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Calum Thomas Hood.

Se questo individuo non mi avesse promesso di poter soggiornare per un mese intero presso la sua villa al lago, sicuramente non mi troverei seduta su una panchina fin troppo scomoda ad aspettare che un suo amico scenda dal treno per accompagnarlo a casa Hood.

Ah, cosa non si farebbe per la villa vicino al lago!

Sto leggendo Delitto e castigo e imprecando contro Calum e casa sua, quando finalmente mi accorgo dell'arrivo del treno.

I passeggeri iniziano a scendere: ragazzi con lo zaino in spalla, ragazze con la borsa al braccio, coppiette che si tengono per mano, anziani che proseguono a passo di lumaca, bambini ben saldi alle gonne delle madri e lui...

Scarponcini neri, jeans aderenti, camicia azzurra leggermente sbottonata, barbetta incolta, capelli castani spettinati. Oh, sì!

Che venga benedetto il momento in cui ho accettato di fare un favore a Calum, questo deve essere il suo amico!

Mi alzo di scatto e mi avvicino a lui, che si sta guardando intorno spaesato.

-Ei! Ciao,tu devi essere Luke. Sono Elizabeth, ma puoi anche chiamarmi El,Liz, Lizzie, Lisbeth o Beth, o in qualunque altro modo tu voglia chiamarmi. Piacere di conoscerti- dico entusiasta porgendogli la mano.

Lui la stringe dubbioso e dice:- Mh, piacere, Elizabeth. Mi dispiace, non sono Luke...

La delusione è evidente sul mio volto, ma non faccio in tempo a rispondere che una strana figura mi si para davanti e dice con voce nasale:- Sono io Luke!

Vi prego, uccidetemi.

Il presunto Luke è un ragazzo alto e slanciato, probabilmente anche muscoloso, dato il fisico che posso intravedere sotto alla sua maglia; il suo volto sembra privo di imperfezioni, il suo naso è paradossalmente elegante, piccolino ed un po' all'insù (forse lo ritengo carino solo perché l'ultimo naso che ho osservato con attenzione è quello di Calum).

I capelli sono spettinati e rivolti leggermente verso l'alto ed i suoi occhi sono blu, blu come il lago la mattina presto, quando lo illuminano soltanto pochi raggi di sole.

Ma non è questo il punto.

Non è affatto questo il punto, perché indossa delle pinne da sub, un costume da bagno rosa sul quale sono stampati dei cuoricini rossi ed una canottiera bianca. La sua vita è circondata da un enorme gonfiabile giallo a forma di papera ed il suo viso è parzialmente coperto da una maschera per le immersioni.

-Okay, era solo per dire, addio!- dico velocemente e cerco di fuggire verso il mio pick-up.

-Ehi! Cal ha detto che...- ma, grazie a Dio, non ha potuto terminare la frase.

Infatti cercando di raggiungermi (azione in realtà molto semplice data la spropositata lunghezza delle sue gambe), è inciampato sulle sue pinne. Cerca poi di rialzarsi (azione resa molto difficile dal papero sopra cui si trova) e, ai miei occhi, sembra solo un ambiguo ragazzo che cerca di nuotare sul pavimento (pensiero assecondato dal suo strano abbigliamento).

Perché Calum deve frequentare gente così strana?

-Io non lo conosco!- urlo e corro più velocemente di Speedy Gonzales in auto.

Il ragazzo però si è alzato e mi ha raggiunta, così, mentre io estraggo dal taschino dello zaino le chiavi e apro la macchina, lui si sfila il gonfiabile, che getta nei sedili posteriori con poca cura, ed entra nel poco sicuro veicolo.

-Sono Luke Hemmings, l'amico di Calum- mi dice ancora con il fiatone, porgendomi la mano; ignoro il suo gesto e faccio partire l'auto.

-Già, è un piacere anche per me, Elizabeth o Con Qualunque Altro Nome Io Ti Voglia Chiamare- continua seccato dopo essersi tolto la ridicola maschera. Di rimando accendo la radio e inizio a canticchiare la canzone che sta passando.

Drowned in the lake // Luke HemmingsWhere stories live. Discover now