Because I am your map

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T-Bag cominciò a battere con insistenza contro il cofano nel tentativo di aprirlo: non ne poteva più di starsene rinchiuso li dentro, tanto più perché l'ossigeno a sua disposizione stava per finire.

Non appena riuscì a sollevare l'anta di seppur pochi centimetri, ispirò quanta più aria potesse addentrare nei polmoni.

Non esisteva destino peggiore del morire asfissiati.

"Ehi, ci sei? Aiutami, non ce la faccio più chiuso qui dentro!" si lamentò, cercando di convincere la ragazza a farlo uscire, ma questa decisione non era assolutamente negli intenti di quest'ultima.

"Non voglio parlare con te, perciò sta zitto!" ribatté seccata lei, riproponendogli le sue stesse parole: sapere che erano comparsi Michael e Lincoln le dava un che di sicurezza contro il suo sequestratore, oltre ad approfittare delle circostanze svantaggiose per l'uomo.

Comunque, non se ne stette neppure a girarsi i pollici: da svariati minuti stava lavorando sui nodi ai polsi nel tentativo di allentarli; nonostante il suo tentativo di fuga, dovette ammettere che l'idea dei cinque milioni non aveva abbandonato la sua mente, anche se ciò significava sprofondare in faccende che realmente non la riguardavano.

"Dai, per favore!" la pregò per la seconda volta Bagwell, ottenendo soltanto una seconda risposta negativa; difronte a tanta irremovibilità, l'ex detenuto digrignò i denti  "Accidenti!" almeno riuscì a far funzionare la luce tramite dei cavi elettrici.

Liberarsi non era l'unica cosa che doveva fare prima del ritorno dei due fratellini.

Kelly udì uno strano rumore proveniente da dove non lo sapeva, simile ad un cric ed aggrottò la fronte, voltando appena la testa, sospettosa: pensò si trattasse sempre T-Bag, ma non ebbe il tempo di dire o fare altro, che ad un suo successivo movimento il sedile cedette all'indietro, finendo per ritrovarsi con metà busto all'interno del portabagagli.

Un gemito strozzato uscì dalla bocca dell'evaso, essendo, infatti, atterrata proprio sul suo stomaco.

"Non provare a toccarmi!" gli ordinò la mora, disorientata, ad un palmo dal suo viso, potendo avvertire il respiro caldo solleticargli il viso diafano.

"Sei tu che dovresti toglierti di dosso, in questo momento! Non vedi che a momenti vomito il mio stesso intestino?" replicò Theodore, faticando a respirare, alternando colpi di tosse. 

"Ho le mani legate e per poco ho sfiorato il tettuccio, se mi rialzo sbatto la testa! Come pensi debba... ma cosa? La stai..." Kelly sgranò gli occhi di colpo, cambiando discorso a causa di quello che vide o credette di vedere riguardo ad un pezzo di carta semi stracciato. 

"Dieta rigida e sottile, cara"

"Tu sei matto!" 

*** 

Michael andò diretto ad aprire il porta bagagli dell'auto che avevano parcheggiato sul bordo della strada arida "Vediamo di risolvere questa faccenda una volta per tutte" quando aprì lo sportello, si trovò davanti esattamente ciò che sperava di non vedere, piuttosto che sorprendersi della ragazza: un pezzo di carta sul colletto della camicia di Bagwell.

"Dimmi che mi sbaglio, Theodore" sibilò, posando le mani sui fianchi. 

"Beh, dipende a cosa ti riferisci, bellezza, se alla ragazza finita misteriosamente nel portabagagli o alla mappa. Se intendi il secondo caso, si è così..." mormorò il criminale, fermando il suo tentativo di strattonarlo "Puoi stare tranquillo, prima di gustarmela ho fatto in modo di imprimerla nella mia lucida memoria fotografica" continuò, prese l'ultimo pezzo del foglio e se lo infilò in bocca come fosse una caramella.

How You Met Me "Prison Break"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora