Epilogo

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1 anno dopo...

Non so esattamente come io abbia fatto, ma sono qui, con le mie scarpe troppo consumate, i miei capelli tagliati male ed un braccio ornato da una bruciatura.

Secondo Dylan, l'amico di Daniel che a quanto pare studia nel mio stesso college, è anche piuttosto sexy.

Quando me l'ha detto, ho scosso la testa e mi sono diretta verso l'aula C33.

Ma, comunque sia, oggi sono qui, seduta su questo fottuto pontile a guardare l'acqua cristallina del lago, mentre i miei amici mi aspettano all'interno della villa che un anno fa ho parzialmente distrutto e che è costata migliaia di dollari agli Hood.

Ho parlato così tante volte con questo lago, chiusa nella mia stanza, a New York, chiedendogli perché non mi abbia inghiottito quella volta, perché mi abbia dovuto far sopportare il peso di due morti.

Non so esattamente cosa sia successo, ma ad un certo punto un certo Tyler mi ha chiesto di aiutarlo a studiare storia medievale ed io, non so perché, ho accettato, razionalizzando in questo modo il mio tempo.

Poi ho promesso ad Ashton che lo avrei aiutato a fare pace con Lauren quando lei è partita per Los Angeles e lui ha dato di matto.

Ho fatto almeno cento videochiamate con Claire perché aveva bisogno che qualcuno la ascoltasse e le dicesse che sì, andare a Socotra è stata una cazzata, ma può anche tornare indietro, a casa, e lasciare Daniel.

Quando Claire è tornata, ho accettato di accompagnare lei e Calum al cinema per vedere i film candidati all'Oscar in modo che non ci fosse un eccessivo imbarazzo tra i due.

Così, nel tempo a mio disposizione, ho dovuto principalmente studiare e posticipare il mio momento depressivo a data da destinarsi o, in alcuni casi, a spiattellarlo un po' qui e un po' lì.

Comportandomi così, non è neanche stato tanto insopportabile: ho avuto qualche momento di debolezza, ma mi sono fatta forza e sono andata avanti, forse più per gli altri che per me stessa.

Il lago sembra chiedermi se sto bene e io lo guardo, come a dirgli che sì, adesso sto bene.

Mi è capitato di dimenticarmi di mangiare, di non riuscire a dormire, di piangere fino a sentire la mia testa esplodere ed il mio petto fare male, ma adesso non mi succede più, se non occasionalmente.

Ed, occasionalmente, succede a tutti di rischiare di affogare, ma poi si inizia a nuotare, per davvero, e si riesce a tenere la testa sopra la superficie dell'acqua.

Aveva ragione Luke: aiutando gli altri, aiutiamo noi stessi.

Non so per quale motivo accada, ma sono sicura che sia così.

Ed ecco, parlando del diavolo...

-Ehi, ho visto la macchina ma non ti ho trovata dentro, Cal mi ha detto che eri qui- farfuglia, quasi imbarazzato, sedendosi di fianco a me.

Nel caso in cui ve lo steste chiedendo, no, io e Luke non stiamo insieme.

A dire il vero, non ci vediamo dal funerale di Michael, lo scorso anno, e probabilmente se Cal non avesse deciso di invitarci tutti qui per una settimana e non mi avesse costretto a venire a causa del fatto che ha tutta l'intenzione di dichiararsi a Claire, non ci saremmo rivisti.

-Sì, avevo comunque intenzione di rientrare a minuti- dico, dopo essermi concessa qualche minuto per osservare quel po' di barba sul suo viso, a renderlo ancora più un barbone rispetto a quanto già facevano i capelli lunghi.

È stranamente vestito in modo normale, penso, quasi a voler rompere quella tradizione che lo vuole vestito in modo strano ogni primo giorno presso casa Hood, poi però mi ricordo che il mio vecchio Luke non metterebbe mai una t-shirt rosa chiaro.

Drowned in the lake // Luke HemmingsWhere stories live. Discover now