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Vi suggerisco di leggere il capitolo ascoltando The girl who cried wolf.🌻
***

Per Archimede affonda il corpo la cui densità è maggiore rispetto a quella del liquido in cui è immerso. Come si fa allora a diminuire la densità della propria anima e galleggiare?
Nessuno, di certo, potrà diminuire la mia densità al mio posto.

Con lentezza accendo l'accendino e osservo la fiamma.

Il fuoco è in perenne movimento, zampilla, le sue fiamme saltano verso l'alto e poi cadono verso il basso.

Il fuoco non si ferma mai, non smette mai di muoversi.

Che bella metafora della vita, che prima mi consente di raggiungere l'apice della felicità e poi mi getta sul fondo del mio io, incapace di stare ferma ad un'altezza mediana.

Sarebbe stato bello dire che all'origine della vita ci fosse questa fiamma maledetta prima di Eraclito.

Chissà com'è possibile che due persone, a distanza di millenni di storia e di evoluzione, pensino la stessa cosa.

Il fuoco brucia e rende questa benedetta carta nera.

Le fiamme avvolgono il foglio, come in un abbraccio.

Il mio corpo sembra invaso da uno strano calore, di sollievo.

Ho districato l'ennesimo pensiero, l'ho distinto dagli altri, l'ho ascoltato, ho capito cosa volesse dirmi e poi l'ho ucciso, bruciandolo, togliendogli definitivamente il potere di distruggermi.

Gli ho dato vita, l'ho concepito, l'ho reso reale ed eterno, scrivendolo. Poi gli ho detto addio e l'ho distrutto.

Non ho fiatato nemmeno quando una fiamma ha raggiunto il mio braccio: mi sono solo svegliata dalla mia trance e ho gettato a terra il foglio infuocato, per poi spegnere le fiamme, come se non fosse successo nulla.

Il lato interno del mio braccio è solo un po' arrossato, ma il dolore lo percepisco a malapena, troppo presa ad ascoltare il rimbombare di un immaginario tamburo nella mia testa.

Afferro in fretta la borsa e mi chiudo la porta alle spalle, lasciandone all'interno le ceneri di un pensiero, che, in fin dei conti, sono io.

***

Anche stasera il Cooper's è sufficientemente affollato, di una folla apparentemente armoniosa, che non crea confusione.

I vecchietti sono comunque riusciti ad occupare il solito tavolino sulla destra, vicino al palchetto.

Mi muovo a zigzag tra i vari tavoli, facendo attenzione al braccio lievemente ustionato, su cui ho applicato un impacco di ghiaccio prima di uscire.

Quando raggiungo il tavolo, ci sono il signor Gary, il signor Nino, Luke e Claire, impegnati a parlare di Dio solo sa cosa.

Michael e Calum stanno invece accordando le chitarre, mentre Ashton sta parlando, seduto al bancone, con uno dei fratelli di Claire e Marcus.

-Buonasera- dico, sorridendo dolcemente ai presenti e prendendo posto di fianco a Claire, che risponde con un amichevole sorriso.

-Ehi- dice Luke- stavo per chiamarti.

-Perché non puoi stare più di un secondo senza di me?- chiedo ironica, facendolo sorridere e scuotere la testa.

-Cantiamo una canzone nuova stasera, non volevo che te la perdessi- risponde, con l'imbarazzo che contraddistingue ogni discorso sulla sua musica.

Annuisco, continuando a sorridere.

A dire il vero non so neanch'io a cosa sia dovuto tutto questo buon umore, forse semplicemente al fatto che la mia testa sembra essersi sgonfiata dell'aria in eccesso, ma, se ci pensassi troppo, finirei solo per farlo scomparire.

Drowned in the lake // Luke HemmingsWhere stories live. Discover now