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Lo specchio adesivo sull'anta dell'armadio riflette la mia immagine e, come sempre, mi chiedo se è davvero questo ciò che gli altri vedono.

Ho deciso di indossare un top nero, senza maniche, aderente ed un paio di pantaloncini a fiori, sulle tonalità del rosa, dell'arancione e del nero.

Ho completato l'outfit con una collana lunga d'argento, i bracciali di cuoio di cui non faccio mai a meno sul polso sinistro, una piccola tracolla nera dove tengo solo cellulare, soldi e chiavi di casa, e i tacchi neri.

I miei capelli marroni tendenti al nero arrivano a malapena alle mie spalle, ma non hanno l'ordinata natura di quelli di Claire, sono più mossi e per questo motivo mi aiuto con una piastra per sistemarli.

Automaticamente, guardandomi pronta davanti allo specchio, porto il mio ciuffo dietro l'orecchio e cerco di distogliere lo sguardo.

Sono poco truccata, mi limito a passare sulle mie già lunghe ciglia del mascara e quel poco rossetto che basta a colorare le mie labbra per i primi cinque minuti della serata.

Le mie guance non sono morbide, ma scavate; i miei occhi non hanno nulla di particolare ed il mio naso non è elegante, ancor meno il mio portamento; non sono magra o dal fisico scolpito, la carne non mi manca: il mio seno ed i miei fianchi sono un po' pronunciati, pur non essendo nulla di esagerato o fastidioso, mentre le mie spalle sono asciutte, al punto che si possono distinguere chiaramente le ossa.

Sono nella media, non attiro l'attenzione.

Da sempre.

Chiudo l'anta dell'armadio e mi assicuro di spegnere la luce, prima di uscire dalla stanza e raggiungere Claire davanti alla porta d'ingresso.

-Andiamo con la mia auto, va bene?- chiede la ragazza, una volta chiusa la porta di casa alle spalle, ed io mi limito a seguirla e a sedermi accanto a lei sul sedile del passeggero.

Il locale del padre di Claire non è affatto lontano, può essere raggiunto facilmente in meno di cinque minuti in macchina, a meno che non ci siano problemi con il parcheggio.

In questo caso però non è un problema, dato che il locale si trova all'angolo della lunga strada che conduce alla città vera e propria ed è accanto a casa di Claire, dove noi abbiamo lasciato la sua auto.

-Non sei arrabbiata con Luke, vero?- mi chiede la mia amica aprendo la porta del locale.

-Dovrei esserlo? Ha detto che miei occhi sono dello stesso colore della merda, mentre sono palesemente dello stesso colore del caffè! Oh e, come se non bastasse, ha iniziato a lanciarmi schiuma fino a sporcare l'intera cucina per poi andarsene con la scusa di dover provare per il concerto e lasciarmi a pulire il disastro che lui ha combinato!- dico, con un tono non troppo calmo, seguendola.

Il locale non è ancora pieno di persone, ma era da aspettarselo considerato che il concerto inizierà tra un'ora.

Entrando a sinistra ci sono una serie di tavolini, mentre proprio di fronte alla porta c'è il bancone, dietro al quale uno dei fratelli minori e il padre di Claire stanno gestendo le prime ordinazioni.

A destra invece si snodano due sale; in quella adiacente alla cucina, ovvero dietro al bancone, ci sono innumerevoli tavolini e i bagni, mentre nell'altra sala la quantità di tavolini diminuisce: infatti è proprio lì che si trova il palco, dove i ragazzi stanno già preparando i loro strumenti.

Sotto al palco è stato lasciato un bel po' di spazio per permettere ai clienti di avvicinarsi il più possibile alla musica e ballare.

Proprio nel tavolo circolare più vicino al palco, quello a destra, vicino alla finestra, sono seduti due signori facilmente riconoscibili.

Drowned in the lake // Luke HemmingsWhere stories live. Discover now