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-Non puoi dire ad una persona di amarla se la conosci da meno di un mese- dico, senza togliere gli occhi dall'infinito libro di storia.

-Non puoi dire ad una persona che non può dire ad una persona di amarla- risponde Luke, mentre gioca con la mia cavigliera.

L'idea di studiare sul divano insieme a Luke non è stata proficua per nessuno dei due, dato che lui ha posato il libro di ingegneria gestionale dopo meno di cinque minuti ed io non ho esitato a stravaccarmi, posando comodamente le mie gambe sulle sue.

-Invece l'ho appena detto. L'amore è un sentimento che si sviluppa con il tempo, neanche a tredici anni si diceva 'ti amo' così in fretta- replico, palesemente annoiata dall'ennesima discussione.

-Una madre non inizia ad amare suo figlio con il tempo- ribatte.

-E' diverso- dico con un tono lamentoso- se hai appena conosciuto una persona, puoi provare massimo un principio di affetto.

-Un principio di affetto? Dove cazzo lo ha sentito, Lizzie?- s'intromette Michael, anche lui comodamente appollaiato in questo salotto nel vano tentativo di studiare.

-No, Mike, la vera domanda è: per quale motivo non parlate di queste cose da soli?- chiede Ashton, reduce di due crolli nervosi nel giro di un'ora a causa di un imminente esame.

-Non potete semplicemente continuare a studiare ed ignorarci?- chiede a sua volta Luke con un tono irritato.

-Sono il patrono ufficiale delle love stories, non posso ignorarvi.

-Perché allora non vuoi mai sentirmi parlare delle mie love stories?- chiede Calum.

-Perché sono sempre le stesse love stories con innumerevoli protagoniste femminili con il cuore spezzato.

-Non ho spezzato il cuore a nessuno.

-Pronto? Noi stavamo parlando di cose importanti- annuncia Luke.

-In realtà io stavo leggendo le pagine della critica sulla Rivoluzione Francese.

-Secondo me si può dire ad un persona di amarla anche se la si conosce da poco- continua Calum, come se a qualcuno importasse.

-Non avevamo bisogno del tuo parere, ma grazie per aver appoggiato la mia tesi.

-Figurati, amico.

-Non puoi amare qualcuno che non conosci- ribadisco.

-Ma io ti conosco.

-Si può davvero conoscere qualcuno?

-Oi oi oi, quando siamo passati a filosofia? Pensavo parlassimo di love stories- s'intromette Ashton, di nuovo, gesticolando fin troppo animatamente.

-Sono seria.

-Posso dire la mia?

-Non sono affari tuoi, Gary- dice Luke, cercando invano di guardarmi negli occhi.

Guardare negli occhi qualcuno mi sembra un gesto fin troppo intimo.

È come permettere a qualcuno di guardarti per davvero, compreso di insicurezze, paure ed ansia.

Non siamo il nostro aspetto fisico, la nostra taglia, il nostro peso corporeo, la nostra acne, il nostro naso troppo grande, i nostri fianchi troppo pronunciati, le nostre spalle troppo magre, i nostri capelli deformi, il nostro portamento, i nostri vestiti firmati; siamo i nostri occhi.

Anzi, siamo ciò che si vede guardando i nostri occhi.

Ed è molto più facile fissare lo sguardo sul naso anziché entrare negli occhi di qualcuno.

Drowned in the lake // Luke HemmingsWhere stories live. Discover now