24

41 11 17
                                    

Ashton

Mi chiamo Ashton Irwin, ho 22 anni e ho sempre desiderato scrivere una presentazione del genere, ma nessuno vuole scrivere una storia dal punto di vista di un ragazzo che potenzialmente potrebbe avere un attacco di panico soltanto pensando al pulviscolo atmosferico.

Ed io neanche so cosa sia il pulviscolo atmosferico, per farvi capire.

Comunque, ho fatto la mia presentazione e non è questo granché, non ci avevo proprio perso nulla.

Tranquilli ansiosi, potete continuare ad avere ansia senza pensare alla presentazione che non avete mai avuto.

Ora però vi starete chiedendo per quale motivo io abbia preso in mano le redini della narrazione.

Bene, non lo so.

Forse Luke ed El stanno scopando o una roba del genere, deve essere sicuramente per questo.

Detto questo, torniamo alla storia.

Quando ieri pomeriggio ho lasciato la stanza di El, mi sono rifugiato nella mia stanza per rileggere gli studi pubblicati sul disturbo istrionico della personalità e sugli psicofarmaci che sono stati somministrati al mio amico.

Dopo averli letti, aver avuto un attacco di panico per la polvere accumulatasi sotto al mio letto ed essermi schiaffeggiato da solo per calmarmi, ho cenato insieme agli altri e ho messo da parte qualcosa per Michael, passandogli poi un biglietto sotto alla porta dove lo informo del fatto che la cena è nel microonde e che noi siamo nella veranda esterna.

Lì, la discussione con gli altri ragazzi ha inesorabilmente portato ad un secondo attacco di panico, perché so benissimo, da mediocre studente di psichiatria, che il modo in cui abbiamo costretto Michael a vedere un dottore può avergli fatto più male che bene.

Ma due attacchi di panico in un giorno per me sono niente generalmente, se non fosse che non riesco a togliere dalla mia mente l'immagine di Michael che mi urla contro quanto io sia un problematico di merda, riducendo con la sua forte mano la corona di carta a spazzatura, gettata sul fondo dell'auto.

E stanotte non ho dormito, perché è vero, sono un problematico di merda, eppure non ho un vero problema.

Non lo ho.

Mi sono girato e rigirato nel letto, respirando a fatica, chiedendomi quale sia il mio problema.

Non ne ho trovato nessuno.

Tutti i miei amici hanno un motivo per soffrire, forse ad eccezione di Claire, eppure io sto male il doppio di loro, senza motivo.

Mio padre non è sempre in missione con l'esercito, i miei genitori non mi odiano perché gli ricordo la mia defunta sorella, non si aspettano che io sia perfetto, mio padre non ha lasciato casa mia abbandonandomi a mia madre.

La mia vita è sempre stata normale. Allora perché non riesco a vivere una singola giornata senza sentirmi soffocare da una morsa di emozioni che neanche conosco?

Ecco, solo parlare della mia ansia mi fa venire l'ansia.

Non potevo, che ne so, non sentire nulla? Essere uno di quegli emo apatici?

No, sono la principessina dipendente da ansiolitici.

É sexy almeno, no?

-Ciao- dice una voce sconosciuta, sedendosi accanto a me su questa malconcia panchina.

Effettivamente, non so neanche come sono arrivato qui.

Avevo deciso di guidare, giusto per calmarmi, e di andare a prendere un bel caffé da qualche parte, invece sono finito nel locale di ieri e, visto che era ancora chiuso, mi sono seduto su una panchina ad un tavolo esterno e ho iniziato a contemplare la mia vita.

Drowned in the lake // Luke HemmingsWhere stories live. Discover now