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A passi lenti seguo Gary e mi rendo subito conto del fatto che la scena cui sono davanti non è poi tanto diversa da quella che mi ha appena descritto.

Un bel ragazzo sta parlando con Claire, palesemente a disagio, mentre Calum borbotta qualcosa tra sé e sé e Michael ci concede una smorfia agghiacciante dopo aver bevuto il terzo shot.

Il signor Nino indica con insistenza qualcosa sulla tovaglia, mentre il signor Netturbino assume un'espressione meravigliata di fronte ad un presunto ricordo riaffiorato e  Ashton respira affannosamente.

Mi dirigo verso di lui, mi siedo nel posto libero al suo fianco e gli accarezzo un braccio, tentando di infondere nel semplice gesto tutta la dolcezza possibile, come se bastasse per prendere un po' del suo panico e portarlo via da lui, pur se su di me.

Conto i suoi respiri, aspettando pazientemente che riesca a guardarmi negli occhi, e,quando lo fa, contiamo insieme finché non riesce a respirare normalmente.

La cosa più naturale del mondo, respirare, per lui può diventare la più difficile. Quanto è strano l'uomo.

-Va tutto bene- affermo, continuando a creare con il dito questi strani ghirigori sul suo braccio. Mi sorride debolmente e mi stringe la mano.

Mi volto allora verso Michael, alla mia destra, ormai ubriaco e intento a ridere senza una precisa ragione, per poi rivolgermi ad Ashton:- Ash, ho bisogno del tuo aiuto per portarlo in auto.

-Non ho l'auto- risponde, spostando lo sguardo tra me, Michael e l'improvvisato triangolo amoroso.

-Ma se siamo venuti con la tua macchina.

-Sì, però ho dato le chiavi a Luke e lui se n'è andato.

-No, era fuori con me, stava parlando al telefono- replico confusa.

-Mi ha scritto poco fa che gli serviva urgentemente l'auto e che, dato che gli avevo lasciato le mie chiavi, stava prendendo la mia.

-Urgentemente?- chiedo, ma lui si limita ad alzare le spalle.

-Vi accompagniamo noi con il furgone- si propone Gary, per poi estrarre dalla tasca le chiavi e porgerle ad Ashton -potete iniziare a sistemare Michael.

-Qualcun altro ha bisogno di passaggio? Posso offrirvelo volentieri, non c'è problema- propone Daniel con un tono premuroso.

Sembra un ragazzo perbene, di certo non sembra che abbia passato i pranzi domenicali a casa dei nonni a mangiare purè viola.

Io ed Ashton ci alziamo e con fatica riusciamo a far muovere Michael, in preda adesso ad un pianto nervoso.

-Io andrò con Gary, presunto nipote, però potresti accompagnare Claire e Calum, dato che non entriamo tutti nel furgone- proclama il signor Netturbino con tono solenne.

-Me la pagherai, signor Netturbino- dice Calum a denti stretti, particolarmente irritato da Daniel, che prontamente risponde:- Mio nonno era un postino, in realtà.

***

Il giorno successivo, dopo un'intera nottata passata insieme ad Ashton ad aiutare Michael a superare la sbronza, la sveglia suona puntuale alle sette ed io inizio a mettere in ordine e collocare i vestiti nel borsone.

Forse potrebbe anche essere considerato una specie di disturbo ossessivo-compulsivo questo mio insistente cercare di mettere in ordine l'ambiente che mi circonda,ma solo così riesco a mettere in ordine la mia mente.

Forse piegare per la settima volta la stessa camicia per evitare la più insignificante piega e farle assumere le stesse dimensioni delle altre nella valigia è una strana metafora del mio vano tentativo di capire tutti i pensieri nella mia mente.

Drowned in the lake // Luke HemmingsWhere stories live. Discover now