informazioni su Albert Lee.
Si chiese che razza di persona dovesse essere per frequentare un posto simile.
L'odore di alcool era talmente forte da causarle un'improvvisa nausea; si avvicinò con cautela al bancone, tenendo istintivamente le braccia attorno al corpo come se servisse a proteggerla.
Ad un certo punto qualcuno andò volontariamente ad urtarla contro una spalla.
La ragazza sobbalzò "Mi dispiace... mi scusi" balbettò, ma l'uomo di fronte a lei: un tipo rozzo e di aspetto assolutamente discutibile, era di tutt'altro avviso.
"Ma guarda che trionfo di bellezza che abbiamo qui, direi che sono stato fortunato oggi... che ne dite?" ghignò, avvicinandosi e squadrandola come fosse un manichino in esposizione in una vetrina.
"Non cerco guai, lasciami andare!" protestò lei, iniziando a retrocedere, essendo stata agguantata per un braccio.
"Ahahah credi davvero che lo farò?" ridacchiò l'uomo, divertito, trascinando il resto dei presenti, rafforzando la stretta ad ogni tentativo della giovane di dimenarsi, ma lui era molto più forte di lei.
Kelly raccolse un po' di grinta "Cerco Albert Lee!" disse tutto d'un fiato; di colpo la presa sull'arto parve allentarsi ed a ciò riaprì gli occhi.
"Quello schifoso verme è stato il boss di questo posto per troppo tempo" spiegò con tono carico di disprezzo, il suo aguzzino "Ma alla fine ha ricevuto quello che meritava, è finito nell'inferno dove ogni rifiuto come lui deve stare: il carcere di Sona... ma dimmi bellezza, come mai questo interesse?"
"Non te ne frega!"
"Eh, risposta sbagliata. Io sono stato gentile con te e ti ho detto quello che volevi sapere, è buona educazione ricambiare il favore" la osservò in modo languido, facendo subito partire una mano in direzione della coscia della giovane "Magari ti serve solo un po' di persuasione..."
Kelly, spaventata e senza padronanza di sé, gli assestò un calcio in mezzo alle gambe, costringendolo a mollare e a lamentarsi riverso con le ginocchia a terra.
Tuttavia, non aveva fatto i conti sul numero dei presenti, infatti uno di loro si preparò a colpirla con una bottiglia che spaccò prima sul tavolo, ma il braccio gli venne all'improvviso fermato a mezz'aria.
"Prima di prenderti a calci ti avviso: la persuasione con me è una cosa che non funziona... spiacente" affermò il nuovo arrivato, subito tirando un pugno all'uomo a cui già stava spezzando l'arto con la sua presa di ferro.
Iniziò così una rissa che vide Burrows contro altri tre uomini, tutti alla fine messi al tappeto, non senza qualche difficoltà.
Lincoln si voltò poi verso la ragazza, nel frattempo rimasta imbalsamata, e che per le forti emozioni accumulate non aveva la forza di reagire.
"Andiamo forza"
Kelly, esitante, lo seguì, gettando un ultimo sguardo dietro di sé: l'aveva scampata bella.
Ad un certo punto la voce dell'uomo la riportò alla realtà.
"Cosa ci facevi lì dentro? Credevo non avessi gusti del genere"
"Qui tutti credono di conoscermi tanto da stabilire cosa mi si addice o non mi si addice! E comunque, entrare in un bordello è l'ultima cosa che farei se non fosse strettamente necessario, ma a te, come a nessun altro, non sono tenuta a dire nulla!" sebbene fosse infastidita, doveva dirgli solo grazie, in fin dei conti era merito suo se non era diventata cibo per uccelli, ma un certo grado di orgoglio si era insinuato in lei.
"Allora non ero tenuto nemmeno a tirarti fuori dai guai!"
"Infatti nessuno te lo ha chiesto!"
Il più robusto le si parò davanti, sovrastandola con la sua mole e impedendole il passo "Senti, ho già abbastanza problemi a cui pensare! L'unica cosa che tu sei tenuta a fare è dirmi grazie, ma forse sei troppo maleducata persino per una cosa così piccola!" le rinfacciò senza mezzi termini.
Stava per ricevere uno schiaffo, ma lui fu più veloce e le afferrò il polso, senza comunque farle male.
La giovane si divincolò rapidamente "Tu non sai niente di me, capito?" rispose, tagliente e con tono aspro; infine gli diede le spalle, mettendo distanza tra loro.
Odiava quando chiunque si permettesse con presunzione di dirle cose del genere, non sapendo nulla sul suo conto e trattandola come una bambina.
Accantonando le cose superflue, cercò di riprendersi dall'ennesima esperienza negativa appena avuta sedendosi per un secondo, non importava se per terra; rivolse la propria attenzione sulle informazioni di cui era venuta a conoscenza.
Aveva pensato subito alla prossima mossa da compiere, non era per niente saggio, affatto, per questo volle valutare bene la sua decisione.
Le uniche cose che sapeva sul penitenziario di Sona bastavano per farle mettere la parola 'fine' a tutto; d'altro canto, non aveva altra scelta se invece voleva andare avanti.
Portandosi una mano alla tasca dei jeans tirò fuori le ultime banconote che le erano rimaste, le osservò, tastando distrattamente la superficie liscia di una di esse con il pollice.
Spostando lo sguardo davanti a sé, vide in lontananza un tendone in cui si vendevano vestiti.
***
Kelly si sistemò i capelli in uno chignon abbastanza ordinato ed indossò il cappello a visiera blu; si diede un'ultima occhiata e si convinse che poteva andare bene. Doveva andare bene.
Con gli ultimi pezzi di denaro pagò il venditore, sentendosi addosso gli sguardi di quest'ultimo, come se notasse qualcosa di strano in lei.
La ragazza ricambiò, alzando un sopracciglio: era leggermente seccata da quella curiosità inappropriata "Grazie" tagliò corto, cercando di essere il più discreta possibile e sparendo così come era arrivata.
Ora l'attendeva la parte più complicata del suo piano.
STAI LEGGENDO
How You Met Me "Prison Break"
Fanfiction'Prison break was just the beginning' L'America era da giorni in subbuglio: l'FBI setacciava senza sosta strade, edifici e case, in ogni tentativo possibile di rispedire in prigione il gruppo di detenuti ribattezzati 'gli otto di Fox River', fuggiti...