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-Sai che non avresti dovuto farlo?-mi chiede Calum per l'ennesima volta.

-Non ho fatto nulla di male.

-Hai lasciato due tuoi amici in mezzo alla strada- dice Calum, mentre Luke, seduto di fianco a lui sul divano, guarda la scena divertito.

-Li avevo avvisati. Uomo avvisato mezzo salvato.

-Ti rendi conto di quello che sta succedendo? Sei tu quella responsabile di solito!- esclama.

Ed è vero: di solito sono io quella responsabile e sono sempre io quella che si assicura che i ragazzi non si mettano nei guai e sono ancora io quella che toglie i ragazzi dai guai.

E sì, non avrei dovuto lasciare Michael ed Ashton a piedi solo perché mi hanno fatto perdere la pazienza.

Avrei dovuto gestire la situazione in maniera diversa.

Da persona adulta.

Non avrei mai dovuto permettere a Michael ed Ashton di tornare a casa nel furgone dell'amico di Gary e portare in una lussuosissima villa un gruppo di sette vecchietti e una più che abbondante quantità di cosce di pollo fritte e patatine.

Okay, per quanto riguarda pollo e patatine può anche andare bene.

-Adesso che facciamo?- chiede Luke, guardando terrorizzato il signor Nino  fotografare ogni centimetro dell'abitazione. Sul serio, ogni centimetro.

-Non è corretto cacciare via di casa degli adorabili vecchietti- interviene Ashton, poggiando sul tavolino una vaschetta di pollo e patatine e invitandoci a mangiare.

Probabilmente è l'unica vaschetta salvatasi dalla furia dei nonni.

-Be', una compagnia un po' più saggia non può che farci bene- commento, addentando una coscia di pollo.

-E' così difficile ammettere che hai sbagliato?- chiede Luke Vogliosolofartiinnervosire Hemmings.

Mi limito a guardarlo negli occhi, troppo azzurri per i miei gusti, e a mangiare una manciata di patatine.

Non esiste cosa più difficile di ammettere di aver sbagliato.

Ripetiamo fino allo sfinimento che sbagliare sia normale, nella natura umana, caratteristica propria di ciascuno di noi.

Sbagliare è umano, perseverare è diabolico: lo sappiamo a memoria, è impresso nella nostra mente.

Però ogni sbaglio sembra la continuazione del precedente, ci sembra di aver fatto uno sbaglio gigante, infinito, un unico sbaglio sin da quando eravamo ancora piccolini. Allora non è umano, è diabolico.

Non siamo umani, siamo demoni e ne siamo consapevoli.

Ogni singolo sbaglio, da quando abbiamo aperto gli occhi la prima volta, ci mangia dentro, fa di tutto per essere ricordato, per essere pensato.

Siamo demoni legati a questo mondo da una catena di ferro, fatta di sbagli.

Come si fa, con questa convinzione, ad ammettere con facilità di aver sbagliato, senza vergognarsene, come se fosse normale?

Come si fa a dire 'ho commesso un errore' senza pensare al fatto che ne hai commesso molti di più e ancora ne dovrai commettere tanti altri?

Davvero si può essere in pace con i propri sbagli?

Non è normale sbagliare sempre.

Siamo noi a sbagliare o siamo noi lo sbaglio? Come funziona esattamente?

Ma, innanzitutto, è davvero così importante?

Probabilmente è più importante il fatto che Gary stia facendo a vedere ai suoi amici, nel bel mezzo del salotto, cosa ha imparato al corso di zumba. E che Michael stia cercando di imparare da lui.

Drowned in the lake // Luke HemmingsWhere stories live. Discover now